Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2020 “La Cosa” di L’Aura

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020

Ehi, ci siete? C’è nessuno?

Uffa, non c’è nessuno…..

Allora siamo proprio soli.

Già. Da cosi tanti giorni che quasi non ricordo da quando è cominciata la “Cosa”.

Siamo qui. Io e te. Niente figli, niente amici, niente parenti. Completamente soli in casa.

Nella “mia” casa.

Sembra tanto romantico, vero? Ma non lo è, non lo è.

È faticoso, è snervante convivere con te nella casa, in ogni momento, in ogni posto! Sei invadente, e diciamolo, da quando sei entrato ti sei preso tutto! Ti sei preso la camera, ti sei preso la cucina, ti sei preso gli armadi, il divano, persino il balcone. Ti sei preso la mia tazza, il mio spazzolino, le mie lenzuola, ti sei preso anche i miei pensieri. Sento la tua presenza continuamente, non ho neanche bisogno di vederti.

Ci sei. E questo basta a snervarmi. Ho solletico dappertutto, deve essere il nervoso..

Chissà quanto resteremo chiusi ancora, io e te, ogni minuto di ogni giorno e di ogni notte insieme! A volte mi pare di impazzire! Invece è il mondo, credo, che è impazzito. E’ impazzito da un po’, in realtà, da molto più tempo di quanto siamo chiusi qui. Sembra un ubriaco, il mondo, che ondeggia di qua e di là, instabile, confuso, non sa dove sta andando. Che poi, lo vedono tutti che sbarella, ma sembra che nessuno possa farci niente! L’ubriaco continua ad andare, un pò di qua, un pò di là.. senza trovare una strada capisci? Non riesce a tornare a casa, l’ubriaco, ma non riesce nemmeno che a fermarsi. Non come quando ero piccola.

Un po’ di anni fa. Allora il mondo stava fermo, era astemio, con le gambe ben piantate a terra e le mani sui fianchi. Era solido, ci potevi saltare sopra come su un materasso, lui non si muoveva. Era tutto in ordine, c’era il bene e c’era il male, al catechismo te lo spiegavano cosi bene! Ognuno aveva il posto suo, aveva il compito suo e il paese suo. Sapevi da dove venivi e dove dovevi stare.

Ora c’è un tale movimento di cose e di persone che la storia, la geografia, l’economia si confondono in un gomitolo ingarbugliato, di cui non si trova più il capo. E le persone sembrano falene impazzite che si spostano frenetiche per arrivare alla luce, che poi è solo una vecchia lampadina che rischia di fulminarsi da un momento all’altro. Ma il mondo, ubriaco, continua ad andare, ad andare.. una mano invisibile lo spinge avanti, fino a cadere o a  sbattere la faccia contro il muro.

Forse è adesso il muro? Ci siamo arrivati? No, forse questo è solo un inciampo, il muro è più grosso, molto più grosso di cosi! Però anche “questo” non è da ridere eh! 

Neanche tu mi fai ridere, sai. Anzi mi fai una rabbia!

Mi tieni segregata qui in casa, lontana da tutti, vuoi farmi il vuoto intorno? Ma certo, l’ho capito che è una tattica! Guarda caro che non sono mica scema io! Li conosco quelli come te. Una volta avevo un fidanzato cosi. Diceva che mi amava. Che stava bene solo con me. Dei miei amici non gli piaceva mai nessuno. Tutti stupidi, tutti noiosi. E io gli davo retta. Pian piano li ho allontanati tutti. Poi quando non c’e rimasto più nessuno, se l’è presa con me. Non gli andavo più bene neanche io. Come parlavo, come mi vestivo, come mi comportavo..

“Ma perche ti sei fatta bionda? – Ma io sono sempre stata bionda! – Non stai bene bionda, devi farti castana.”

E io mi sono  fatta castana.

“Ma perche saluti tutti?- Perche mi fa piacere, lo sai che sono estroversa – Ma non va bene, poi chissà cosa pensano gli altri, si fanno delle idee ..”

E io ho smesso di salutare.

“Ma perche ti metti le gonne cosi strette?- Mi piacciono i tubini, ti ricordi?, lo avevo anche quando ci siamo conosciuti.- Si, ma stai più comoda con la gonna larga – No, non sto comoda, la gonna larga non mi piace, non la metto – Allora mettiti i pantaloni – Non mi piacciono neanche i pantaloni! – Metti i pantaloni! – No! ” 

Mi sono impuntata. Sopporto tutto, ma sulla moda non accetto ordini!

