Premio Racconti per Corti 2020 “Dialoghi” di Ottavio Mirra
Categoria: Premio Racconti per Corti 2020Sud Italia. Sala d’aspetto di uno studio medico
<Signora scusate, ma di
notte quando chiudete il garage potete fare meno rumore per favore? ché
svegliate tutto il vicolo>
< E scusate, quello è mio figlio che torna tardi, certe volte pure alle 5 di
mattina>
< E però facesse più piano. Fa un rumore quella saracinesca che sveglia pure
i morti>
<Eh lo so. Lui me lo dice sempre. Mamma sapessi di notte come si amplificano
i rumori, anche quelli che di giorno passerebbero inosservati. Quello di rumori
ne capisce>
< E allora facesse più piano>
< Sì sì, non ve ne incaricate, mo glielo dico. Appena si sveglia. Pure
stanotte è tornato alle cinque. Poverino>
< Ma come mai torna a quell’ora? Lavora?>
< Certo signora mia, si dà da fare, non è di quelli che vanno in discoteca e
si drogano>
<E che lavoro fa, il guardiano in una fabbrica?>
< No no, fa un lavoro saltuario>
< Ah, ecco. Forse fa il supplente come guardia giurata notturna? C’è un mio
lontano nipote che lo fa. Ogni tanto lo chiamano.>
< No no signora, mio figlio fa il ladro. Cioè, non propriamente il ladro, fa
il palo, ché lui le serrature non le sa aprire. Però a fare il palo guadagna
poco. Io gliel’ho detto, bello a mammà, impegnati, fatti una specializzazione
importante, che so, un corso che ti insegni ad aprire le casseforti a muro, le
serrature marcate CE. Niente da fare, si accontenta di pochi spiccioli. Questi
sono i giovani signora mia, poche ambizioni. E la colpa di chi è? Del governo
che un lavoro non ce lo dà, proprio non ce lo dà a questi ragazzi>
<… … … >
< Comunque adesso glielo dico che vi siete lamentata, vedrete che quando
torna farà meno rumore possibile>
< No no, non vi preoccupate, che volete che sia un po’ di rumore. Io poi a
quell’ora già sto sveglia>
La madre del palo mi lancia
uno sguardo furbesco sott’occhi. Quando l’altra saluta ed entra
nell’ambulatorio, scoppia a ridere allegra.
<La gente si ammocca di tutto” – mi fa – se mio figlio avesse fatto il
ladro io poi lo dicevo a lei>. E ride
< Ma certo> – le dico – e rido di gusto anch’io.
< Io neanche ce l’ho un figlio>
< Ma davvero? – le chiedo incredulo – si è inventata tutto?>
< La verità è che sono io che torno alle cinque. Con il lavoro che faccio,
stanchissima, figuriamoci se penso a far piano nel chiudere la saracinesca del
garage>
< Ma infatti – solidarizzo – il lavoro notturno dev’essere massacrante. E
che lavoro fa?>
< Batto al km. 12, 7 sulla SS 7 bis. Ma non è più come una volta signore
mio. Con tutte le slave che ci fanno concorrenza, noi italiane siamo seconda
scelta. Questa storia deve finire. Io dico: prima le italiane. Alle prossime
elezioni so io chi votare> e mi lancia lo sguardo furbesco di prima
< Ok – le dico alzando le mani – mi arrendo>
E lei ride
Ottavio! Scusa l’apparente volgarità ma dei trans e delle B…e , sei il RE ! Come le descrivi tu, non lo fa nessuno! Ma …Simonetta non è gelosa?? Comunque, bellisssss corto !!
Grandissima penna Ottavio, non ti smentisci! Ho riso dalla prima all’ultima riga…bravo bravo bravo!
Ahahah cara Laura, è solo un caso. Grazie, mi fa molto piacere che ti sia piaciuto
Maria grazie mille, sei troppo buona
Che bello. Dialogo irresistibile, musicale, come una canzone da sentire e risentire. E la risata finale è contagiosa, si attacca al viso del lettore.
Ottavio, scusa ma …stamattina mi son svegliata con questo dilemma esistenziale : Ma il Premio Buduar, si può assegnare ad un corto? Sai che festa al km 12,7 SS 7 bis!
