Premio Racconti nella Rete 2020 “Il commiato” di Dario Alessandro Pagli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020L’aria vibrava di quella sopita frenesia che avvolge tutte le stazioni ferroviarie, specialmente quelle piccole, quando un treno si avvicina e i viaggiatori si predispongono al commiato dai cari che li hanno accompagnati. L’uomo era di spalle, la testa affondata nell’abbraccio della donna di cui si intravedeva solo una sottile increspatura della fronte. Gli occhi di lei erano chiusi, le palpebre leggere e rosee serrate nel ritratto del languore provocato dall’addio all’amato, ormai prossimo alla partenza. Dal naso, che si intuiva appena accennato, il suo volto era tutto tuffato nel foulard rosso fiammante che l’uomo teneva attorno al collo. Le due figure erano perfette per proporzioni e movenze, unite in un’armonica sintesi di forme. Alla fine della pensilina, sormontata da una lampada Art Nouveau, i vapori della locomotiva gonfiavano candidi e si dilatavano, animati da una potente forza interna capace di rigenerarli all’infinito. Si intuivano, in tutta quella nebbia fuligginosa, i bagagli degli altri viaggiatori e, posto in alto a sormontare il traffico della stazione, un grande orologio dal quadrante giallo su cui le lancette nere disegnavano i baffi un po’ tristi delle sette e venti. Anche quello era in stile Art Nouveau. L’uomo e la donna serrati nell’abbraccio erano l’ago della bilancia, il rapporto aureo che cristallizzava a tempo indeterminato tutto l’insieme. La signora M. S., 66 anni e una vita spesa nella sanità pubblica, si commosse alla vista di quel meraviglioso quadro appeso leggermente storto sul muro dello studio medico. Sognò che anche il suo tempo si cristallizzasse allo stesso modo e che il suo abbraccio alla vita, come quello dell’uomo e della donna, non avesse più a sciogliersi. Ma le sue mani già stringevano la busta con il referto che mostrava un minuscolo punto nero sul suo polmone destro e dentro di sé capì che il suo commiato sarebbe stato molto più breve.
Bello. Interessante. Godibile e molto altro ancora, in così poche righe!
Less is more, a volte è proprio vero. Mi è piaciuta molto la tua scrittura essenziale e densa. Si aspetta un’azione, ma al suo posto c’è un sorprendente cambio di prospettiva, e il tempo che viene meno. Molto bello, complimenti.
Grazie Leonardo e Marco, sono molto felice che lo abbiate letto e che vi sia piaciuto!
Sei stato molto bravo a condensare in così poche righe un’emozione così forte.
Pelle d’oca!
Stupendo e commovente. Possiamo fermare il tempo e goderci veramente il presente? Questo è il dilemma che ci porta a pensare che ogni istante presente si viva solo nel ricordo del passato e che quello futuro ci sgusci tra le mani. All’infinito.
Bravo, davvero.
Se tu volessi leggere e commentare il mio racconto te ne sarei grato. Si deve sempre imparare dai più bravi.
Un abbraccio
Mi ha lasciata basita. Una porta che si apre oltre il tempo ed improvvisamente si chiude e ti ritrovi d’un tratto oggi a guardarti allo specchio nel qui e ora. Bravissimo complimenti