Cosi alla fine lui ha allontanato me.

Meglio così guarda, meglio così. Era asfissiante, chissà come andava a finire..D’altronde per un motivo o per l’altro, se ne sarebbe andato comunque. Se ne vanno sempre tutti.

Tu quando te ne vai? Qualcuno là fuori può venire a prenderselo per favore?? Non lo sopporto più!!!!

Comunque non c’è proprio nessuno. Ce la dobbiamo vedere io e te, a quanto pare. Vuoi ridere?

ADESSO TI DICO UNA COSA, MA NON RIDERE.

Lo  sai che non ho mai convissuto cosi a lungo con qualcuno prima? Si, già buffo no? alla  mia età…

Sei tu il primo. Tu. L’unico fino ad ora che è rimasto cosi a lungo.

Non te l’aspettavi eh? Beh neanche io, se ti può consolare..

Non ti montare la testa adesso, però, non sentirti dio. Non sei dio. Non sei speciale, è capitato cosi. Un caso. Forse il destino, se ci credi. Gi altri se ne sono andati, evaporati alla fine della seconda settimana. Il più tenace è arrivato alla terza, ma già non ci parlavamo più.. diceva che avevo un brutto carattere.. solo perchè non mi piacciono le cose fuori posto. Ma è un pregio, no?, mica un difetto!

Il letto va rifatto appena ti alzi. Non dico proprio perfetto, ma almeno tirare su le coperte e raddrizzare i cuscini. Mi sembra il minimo.

Lo spazzolino va dentro al bicchiere, non appoggiato sul lavandino, lo sanno anche i bambini!

Le scarpe vanno messe appaiate all’entrata, non buttate in qua e in la per la casa. Niente di particolare insomma. Il minimo di civiltà!

Ma a lui non piaceva. Si irritava, diceva che ero una maniaca rompipalle. Si spogliava: la cravatta sul tavolo, la camicia sulla sedia, i calzini per terra, le scarpe sotto al divano, una sola però, l’altra finiva sotto al tavolo…non le sfilava, le lanciava nell’aria. Mangiava e lasciava tutto sulla tovaglia, neanche se lo sognava di alzare il piatto e appoggiarlo nel lavandino…capisci che tipo? E io dovevo fare la cameriera a lui? Anche no, grazie…E cosi, via!, se n’è andato.

E due.

Poi c’è stato anche un tre e un quattro, che ti credi! Mica sono una sfigata. Solo che non mi accontento del primo che capita. E neanche del secondo, del terzo, del quarto…Alla fine sono finiti però. Non è venuto più nessuno. Vabbè, ma che sto a tirare fuori, che discorsi faccio! Sono proprio una scema, è tutta colpa di questa “Cosa” credo, la testa va dove vuole. A volte penso che impazzirò qua dentro.

A volte no.

A volte non mi accorgo dei muri. Mi espando col pensiero e come un fantasma li attraverso. Da fuori guardo me e te, guardo la Cosa. E vedo, finalmente. Cioè, non l’ avevo mai guardata veramente la mia vita…mai cosi chiara nella testa…Ogni fatto mi si snocciola davanti come un rosario, ogni grano un ricordo, ogni ricordo una rivelazione… come quelli che stanno per morire..

Oddio, sto per morire?!?…Dimmelo, sto per morire !?! Dimmelo se lo sai! DIMMELOOO!

Ma no. No, non può essere, non mi sento moribonda, anzi mi sento “vivebonda”, come non mai! Estremamente lucida, sveglia, quasi spietata. E ci vedo, come ci vede uno che finalmente mette gli occhiali, dopo anni che va avanti a strizzare gli occhi per mettere a fuoco. Ecco, io ho smesso di strizzare gli occhi. Sto mettendo a fuoco. Mai, prima d’ora. Forse avevo troppo da fare prima, mi riempivo di cose da fare, prima, cose da comprare, prima, cose da dimenticare, ma in mezzo a tutte queste cose, dove ero finita io??

Ad un certo punto mi sono persa. Ad un certo punto forse ci perdiamo tutti, no? Bisogna fermarsi e vedere bene su quale strada stiamo camminando, sennò finisce che andiamo un pò di qua e un pò di la, come l’ubriaco. E ti ritrovi da qualche altra parte che nemmeno ci volevi andare.

