Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2020 “Fogli bianchi al vento” di Maddalena Frangioni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020
                               

I tanti fogli bianchi che sventolano al vento attaccati al cancello della scuola non passano inosservati a chi, come me, ogni giorno ci passa davanti per andare al supermercato.

Stropicciati, sgualciti, pieni di polvere, non hanno la compostezza dei bei fogli bianchi sulla scrivania nonostante l’impegno che l’autore ha messo nel compilarli. Sono tutti diversi in lunghezza e in larghezza, scritti in lingue, le più strane e sconosciute per me che a mala pena conosco un po’ di francese. Cerco di leggere il nome e l’indirizzo, curiosa di scoprire chi si nasconda dietro quel foglio sgualcito. Salta agli occhi sempre la stessa parola, “work”, detta in inglese perché sia più comprensibile, visto che l’inglese è la lingua che domina il mondo. Mi rendo conto che tutte quelle persone stanno cercando un lavoro, non dicono quale, ma io so che, per loro, lavoro significa casa e cibo.

Ogni giorno cerco di contarli, sono tanti, uno sull’altro, uno vicino all’altro, tanto stretti da formare un tappeto di piccoli rettangoli vergati di nero, raramente di rosso ( forse l’inchiostro è finito).La quantità varia a seconda della stagione, più abbondanti e folti in primavera e in estate a formare un grande tappeto che coprono tutto il cancello, più radi in inverno, a causa del freddo e della pioggia, calpestati da scarpe irriverenti o trascinati dal vento negli angoli delle strade. Anch’io come tutti, quando sono comparsi sul cancello della scuola, avrei voluto chiamare il vigile del quartiere, nessuno può imbrattare un muro o un cancello con fogli pieni di scritte. C’è voluto del tempo per accettarli e capire che erano innocui. Sono nomi di persone provenienti da Paesi lontani in cerca di un salvatore. Il mondo del lavoro è cambiato, le raccomandazioni o il passa parola sono cose d’altri tempi.

La gente si sposta, lascia i propri Paesi e le proprie case, affronta viaggi e sacrifici, si mescola agli autoctoni del luogo e non ha più punti di riferimento. Il foglio bianco attaccato al cancello diventa l’unica risorsa cui affidare la speranza di un futuro fortunato o dannato a seconda di chi raccoglierà il messaggio. L’inverno è alle porte, mentre sto camminando noto che dal cancello molti fogli, per il vento, sono caduti a terra. Mi piego ne raccolgo uno finito tra le mie gambe. Cerco di pulirlo dalle foglie e lo riattacco. Gioisco nel vederlo fermo, alto sul cancello.Sono contenta che oggi a Dolores, la ragazza peruviana che cerca un lavoro da badante, sia andata bene. Il suo nome è di nuovo ben visibile anche al passante più distratto.

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2 commenti »

  1. Una triste realtà velata di poesia. Bello.

  2. Sai perchè è un bel racconto, perchè tratta di un argomento che in pochissimi riusciamo a vedere. Hai descritto un angolo di vita quasi invisibile per molti ma indispensabile , direi vitale, per altri. brava

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