Premio Racconti nella Rete 2020 “Alla conquista degli Amici di Lui” di Patrizia Birtolo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020Una cena andata alla grande. Nel locale si mangia così bene che il menu resusciterebbe un morto.
Ora c’è il banco di prova, le chiacchiere del dopo cena. L’esame incomincia.
“E così, Eva, come ti trovi a Roma?” chiede Gabriele.
“Benissimo, ho sempre sognato di vivere a Roma.”
Su un immaginario pallottoliere che segna lo score, Eva realizza un entry bonus di 50 punti.
“È la città più bella del mondo!” aggiunge. Ding il pallottoliere segna 75 punti.
Sorride con grazia a occhi bassi. Ogni tanto li alza sull’interlocutore per poi riabbassarli subito. Parla con voce un po’ pissi pissi. Ha studiato a memoria tutte le interviste dell’attrice Marica Bruttucci, maestra indiscussa dell’eloquio pissipissibaubaupuciopucio finto timido al punto giusto.
“Sei riuscita a trovare una buona sistemazione? Dove abiti?”
“Per adesso a Torrino Nord, ma fra poco si libera una mansarda in un’altra zona.”
“Ah, e dove?”
“All’isola Tiberina” Ding! 86 punti.
A tre su cinque del gruppo va di traverso l’ammazzacaffé.
“Ma solo perché un pezzo grosso ci vuole dentro qualcuno di fiducia” spiega “Io ho dato ripetizioni alla figlia.”
“Ammazza che conoscenze altolocate” ding 88.
“Perché è una persona fine, ‘gnorante.”
Risatine.
“Allora insegni?”
“Sì.”
“Quindi ti piacciono i bambini…”
“TANTO!” ding 91.
Eva sta pensando che passerebbe a fil di spada la stragrande maggioranza dei suoi alunni, certi giorni.
“Ahò, le donne d’oggi non c’hanno più voja de sta a casa a badà a la famija, tutte che coreno a lavorà da la mattina a la sera e poi se lamenteno d’esse stanche e sso’ sempre isteriche.”
“Il mio sogno invece è proprio consacrarmi alla famiglia” cinguetta lei innocente ding 93.
Che bello, pensa, stare a casa a farsi mantenere da qualche ricco pollastro. E aggiunge:
“Una bella famiglia numerosa, di quelle d’una volta ding 100. Penso sempre: chissà che serena allegria, che bella confusione – calca oltremodo sull’aggettivo bella – che deve regnare in casa Albero.”
“Albero che?”
“Albero Alberto. Il leader del partito ‘Crescita miracolosa’ DING! 135. Lui e la moglie non hanno nove figli?”
“Ahò, me sa’ che aspetta er decimo. Aspetta ahò: Giulio, Cesare, Ascanio, Tiberio, Flaminia, Lucilla, Vinicio, Licia, Ennio… E Patroclo. No, è nato pure l’ultimo.”
“Beh, beati loro no?” Ding 153.
“Beati sì, pure io vengo da na famija numerosa, ce semo divertiti come pazzi, infatti a mi madre c’è mancato poco pe’ finì ar manicomio, eh eh” ridacchia Er Sorcio.
“Io invece…”
Silenzio tombale, tutti pendono dalle sue labbra.
“Io invece sono figlia unica” termina la frase spegnendola in un sussurro.
Er Patata, il più sensibile, c’ha già l’occhio lucido. “Ahò, e datte da fa” dice bonario all’indirizzo di Giovanni.
Giovanni sta per replicare quando Eva, sommessa: “Io però…”
Silenzio tombale, tutti di nuovo pendono dalle sue labbra.
“Ecco… Vorrei prima sposarmi ding 181. Sono una ragazza un po’ all’antica, scusate, sono fatta così!” Ding 195.
“Ma de che ahò? Ma chette scusi?? No no” fa Er Saracinesca con dolcezza “Trovanne…”
“Insomma, sapete, le solite cose. Solo che ci terrei veramente… L’abito bianco, la chiesa, i fiori, i genitori che piangono…” ding 204
“Che piangono pe’ lle spese…”
Eva si accoda alla rubiconda risata generale. Ding 215
“Eh ma non si trovano più uomini così, in giro!”
“Ma che davero davero?”
“Sì, un disastro. Milano è infestata da un sacco di uomini indecisi ding 247, traballanti e diffidenti ding 265, paurosi d’impegnarsi ding 272, gente senza la minima cognizione di cosa voglia dire Dio, Patria e soprattutto Famiglia ding 286, gente che non si sa manco mettere giacca e cravatta quando esce la sera ding 295, che non apre una portiera della macchina manco a mozzaje ‘na mano ding 312, che non sa scegliere il vino ding 318, che non ti regala mai un fiore ding 325, che la parola cavalleria l’ultima volta l’ha sentita in un film western (risate generali, ding 338). C’è da disperarsi. Non parlo per me, ma le mie amiche che racconti m’han fatto… Io piuttosto che uscire con certa gente, io piuttosto clausura! Ding 354. Sono una donna e voglio essere corteggiata ding 362 e soprattutto questi non l’hanno ancora capito che sotto sotto, la parità, noi donne, NON LA VOGLIAMO MICA!!!”
