Premio Racconti per Corti 2020 “Gran Vista sul Cuore” di Maida Occhionero
Categoria: Premio Racconti per Corti 2020Un pomeriggio, appena tornata dalla passeggiata con Buio(il mio cane) mio figlio mi chiede:” senti…ma tutti gli occhi riescono a vedere?” Io rimango seduta sulla sedia in cucina, come qualcuno che ha sentito per la prima volta il suono di una parola! E penso “Gli occhi?Se tutti vedono?” Ci penso un po’ su, mentre preparo la merenda a Giacomo. Devo dire che questa domanda mi ha fatto venire in mente una storia che mi ha raccontato mia madre tanto tempo fa, quando io avevo la stessa età di Giacomo. Ho chiesto a Giacomo se voleva ascoltare una storia, e lui un po’ perplesso mi ha risposto di sì. La storia è questa. In paese, c’era Gianni, il figlio di Nunzia e Primo, quelli che abitavano alla fine della strada che porta alla stazione, in via Storiani. Gianni era nato con una particolarità! Lui vedeva solo i colori chiari, quelli scuri non li riconosceva. Il rosso, il blu, il nero e altri colori scuri non facevano parte del suo mondo. Quindi al semaforo, quando doveva attraversare, aspettava che qualcuno attraversasse e voleva dire che era verde per i pedoni.
Per capire che era sera, Gianni guardava in cielo e così vedeva le stelle, e capiva che dopo cena, era arrivato il momento della storia della buonanotte. Gianni si sentiva speciale, perché nessuno nel paese oltre a lui aveva questa caratteristica. Alcuni bambini lo prendevano in giro dicendo che lui non era come gli altri, perché non poteva vedere quello che vedevano tutti. Giacomo non ci faceva caso, perché lui sapeva che vedere, non è solo una questione di occhi. Cioè, si è vero, sono gli occhi che ci permettono di trasformare in immagini tutti gli stimoli ma , per usare gli occhi ci vuole la capacità di entrare dentro, e non solo attraverso questi due canali, così speculari. Infatti se chiedi a qualcuno come vedi un albero, ognuno dirà qualcosa di diverso, nessuno dirà la stessa cosa.
“Si ma questo cosa vuol dire mamma?” chiese Giacomo
” Sai Giacomo, per capire le cose, bisogna avere la determinazione di ascoltare fino alla fine, quando si racconta una storia” dissi io
Quando un giorno, il maestro durante una lezione, chiese a tutti in i bambini di chiudere gli occhi e di provare a descrivere il loro compagno preferito, Gianni fu molto contento e divertito. Gianni descrisse così bene Luca, un suo compagno: ” signor Maestro, Luca ha quel buffo ciuffo sulla testa perché vuole nascondere le ciabattate che suo padre gli dà perché dice che è un somaro! E poi mi piace molto, perché quando si annoia prende la matita e comincia a disegnare macchinine su tutto il quaderno e poi chiede di andare in bagno e invece va a spiare Rachele nella 2B, occhi azzurri e capelli biondi.” Il maestro fu sorpreso e divertito e lo chiamò alla lavagna. “Vedete miei cari alunni, Gianni ha la capacità di descrivere particolari che si vedono con la profondità del sentimento, con la precisione del cuore.” Allora Gianni sorrise ed abbracciò il suo maestro e capì che nessuno l’avrebbe più preso in giro.
“Ora hai capito?” dissi io
“Si ho capito Mamma, allora chi è buono è fortunato, perché vede cose che gli altri non vedono!e meno male che non c’è bisogno sempre degli occhi per vedere!”disse Giacomo
Io stupita chiesi a Giacomo ” perché dici che meno male che non c’è sempre bisogno degli occhi per vedere?”
“Altrimenti come farei a vedere al buio che la luce si nasconde perché si vuole nascondere?” rispose Giacomo
Un racconto “fresco”, piacevole e profondo come lo sono certi racconti che, pur evidenziando il dramma di una situazione esistenziale difficile come lo è in questo caso la cecità,, ci coinvolge, mantenendo il sorriso. Bello.
Grazie Maddalena. Sono contenta che ti sia piaciuto. Ho cercato di far capire che la diversità è solo un aspetto della percezione delle persone, e che la maggior parte delle volte si rischia di essere superficiali. Invece se ascoltiamo la parte vera di noi, che comprende fragilità e forza, tutto quello che ne viene fuori è un dono, e diventa empatia e umanità.
Non so quanti anni abbia il tuo Giacomo, ma è comunque molto profondo e ha una gran vista sul cuore, come dici tu. Mi è molto piaciuta la storia di Gianni. Bisogna sempre narrare storie, soprattutto ai più piccoli. Insomma, i racconti aiutano tutti, scrittori e lettori. Il finale è commovente. Brava!
Lucia, ti ringrazio molto per il tuo commento. Sono contenta che ti sia piaciuto e che tu abbia colto la profondità e la bellezza dei racconti narrati con il cuore.
Giacomo ha 6 anni. Un’età importante per sviluppare le basi per una consapevolezza ed empatia, e per imparare che tutto quello che viene dal cuore, vale la pena di essere vissuto e raccontato.
Dolcissimo complimenti. Protagonista di questa storia è il cuore che vede sente e vive attraverso gli occhi dei bambini. Complimenti sei molto brava