Grazie Marco. Anche a me è piaciuto il tuo racconto
Eh eh, cara Laura non credo proprio. Come sai il premio Buduar è destinato ai ” racconti” e sarà scelto tra i venticinque selezionati. Comunque vuol dire che ti ho fatto per lo meno sorridere. Mi pare buono
Concordo con gli altri, bel dialogo, simpatico e divertente. La risata finale pare di sentirla. Ottimo da realizzare.
Grazie mille Pasqualina. Ho letto il tuo bel racconto. Purtroppo è vero, oggi è più facile indignarsi e manifestare per futilità che per difendere diritti
Eccomi Ottavio! Mannaggia alla quarantena, alla fase tre e ai compiti poco smart dei figli che non mi lasciano il tempo per venire a leggere i vostri meravigliosi corti!
MI arrendo anche io, col sorriso in viso! Corto, divertente, rappresentabile…Le qualità le ha tutte! Mi è piaciuto molto!
Caro Ottavio, racconto dove simpatia umorismo gioco e vita si intrecciano con magia. Bello, e si ride
Care Silvia e Diana, ma sì, ridiamo un po’. Dopo questo periodo ci vuole. Grazie
Molto divertente, i miei complimenti.
Sfiziosissimo! Da avellinese ho apprezzato la voce e il linguaggio, “non ve ne incaricate” lo diceva sempre mia nonna. Bravo!
Cara Silvia, grazie
Complimenti Ottavio. Sarebbe spassoso assistere alla proiezione del cortometraggio ispirato al tuo spiritosissimo soggetto anche se, grazie alla vividezza della tua prosa e alla travolgente spontaneità dei dialoghi, ogni immagine si è già materializzata nella mia mente.
P.S.: devo segnalarti che quella volta nella sala d’attesa c’ero anch’io. Appena sei entrato tu nell’ambulatorio (immagino per una ipertrofia della creatività letteraria), la peripatetica, ex madre del palo, mi ha strizzato l’occhio, negando di svolgere l’antica professione e confessando l’inconfessabile: di notte scrive, ma si agita, esce, rientra perché non sa trovare un’ispirazione degna di Racconti nella Rete.
Eh eh eh, caro Roberto, io credo che lei non sia quello che dice di essere. La verità? Non la conosco. Forse, semplicemente, non vuole che ci si faccia gli affari suoi e allora si diverte a portarci fuori strada. Chissà. Un caro saluto
Provo per la terza volta a scrivere un commento. Purtroppo, ci ho provato altre due volte, ma il computer ha avuto dei problemi. Comunque, solo per dirti che il tuo racconto mi è piaciuto, è ironico e scorrevole, oltre che cinematografico. Bravo!
Lucia grazie mille e in bocca al lupo
Letto e riletto e ogni volta il medesimo risultato: risate di cuore… fantastico!
Grazie di cuore Margherita
Ottavio, stupendo e che ritmo!!! Inoltre trovo che saper far ridere sia molto più difficile che commuovere, quindi doppiamente bravo. Un dialogo che conquista 🙂
Grazie mille Margherita
Ottavio, divertentissimo, pieno di ritmo. Sono certa che gli interpreti lo troverebbero godibilissimo nella rappresentazione. Da attrice, so che mi divertirei un mondo nell’interpretare il personaggio della signora nella sala d’ attesa, nello studio medico . È un personaggio provocatorio, simpatico, autoironico, molto propenso ad infischiarsene del giudizio, o meglio, pregiudizio altrui. Ti auguro una giusta ribalta e incrocio le dita.
Grazie per il generosissimo commento. In bocca al lupo a te cara Annamaria
Ho trovato il tuo racconto pieno di umorismo, divertente e pieno di sorprese fino alla fine.
Scorre bene, si può’ già
immaginare il montaggio di questo corto. Bravo!
Bello e originale! Un doppio dialogo davvero ben strutturato, piacevole e divertente!
Maria Antonietta e Davide vi ringrazio molto. I mesi passati sono stati per tutti molto duri, allora mi sono detto: perché non fare una cosa che faccia sorridere? Se ci sono riuscito, mi fa molto piacere
Un bel ritmo. Veramente divertente. Complimenti! “Lei ride“… e anche noi.
Grazie mille Maria Luisa
Ah ah ah complimenti! Divertente e che bella idea!
Grazie Anna Maria Contesini, sono contento ti abbia fatto sorridere