Din ding ding lo score del pallottoliere sale vertiginosamente a 457 punti.
“Meno male che qui a Roma è diverso” ding 488.
“Per esempio?” Er Patata è deliziato.
“Ma guarda, non che una chieda chissà che, ma qui gli uomini so’ omini ding 556 mi sembra che l’ingranaggio giri dalla parte giusta, piovono frasi carine da ogni dove ding 570, tutti pieni di delicatezze ding 613, tutti un’attenzione ding 624, per ricevere un complimento mica devi star lì a compilare un modulo e inoltrarlo ding 674 insomma la donna non deve far niente che pensa a tutto l’uomo ding 691 un paradiso” ding ding ding 757 punti.
“Oh, parere personale, eh” e abbassa gli occhi. Ding 794.
“MA CC’HAI RAGGIONE SANTA, COCCA BELLA – con rispetto Giovà, ma sta regazza m’è troppo simpatica.”
“Non per lamentarmi eh?” Ding 813 punti.
“No no tutto condivisibilissimo” conviene Gabriele.
“L’uomo deve fare l’uomo e la donna la donna” ding ding 856 punti.
“E ccerto” fa Er sorcio “Brava!”
“Ahò” aggiunge timida, sottovoce, come a sottolineare il punto, rinfrancata. Ma l’ahò è pronunciato in maniera esotica, in modo del tutto neutro. Insomma, in italiano.
“Mmazza quant’è caruccia quando dice ahò, me fa n’effetto pronunciato così, alla milanese” sbotta Er Saracinesca in solluchero ding 871 punti.
Eva arrossisce, affascinante come Lady Diana ding 898 punti. Abbassa gli occhi e non dice altro, ma cerca di stringersi un po’ a Giovanni ding 915.
Gabriele, l’intellettuale del gruppo, interviene.
“Se fai l’insegnante chissà come ti piace leggere. Che stai leggendo ultimamente?”
“Aspetta… Ho appena finito un libro di Montanelli ding ding 934 punti, poi mi piace tanto anche Gervaso ding 944, adesso ho cominciato un saggio che parla della colonizzazione italiana in Africa ding ding ding 987 punti.
Tutti sinceramente colpiti.
“Qualcuno ha visto il film El Alamein?” DING 1000.
“Io.”
“Io.”
“Io.”
“Io.”
“Io.”
“Ahò, mi nonno artro che er firm s’è fatto” rimugina Er Patata fra sé.
Silenzio.
Bisogna spezzare il momento troppo carico di pathos.
“Ma apprezzo anche generi meno impegnati, eh?” Ding 1030 punti. “Un’amica romana mi ha prestato un DVD…”
“Dimme dimme, io so’ cinofilo” fa Er Saracinesca.
“Cinefilo” ribatte Giovanni che fin lì ha aperto bocca solo per mangiare.
“Vabbè, se ffa pe’ ride, Saracinesca scherzava, la signora l’avrà capito…” replica Er Patata.
“Mi chiami pure Eva, la prego” ding 1057.
“Ahò, damme der tu che… che…che…”
“Ahò Patata basta co’ sto che… Che se o sento tre vorte de fila me fa starnutì” Eva capta che l’atmosfera è pronta per una battuta del genere. Ridono tutti forte e più forte di tutti proprio Er Patata, in brodo di giuggiole, manco fosse l’Eletto.
“…Che me confonni” conclude Er Patata sorridendo.
Eva abbassa gli occhi.
“Ahò ma sto firm qual è? Me so incuriosito!” riprende il filo Er Sorcio.
“È di qualche anno fa, non so se ve lo ricordate…”
“Sìì…”
“Ma bello, eh?”
“Ssìì…”
“Da sganasciarsi!”
“Ssìì…”
“Ho cominciato a vederne un pezzo, mi sa che lo compro anch’io il DVD.”
“Ssìì…”
“Però non mi ricordo il titolo” si porta una mano alla fronte in un gesto di mortificata concentrazione.
“NUN te preoccupà, t’aiutamo noi, me piacciono ‘sti ggiochi, sembra de indovinà i proverbi…” Er Saracinesca s’è infervorato.
“Credo…”
“Ssìì…”
“Mi sembra che la prima parola sia febbre…”
“LA FEBBRE DER SABBATO SERA!!” Esplode Er Sorcio, sicuro d’aver fregato tutti.
“No, non è quello” dice dolcemente Eva, dispiaciuta per lui.
Attimi di sospensione, tutte le rotelline girano in cerca della soluzione.
“Che fa ridere, la febbre… La febbre con Fabio Volo?” prova Er Saracinesca.