Come ora noi qui. Noi e questa Cosa.

Non era qui che stavo andando, ma è qui che sono arrivata. Non saprei dirti se mi piace o mi dispiace, un po’ l’uno e un po’ l’altro credo, ma ormai mi ci sto abituando. E’ proprio cosi, ci si abitua a qualsiasi cosa. Anche alla più strana. Il tempo rende famigliare persino le avversità. Una mera questione di abitudine. La sai la storia della rana bollita? Basta alzare la temperatura un poco alla volta e la rana finirà lessa senza ribellarsi, senza neanche accorgersene..

Cosi ad esempio noi, dico tutti noi, non ci siamo accorti che l’acqua del mare si riempiva di plastica, fino a che non si è formata un’isola di rifiuti in mezzo all’oceano grande quanto l’Italia, ma intanto ci eravamo abituati a scansare le bottiglie quando facevamo il bagno, come fosse una cosa normale.

Poi altri due gradi e ci siamo abituati alla terra inquinata dai rifiuti tossici e ai bambini che muoiono di tumore.- “Vabbè, dai, le malattie sono sempre esistite, pensa quando si moriva di morbillo ..”. E ci siamo abituati ai bambini che muoiono di tumore.

Poi ancora due gradi più sù, per abituarci al fatto che la pioggia non è più pioggia, che la pioggia è diluvio, è allagamento, è esondazione, è slittamento. E si è allagata tutta Genova, a Sarno è scesa una montagna di fango e quasi il mare non si ingoiava Venezia. Dico: VE-NE-ZIA. C’è mancato tanto cosi. Per fortuna l’abbiamo scampata, ma il pensiero che possa accadere, quello non ce lo toglie più nessuno.

Ci ha modificato dentro, ci siamo già abituati all’idea. Perché a pensarlo il male, ti si attacca addosso. Ti rimane nella testa. Il nostro inconscio ora “sa” che può accadere. E tanto basta. Non tornerai quello o quella di prima. Mai più. L’innocenza è perduta.

Siamo cosi, ci spaventiamo, ci indigniamo, ma intanto… ci abituiamo.

Io mi sono abituata a tante cose nella vita, due gradi alla volta..Ora mi sto abituando a te, a noi due chiusi qui e a questa Cosa. Io, te e la Cosa.

Per la verità anche un bel pò di altra gente, eh!  Diciamo qualche centinaia di migliaia di persone? Diciamo anche milioni di persone!

Ma per me, siamo solo io e Te. E’ che l’ho presa sul personale! D’altronde gli altri chi li conosce! Facce in tv, facce su facebook. Nomi. Mai andata a pranzo con nessuno! Qui in casa ci siamo solo noi. Siamo qui e ci dobbiamo restare.

A volte mi fai paura.

Ho provato a ridere di te, a vederti per quello che sei, piccolo e meschino, una specie di sanguisuga, ho provato ad ignorarti persino, a fare finta che non esisti, ma è impossibile, non me lo permettono. Sento che mi stai togliendo il respiro, d’altronde è cosi che fai, no? E’ la tua tecnica per appropriarti degli altri, per insinuarti in loro, fino nel sangue, fino nei respiri…Tu stai rubando il mio, di respiro….Mi stai togliendo persino la volontà! Pensa che non ho neanche più tanto voglia di uscire.. Forse persino mi mancherai, quando te ne andrai. Perche te ne andrai. Tutti se ne vanno prima o poi..

TE LO DEVO DIRE ORA.

Domani vengono a sanificare. Il condominio ha deciso cosi, dopo che la signora del primo piano è stata quasi per morire.. Sanificheranno, cancelleranno ogni traccia di te, della Cosa. E tutto tornerà normale, come se TU non ci fossi mai stato, come se niente fosse successo.

Ma “è” successo. Io lo so, tu lo sai.

Ma che dico, vedi che non ci sto con la testa?  No, tu non lo sai! Tu non pensi. Tu sparirai e basta, nemmeno te ne renderai conto. Neanche ti mancherò un pochino.

Un virus mica si affeziona….

Per la verità neanche io non mi affeziono tanto. Loro- i fidanzati-, lo avevano capito, perciò se ne sono andati tutti. Eppure a te mi sono affezionata in qualche strano modo, sai? Non proprio a te, ma a questa lucidità si, a questo dialogo che mi tiene compagnia…

Domani tornerà tutto come prima.

Ma io lo so, lo so che non si torna più come prima…



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