Premio Racconti nella Rete 2020 “Ferragosto” di Maddalena Frangioni
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020C’è ansia stanotte, nessuno riesce a dormire, domani è il 15 Agosto, il giorno più atteso che arriva e colpisce anche quelli più indifferenti e distratti. In casa mia era la festa più bella. Mia madre, quel giorno, si staccava dalla macchina da cucire, raccoglieva i fili per terra, rassettava la stanza, chiudeva le finestre alla luce lasciandola inondare dal buio.
Il 15 è il 15, è la giornata dedicata al Dio Sole, non possiamo dimenticarlo. Per noi bambine portate al mare a giocare con la sabbia, a saltare tra gli spruzzi delle onde, a divorare a zuppa preparata dalla mamma, a addentare la grossa fetta di cocomero che lasciava tracce di rosso vivo sulla maglietta difficili da cancellare, era la festa più bella dell’estate. “Hai sistemato bene la borsa?”, grida la mamma al babbo che da una buona mezz’ora non fa che riempire la piccola giardinetta di legno di sacchi e sacchetti. “Attento alla borsa gialla, lì c’è la zuppa, non deve subire scossoni, altrimenti…e il sacchetto con la frutta è a posto? Mi raccomando Renato l’anguria deve stare comoda per arrivare integra e fresca”. Poi cominciava il breve viaggio da casa alla spiaggia, tutti stretti nella giardinetta, noi bambine nel bagagliaio, le gambe raccolte, strette tra le braccia, le ginocchia a toccare la bocca. L’entusiasmo era palpabile e guizzava come un’anguilla tra un sorriso e uno sguardo. Gridi, urli di gioia, corse sulla battigia, capriole e mal di pancia, rimproveri e sorrisi erano questi i tanti effetti della felicità che la giornata ci regalava fino a sera, quando nel viaggio di ritorno il tramonto pian piano spegneva la festa.
La notte si portava via il Ferragosto e all’alba mia madre tornava a cucire e a imbastire, gli occhi arrossati per la stanchezza. Soltanto negli occhi e nei cuori di noi bambine il Ferragosto resisteva e si contavano i giorni sul calendario, ogni volta sperando che fosse il più bello. E Ferragosto è tornato ogni anno, ma gli occhi,nel tempo, ne hanno cambiato i connotati.
Nel tuo lirico racconto ho riassaporato magie delle quali da bambino sapevo godere, ma a cui mi sono ormai assuefatto. Grazie e complimenti.