“Noo, più indietro…” fa Eva, gentile.
Gabriele s’alza di scatto in piedi.
“Ce l’ho, ci sono!! Ce l’ho fatta!! La febbre dell’oro! Di qualche anno fa, fa ridere, è di Charlie Chaplin… Ma certo!”
“Oh, Gabriele, no… Mi dispiace…”
“Ma come no? NO?”
“No, non c’è Charlie Chaplin…”
Si mette lì un attimo con le tempie fra le mani. Alza gli occhi disperata e li scruta tutti quanti. Sembrano attanagliati dall’angoscia di non poter essere d’aiuto.
“AH, meno male!” Eva ha un leggero sobbalzo sulla sedia e si mette una mano davanti alla bocca, poi la sposta reggendosi il mento “che sciocchina, ora mi sono ricordata!”
“Dicce dicce” è un coro da una parte all’altra del tavolo.
Silenzio abissale.
Suspance.
L’aria è immota.
“Dunque, s’intitola… Febbre da cavallo. L’avete mai visto?”
Un boato scoppia dal tavolo, sembra quello per un rigore andato a segno ai mondiali. L’urlo liberatorio fa tremare le pliques alle pareti. Gabriele tira per aria il tovagliolo che gli ricade sopra la testa, coprendogliela, e lì lo lascia, vorrebbe scomparire per il liscio fatto… Gli altri se la ridono dando manate sul tavolo. Giovanni sta per essere portato in trionfo.
Eva gongola dopo l’ultima stoccata fatale.
Il pallottoliere è semplicemente impazzito ding ding ding ding ding ding ding ding ding ding…
BINGOOOOOOO! Hai vinto 1000applausi bravissima ‘eclatante dialogo , ritratto stratosferico ‘ ‘ de certa gente e de certe z…e, che bisogna nascerci, pe’ esse come Eva, a , anvedi aho , che ganza! Premio Buduar ??
Grande Patrizia! sei riuscita a tenere tutti in pugno fino all’ultima battuta. Complimenti davvero.
Ah ah magari magari Laura… :)))) Gentilissima e simpaticissima!! Io ti RINGRAZIO TANTO per questo frizzante commento e spero entro stasera di contraccambiare la lettura!! UN BACIONE :)))
Per entusiasmare così Laura Florio qui c’è roba “seria”, ho pensato. E sono andato a vedere. Ha ragione. Irresistibile. Da uomo romano mi sento colpito a morte, ma non c’è un colpo che non sia giustamente assegnato e che non centri un punto debole. Bravissima, una scrittura coi fiocchi, riuscitissima. Non posso dire come si dice a Roma per non fare spoiler, ma questo racconto è una vera…
: )
Dialogo formidabile, conquista riuscita. Sembra di vederli questi…cosiddetti amici. Complimenti, un vero spasso.
Grazie di cuore a Tutti, Marina, Marco e Pasqualina!! A leggervi presto… :))))
veramente spassoso! Bella anche la trovata del segnapunti nella narrazione. Mi è piaciuto parecchio
Ah bello! Ma dove sei finito?
Eh, ma prima o poi tornerai a Milano, caro Eva… a recuperare le parrucche che hai scordato nell’armadio… I Rossi hanno l’occhio clinico, non si lasciano infinocchiare tanto facilmente come quel Giovanni e i suoi amici… Ding!
(sperando che non abbiano introdotto il reato di “diffamazione a personaggio narrato”)
Grazie Leonardo fortissimo il tuo commento in perfetto spirito col racconto… Beh allora lasciami salvare in “coroner” 😀 citando la famosa massima “le donne preferiscono i romani ma sposano i milanesi”… :))))
Davvero piacevole e originale. Il ritmo tiene incollati e la scena è davvero godibile. Mi sono divertita 🙂 Brava!!!
Grazie Margherita, la tua “Ora di felicità” mi ha lasciato molto, penso che sia uno di quei racconti che risuona dentro a lungo <3
Bello bello! Mi ha fatto trattenere il fiato, ma intanto sorridevo. E alla fine, in quel boato, c’ero dentro anch’io!
Un dialogo coinvolgente e potente, oltre che divertente! È stato un piacere leggerlo!
fantastico! molto divertente! Eva è proprio una paragnosta, se li è girati a suo piacimento sti romanacci!!! Bravissima
paragnosta era per non dire parac…!
Ah ah vero vero!! Grazie grazie a Tuttiiiii :*
Divertente. Molto carino! Dialogo incalzante e ben scritto.
Molto divertente! 🙂
Grazie di cuore Anna Maria e Maria Luisa!! :))
I personaggi hanno preso vita e li ho potuto vedere uno a uno, la finta gatta moscia e tutti gli omaccioni Er. Sei uno spasso e la tua scrittura è dinamica, comunicativa, accattivante, autentica proprio come lo sei tu.