Premio Racconti nella Rete 2020 “Fragile equilibrio” di Marco Lessi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020Dal giorno del mio bieco rifiuto il padre di Elizabeth mi aveva tempestato di telefonate per almeno un mese.
“Sei un bastardo, non la passerai liscia”. Io ascoltavo i suoi insulti con leggerezza e distacco, atteggiamento che non faceva che acuire il suo livore nei miei confronti.
“Possibile che non provi un minimo di pentimento? Sembravi così sensibile e premuroso e invece non sei altro che un bastardo”. La mia colpa era stata quella di aprire gli occhi ed esercitare il libero arbitrio in un momento delicato.
Io ed Elizabeth eravamo destinati a convolare a nozze per la gioia nostra e di tutti. Cerimonia in chiesa a Firenze e poi festa in una splendida tenuta di campagna. A poche settimane dal grande giorno però Elizabeth aveva iniziato ad accusare dei dolori sospetti al seno.
“Tumore”. Il responso del medico era stato un sisma così come la cura. L’asportazione necessaria del décolleté disegnava scenari inediti che non avevamo sperimentato nemmeno nei nostri incubi peggiori.
“Ho paura,” mi disse con le lacrime agli occhi, mentre le immagini di gioia e civetteria che aveva accomulato fino a quel giorno si facevano cenere.
“Sarò con te,” le risposi con coraggio, stringendole la mano. “Supereremo insieme questa tempesta e saremo felici”.
Credevo a quelle parole, al mio amore per lei. Quanto mi sbagliavo. Ero un ingenuo e uno sciocco. Me ne accorsi non appena la rividi dopo l’intervento. Il vuoto lasciato sul suo petto mi raggiungeva come una minaccia, suggerendomi che non avrei avuto scampo di fronte a quell’assenza. Prima o poi la vita mi avrebbe bastonato e annoiato e io non avrei avuto un luogo dove fuggire e nascondere la faccia. Era questa la verità. Così la lasciai e nel giro di qualche mese mi trasferii in un’altra città. Oggi sono passati 10 dieci anni e sono una persona diversa. Vivo con Giovanna che porta un seconda scarsa e spesso dopo qualche bicchiere di vino si ritrova a fantasticare ad alta voce su un intervento di chirurgia plastica. E io ogni volta mi oppongo tentando di distoglierla da pensieri che sono infidi e pericolosi.
“Tesoro, vai bene così”.
“Sul serio?”
“Si sei perfetta”.
“Ok ok mi fido. Sarò la tua piatta”.
Gli occhi mi si riempiono di gratitudine per la fiducia che ripone in me. Ho letto diversi studi scientifici che sostengono che l’intervento plastico al seno potrebbe causare una diminuzione della sensibilità al piacere. Non voglio correre questo rischio. Sarebbe davvero folle rinunciare al trip metafisico che si innesta ogni volta che la sfioro. Un tocco leggerissimo al capezzolo, l’equivalente dell’alito di un neonato ed è magia. Lei si sfalda e si squarcia in un canto di gioia e io con lei mentre tremanti ed esterefatti balziamo insieme verso un altro mondo, prendendoci una pausa preziosa da questa valle di lacrime e sangue che è la terra e la vita.
Finalmente un racconto cinico e scomodo, di quelli che nessuno vuole scrivere perchè ha paura di perderci la faccia.
Bravo
Duro e schietto come la malattia di cui parli. Bravo