Premio Racconti per Corti 2020 “Il corpo alieno” di Lucia Finelli
Categoria: Premio Racconti per Corti 2020– Mamma, vieni. Fai presto!
– Sto stirando. Che c’è?
– Un extraterrestre ha lanciato un coso blu sul pavimento. Corri!
– Ci mancavano gli alieni. – farfuglia la mamma di Carlotta, precipitandosi dalla figlia.
– Lo vedi? Forse ha il virus, non l’ho toccato.
– Brava. Non credo che questo corpo alieno sia infetto. Mi metto i guanti e lo prendo.
– No, chiamiamo papà!
– O i vigili del fuoco? Non disturbare papà! Carlotta, stai tranquilla. È un proiettile di polistirolo. È grandicello, ma è di una pistola giocattolo.
– Com’è arrivato qui?
– Ho una mezza idea … affacciati al balcone.
– Prendo la mascherina e vengo.
– Vieni senza, l’aria non è pericolosa. Solo le persone possono contagiare il virus attraverso le goccioline di saliva.
– I droplets.
– Brava!
Carlotta mette comunque la mascherina, e si affaccia al balcone.
– Ugo ciao!
– Ciao.
– Sei stato tu a lanciare quel coso? – dice Carlotta con tono severo, rivolgendosi al bambino che abita di fronte.
– Tu non ti affacci mai, non esci più di casa … stai sempre con quella cosa sulla faccia?
– Sì. Non è colpa mia. C’è il lockdown.
– Che hai detto? Sei strana, sei cambiata … non sei stufa di stare sola? A me mancano i compagni di classe. Mi manchi tu che mi scrivi i compiti sul diario e dividi con me la merenda.
– Anche a me … però io non mi annoio, faccio i compiti, leggo, disegno. Tu perdi tempo a fare gli scherzi. Non lanciare più niente a casa nostra. Mi sono spaventata.
– Scusami. Allora, ti chiamo, e parliamo dal balcone, va bene?
– Okay. Però, poco. Non mi piace parlare qua fuori, ci sentono.
– Ciao Ugo. – interviene la mamma di Carlotta.
– Buongiorno, chiedo scusa. – balbetta lui, imbarazzato.
– Scuse accettate. Chiacchierate pure. Vado di là, non voglio violare la vostra privacy.
– Grazie, signora … io volevo chiedere se … Carlotta mi può portare il proiettile a casa?
– Sei combattivo, e intraprendente! Va bene, se Carlotta vuole. Giusto un attimo. Per consegnarti il corpo del reato!
– Sì, lo voglio! – dice Carlotta entusiasta, ma subito ribadisce il concetto – Però, non lanciare altri giocattoli!
– Va bene. Vieni tra un’ora. Così mi faccio la doccia. Sto ancora in pigiama.
– Lo vedo. – dice Carlotta sospirando.
– Agli ordini! Tra un’ora ti mando Carlotta. Ovviamente, non può entrare a casa tua. Dobbiamo rispettare la quarantena. Non siamo malati, ma dobbiamo stare a distanza.
– Tutta colpa del Re Virus.
– Sei pure spiritoso! E già, un re subdolo e malvagio, hai ragione. E noi siamo i sudditi. Dobbiamo ubbidire, e rispettare le regole.
– Sennò ci uccide. – dice Carlotta seria.
– Le regole mi uccideranno! Arrivederci signora. Carlotta ti aspetto ciao. – dice Ugo, scomparendo dietro le tende di casa sua.
– Sì, a tra poco. Mettiti la mascherina. – urla Carlotta, ma resta sul balcone a guardare l’ombra di Ugo, che dietro le tende trasparenti salta nella stanza come se avesse vinto una coppa.
– Tu sei pronta, Carlotta? Carino Ugo, vero?
– Sono pronta. Carino. Però è piccolo.
La mamma ride. Senza farsi vedere, osserva la sua donnina.
Carlotta, lavata e vestita dal mattino, si spazzola, si mette il profumo, e sistema il corpo alieno in una scatola, insieme ad un bacio Perugina e a una fetta di crostata all’albicocca appena sfornata. Poi, si accomoda sul tappeto del corridoio cercando sul tablet racconti per bambini, ed aspetta paziente che l’orologio a pendolo, con le sue ipnotiche oscillazioni regolari, scandisca il trascorrere di un’altra ora.
Gong … le diciotto! Carlotta scatta in piedi ed esce di casa senza mascherina.
