Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2020″Il genio della lampadina” di Roberto Contini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2020

Scena 1

Camera a due letti. Un ragazzo sembra succube di quello più grande.

“Ricky, sono il tuo fratello maggiore, devi fare anche il mio letto”.

“Ti aiuto con piacere Mario, in due si fa prima”.

“Scherziamo? Questo è compito tuo, lo abbiamo deciso. Adesso io devo incontrare Jenny, tu piuttosto pensi di riuscire a trovarti una ragazza?”

“Potrei anche essere trovato”.

“Vabbè, intanto vediamo se ti viene il coraggio per farti interrogare in matematica, è oggi l’appuntamento. La pandemia ti ha salvato dalle lezioni in presenza, ma le verifiche rimangono. Ciao timidino”.

Scena 2

Stessa stanza. Il fratello minore si appresta a sistemare i letti, ma spostando un cuscino urta una abatjour che cade. Riccardo agisce sul pulsante senza successo. Smonta la lampadina e la agita per accertare la rottura dei filamenti.

In una nuvola di zolfo, si materializza un genio femmina, una bella ragazza abbigliata alla araba con una mascherina chirurgica al posto del velo. Riccardo è più stupito che spaventato.

“E tu, chi saresti?”

“Mi chiamo Entità Umana, padrone, in sigla EU. Sono il genio della tua lampadina. Ti prego aiutami”.

“Ciao EU-genia, non dovresti essere tu ad aiutare me? Credevo esaudiste tre desideri e francamente a me ne servirebbero molti di più”.

“Padrone Ricky, guardami: sono una genia giovane e inesperta. Come vedi, non mi hanno affidato una bella lampada a olio; sono invece intrappolata in questa insulsa lampadina. Sento ancora le gambe rattrappite. E ho tanti altri problemi. Soccorrimi, ti prego”.

“Va bene Eugenia, se posso. Di cosa hai bisogno?”

“Padrone, come ti accennavo sono ormai grandicella, ma vengo ancora destinata alle lampade da tavolo e da sola non so dare voce alle mie ragioni davanti alla nostra equa Autorità, mi blocco”.

“Cara Eugenia, non saprei che dirti. Tu ritieni di meritare quanto vorresti? A me sembri un genio cordiale e una splendida ragazza, la tua istanza è poi ragionevole e rivolta a un soggetto che tu stessa definisci giusto. Non vedo altro limite che la tua paura. Secondo me, se ti poni gentilmente e insieme con fermezza, otterrai”.

Scena 3.

In una nuova nuvola di zolfo, il genio svanisce per ricomparire raggiante dopo alcuni istanti.

“Se non fosse per il Coronavirus, ti abbraccerei. Grazie al tuo consiglio, ho trionfato: adesso abito nel lampadario di questa tua stanza, una magione decisamente più confortevole e spaziosa della precedente. Ti ringrazio, ma ho ancora bisogno di te Padrone, ti scongiuro non mi abbandonare”.

“Certo Eugenia che sei un genio strambo! Ma se la smetti di chiamarmi ‘Padrone’, ti aiuterò. Come posso esserti ancora utile?”

“Padrone, cioè mio caro Ricky, un mio collega, il genio ES, sta per Entità Superiore, è più esperto e più abile di me; diciamolo sottovoce, è anche piuttosto arrogante. Riserva per sé le missioni importanti, affidandomi gli incarichi meno prestigiosi e io non oso contraddirlo. Come posso cambiare le cose?”

“Fammi pensare. Ti suggerirei ancora di affrontare la sfida con gentilezza e con fermezza, invertendo però l’ordine dei sostantivi. Sei nel giusto, non credi?, a pretendere maggiore equilibrio nelle incombenze, anche per lasciare emergere le tue potenzialità. Sii quindi ben determinata, ma sempre cortese”.

La consueta nuvola di zolfo accompagna il dileguarsi di Eugenia e il suo pronto riapparire euforica.

“Missione compiuta. Mi sa che qui il genio sei tu! Adesso devo scappare, un bell’incarico mi attende. Spero di riuscire a tornare presto. Grazie ancora”.

“Aspetta un attimo Eugenia, anch’io avrei bisogno …”

Il genio svanisce, strizzando l’occhio e urlando “Sei grande”.

Scena 4.

“Ma insomma, posso e devo farcela!”

Ormai solo nella stanza, Riccardo accende il computer portatile e si connette con il proprio insegnante di matematica.

“Buongiorno professore, sono pronto per l’interrogazione programmata sulle equazioni”.

“Benissimo Riccardo, francamente temevo che anche questa volta non ti collegassi, ma sono contento di dovermi ricredere. Cominciamo dunque …”

Non più nuvole di zolfo, ma una dissolvenza vela il trascorrere del tempo.

“Bravo, bravo davvero Riccardo. Mi hai dimostrato di esserti adeguatamente preparato e anche di saper ragionare con logica cartesiana. Ti ho poi sentito sicuro di te, complimenti”.

“La ringrazio professor Licardi, il suo apprezzamento ha per me un grande valore. Buona giornata”.

Scena 5.

La porta della stanza si spalanca davanti a Mario, fradicio di pioggia.

“Riccardino, tutto bene? Diamine, non hai ancora sistemato il mio letto!”

“È stata una mattinata intensa, sarebbe mancato il tempo. Ma non avrei comunque provveduto, dobbiamo riesaminare certe consuetudini”.

“Credo di non avere capito!”

