Premio Racconti per Corti 2010 “Grande Buio” di Manuel Santini
Categoria: Premio Racconti per Corti 2010Una giovane coppia di fidanzati, Elisa di 22 anni e Davide di 32, decidono di passare un po’ di intimità nascosti all’ombra della periferia del proprio paese. La macchina di lui viene parcheggiata a ridosso di una ferrovia. I fari dell’auto si spengono e i due amanti si sdraiano sui sedili imbottiti dell’auto, reclinati all’indietro. Le loro labbra stanno per unirsi in un caldo bacio quando il fischio di un treno li sorprende e li fa sobbalzare. Un istante per capire l’accaduto e perdersi in una complice risata. Da lì in poi tutto fortunatamente fila liscio e i due innamorati riescono a lasciarsi andare in un passionale amplesso.
Elisa si riveste, quando i suoi occhi si fermano in un’inquietante figura che dal cristallo anteriore della macchina la sta guardando. Davide si sta fumando una sigaretta e ha solamente gli slip addosso quando vede Elisa spaventata. Lui con una mano spanna un po’ di condensa dal vetro e la strada fuori è completamente deserta. Scende dall’auto per controllare. La casa che hanno alla loro destra non dà segni di vita. Il cancello in ferro arrugginito che c’è all’ingresso è più storto di un albero decadente e solo un lucchetto lo tiene semichiuso. Quella notte Davide la passa dentro ad un incubo. E’ seduto ad un tavolo da poker. Davanti ha un ragazzo con una camicia bianca che lo sta sollecitando a pagare la propria quota: “hai sostato davanti casa mia, devi pagare la tassa, grande buio”. Davide guarda le proprie carte: non sono carte da poker, ma sembrano tarocchi… sono due carte uguali con scritto “Il matto” solo che sono alla rovescia. Il numero “0” che contrassegna l’arcano è in basso. Si sveglia di soprassalto in un bagno di sudore.
E’ un’altra notte e i due ragazzi decidono di tornare al loro posto segreto per poter stare da soli. Cominciano i preliminari, i sussurri, le carezze. Elisa si sta togliendo il reggiseno quando vede due fanali accecanti che la abbagliano. Avverte Davide, ancora sdraiato sul suo sedile, il quale si mette a sedere restando anch’egli abbagliato dai fanali. C’era proprio una macchina a pochi centimetri da loro. La paura che fosse una pattuglia della polizia si fa padrona di loro quando quella luce inizia a farsi meno accecante e più lontana. L’auto se ne stava andando a marcia indietro. Davide esce dalla macchina una volta sentitosi al sicuro e si guarda intorno. Il cancello della casa abbandonata non ha più il lucchetto.
Quella notte il ragazzo tornerà in sogno ad essere seduto al tavolo da poker con cinque persone attorno e il mazziere davanti ai suoi occhi che con uno sguardo profondo ma allo stesso tempo troppo affascinante gli sta chiedendo la quota per la sosta. “Hai sostato davanti casa mia anche stasera… devi pagare la tassa, grande buio”. Davide giocava spesso a poker e sapeva che il grande buio era colui che doveva versare obbligatoriamente la puntata minima.
E’ un’altra notte d’estate. Sono passate diverse settimane dall’ultima volta che i due innamorati si sono ritrovati a passare del tempo in quell’angolo di paese ai piedi della ferrovia. Davide è sdraiato ad aspettare l’anima gemella che lo faccia eccitare come solo lei sa fare. Un rumore improvviso lo sorprende e si mette seduto. Dice che gli sembrava di aver sentito il rumore di una macchina, ma si è sbagliato. Accanto a lui si alza un ragazzo che gli dà un bacio dicendogli di stare tranquillo. Era il mazziere.