Ciao cara Lucia, bello il tuo racconto, visto con gli occhi della spensieratezza, dei bambini, della paura che si vince con il gioco, della madre che vede crescere la sua donnina, mi ha ricordato le mie terrazze da piccola, grazie 🙂
Grazie a te Diana per la lettura e il commento attento. Come vedi, anch’io alla fine ho ceduto al Covid. Però, il lancio del corpo alieno c’è stato sul serio, dal balconcino frontista alla mia cucina, da parte di un bambino simpatico che ha voluto mettere alla prova la sua bravura in tempo di quarantena. La mattina seguente ho scritto la prima bozza del racconto molto aderente alla realtà, ma poi si è inserita Carlotta e io mi sono fatta da parte. Grazie ancora e speriamo sempre di rivederci prima o poi. Buona notte.
Pensavo, ma Lucia non arriva? Un racconto fresco. L’immagine di Ugo che salta di gioia pensando di non essere visto è cinematograficamente perfetta e divertente. Hai descritto molto bene la capacità dei bambini di essere contemporaneamente seri e spensierati, paurosi e pieni di slancio, rispettosi delle regole e pronti a scavalcarle con un sorriso.
Caro Marco, a volte ritornano … Ma veniamo al corpo alieno. Hai ragione, il mondo dei bambini è un mondo a parte, fantastico, e difficile da decifrare. Così come c’è differenza tra l’universo maschile e quello femminile, e si vede sin da piccoli. Le femminucce, in genere, sono più assennate (o più saccenti), ma poi capita che per amore perdano la testa, anche se sono piccoline e magari non lo vogliono dare a vedere. Carlotta, in fin dei conti, è pur sempre una bambina.
Hai interpretato molto bene il carattere e la psicologia dei bambini e l’episodio è tanto curioso quanto attendibile e rappresentabile in Corto. Alle diciotto Carlotta esce senza mascherina, forse nell’allegria si è dimenticata, forse inconsciamente sente il richiamo della libertà. Da genitore comprendo il suo atteggiamento anche se non lo condivido.
Grazie Andrea per il tuo commento. Certo, anch’io da mamma non lo condivido, però Carlotta è una bambina, per giunta innamorata … come si dice, chi disprezza vuol comprare. E poi, se non ci fosse stato il limite dei 3.500 caratteri, la sua mamma l’avrebbe sicuramente raggiunta sull’uscio di casa di Ugo, per farle indossare la mascherina …
Anche Angelica, la più piccola delle mie figlie, si dava appuntamento con l’amichetta per scambiare due chiacchiere dai rispettivi balconi. Questo le bastava per ricaricarsi e affrontare meglio il periodo di totale chiusura. Hai reso bene lo stato d’animo dei bambini. Veramente brava.
Bravissima Lucia. Confesso che esplorando l’incipit del tuo scorrevole soggetto avevo erroneamente profetizzato l’origine aliena della pandemia. Mi ha fatto invece piacere ritrovarmi avvolto dalla magia di una tenera storia al confine impalpabile tra l’amore e l’amicizia. Non preoccuparti troppo per la mascherina dimenticata, sarebbe servita contro il Covid, ma non avrebbe comunque protetto Carlotta dai proiettili di polistirolo, i moderni dardi di Cupido.
Grazie Margherita, grazie Roberto per la lettura attenta. Ricambierò quanto prima. Fa sempre piacere ricevere un commento.
Avevo letto già il tuo racconto, volevo commentarlo ma poi, come spesso accade, distratto da altro non l’ho più fatto. È molto, molto carino, le sensazioni e le emozioni che prova Carlotta sono così ben descritte che mi par di vederla, seduta sul tappeto, in attesa che scocchi l’ora. Complimenti
Grazie Ottavio. Sì, il tema dell’attesa (paziente o impaziente che sia), è uno di quelli a me cari, insieme ai sentimenti schietti dei bambinii.
“Le regole mi uccideranno!”, penso che qui sia un pò il fulcro del racconto, la spensieratezza dei bambini che va oltre le regole, oltre le paure che ancora non sembrano averli scalfiti, non a caso quando scattano le diciotto Carlotta parte in quarta senza la mascherina!
Mi è piaciuto, complimenti! Credo ci sia giusto qualche virgola di troppo, o mancante (per esempio “Carlotta ti aspetto ciao”).
Grazie Adriana, mi fa piacere che ti sia piaciuto il corpo alieno. Il rispetto delle regole è senz’altro uno degli argomenti inevitabilmente tirati in ballo dal temibile Re virus. Quanto alle virgole, io sono un po’ una fanatica della punteggiatura, lo ammetto. Nel tuo esempio, mancano le virgole poiché Ugo ha fretta, parla senza prendere fiato, non ha il tempo di fare pause.
Mi è piaciuto molto. L’interazione tra i bambini è ben riuscita. Traspare spensieratezza, affetto, e anche un po’ la voglia di tornare alla normalità, a quando era più facile vedersi e stare insieme senza dover indossare nessuna mascherina.
Grazie Maria Luisa per il commento attento. Hai compreso alcuni degli aspetti principali di questo racconto breve: spensieratezza dei bambini, solitudine, nostalgia dell’affetto e desiderio di normalità.