“Sono certo che tu abbia compreso benissimo. Oltre ad avere un fine udito godi infatti di una intelligenza vivace, non per niente sei mio fratello”.

“Ma cosa ti è successo? Qualche extraterrestre si è avventurato nel tuo corpicino?”

“In un certo senso”.

“Ne riparliamo. Adesso devo correre in bagno per asciugarmi dalla pioggia e prepararmi: pranzo qui con Jenny”.

Mario varca risoluto la soglia dei servizi igienici.

Scena 6.

Dentro alla nuvola di zolfo il genio riappare. Riccardo bisbiglia:

“Bentornata Eugenia”.

“Perché stiamo sussurrando?”

“Mio fratello è qui, nel bagno. Ma innanzitutto devo ringraziarti. Credevo di aiutare te, mentre eri tu ad aiutare me: mi hai fatto vedere i miei problemi mentre ero libero dalla paura che mi paralizza e sei stata un balsamo per la mia autostima. Adesso mi giudicherai un ingrato, ma vorrei chiederti un ulteriore favore: pranzeresti con me, mio fratello e la sua ragazza? Nulla di raffinato, si tratta di masticare pizze da asporto in casa, i nostri genitori mangiano fuori”.

“Ne sarei felice. Vedo appese tante foto di voi due fratellini abbracciati e sorridenti, dovete essere molto uniti”.

“In effetti lo eravamo. Poi è arrivata Roberta a plagiarlo. Ora però pare sia stata soppiantata da una certa Jenny”.

Scena 7.

Si apre la porta del bagno.

“Eugenia, dietro a quella espressione esterrefatta c’è mio fratello Mario. Mario, ti presento Eugenia che si ferma a pranzo con noi. Ordino quattro pizze, Margherita per tutti?”

Si ode lo squillo di un citofono.

“Questa dev’essere Jenny, corro ad aprire. Piacere Eugenia. Benissimo Ricky per le Margherita. Venite con me”.

Scena 8.

In soggiorno, davanti a Eugenia e Riccardo, Mario apre la porta a Jenny che entra perfettamente asciutta, nonostante il violento nubifragio.

“Ciao EU, sono contenta che ES ci abbia mandate in missione insieme”.

“Ciao a te EU, non ci annoieremo certo nell’operazione ‘armonia familiare’”.

“Jenny, tu conosci l’amica di mio fratello?”

“Diciamo che siamo colleghe”.

“Dunque anche Eugenia …”

“Allora pure Jenny …”

a

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18 commenti »

  1. ahahah, allora finisce bene. Mi aspettavo che le due li accoppassero, invece sono …angeli. Grande fantasia Roberto. Come al solito, complimenti

  2. Carino e leggero il tuo racconto, Roberto. Bravo! Anche tu vittima del coronavirus … solo sotto il profilo letterario, spero. Anche tu parli di extraterrestri, però nel tuo racconto sono esseri reali. Ti dirò che ne sono un po’ spaventata, infatti non ho voluto neppure attivare in casa la famosa Alexa (regalo di Natale), la trovo abbastanza inquietante. Tuttavia, apprezzo tanti altri aspetti del progresso tecnologico. In ogni caso, il tuo racconto mi è piaciuto, mi ha fatto sorridere, ed è molto attuale. Complimenti

  3. Non ci saranno più i servizievoli e onnipotenti geni della lampada di una volta, ma supporli addirittura sicari …
    Peraltro non avrei mai inflitto un finale cupo in questi tempi mesti.
    Ti ringrazio Ottavio per il tuo simpaticissimo commento.

  4. Grazie Lucia, il tuo apprezzamento mi ha fatto molto piacere. Strappare sorrisi di questi tempi dà soddisfazione.
    Al momento, il virus non ha intaccato la mia salute, ma mi ha naturalmente condizionato la vita, insinuandosi anche sullo sfondo del mio soggetto.

  5. Veramente spassoso… Roberto, bravura e fantasia da vendere!

  6. Grazie mille Margherita per il tuo generoso commento.

  7. Divertente davvero! E scorrevole, piacevole. Mi piacciono i dialoghi, è qualcosa a cui io ambisco.

  8. Grazie Pier Francesco, fa molto piacere ricevere commenti così lusinghieri.

  9. Strizzando l’occhio al Genio della Lampada di Aladino il racconto rivisitato e attualizzato diverte e fa riflettere. Bello

  10. Ti ringrazio Maddalena per la tua lettura e per la bella recensione.

  11. Belli i dialoghi. Divertente e scorrevole. 🙂

  12. Lieto Maria Luisa di avere riscosso il tuo apprezzamento. Grazie per le tue parole.

  13. Simpaticissimo gradevole scorrevole spiritoso, ha tutti gli ingredienti di una fervida fantasia scritta benissimo. Complimenti

  14. Esilarante e simpatico! Un piacere leggerlo in leggerezza. Bravo!

  15. Che raffica di complimenti Alessandra (C.), ti ringrazio!

  16. Grazie Alessandra (M.), mi fai arrossire.

  17. Racconto leggero e divertente, con dialoghi costruiti con ritmi e suddivisi in scene in modo funzionale ed efficace. Se potessimo rubarla agli anni ’60 farei interpretare a Barbara Eden il ruolo di Eugenia!

  18. Ti ringrazio Angela per il tuo commento, la leggerezza sa rendere divertenti anche i temi seri. Ho evocato il mio genio: nessun problema a scritturare Barbara.

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