Premio Racconti per Corti 2020 “La parola di Dio” di Domenico Pizzulo
Categoria: Premio Racconti per Corti 2020In un monolocale colmo di cianfrusaglie e libri sul marxismo poggiati in giro, dorme su una poltrona un vecchio di nome Felice. La TV accesa su LA 7 trasmette un notiziario. Sulle pareti alcune foto di un giovane sorridente capellone intento a suonare una Fender Stratocaster Special incorniciano la poltrona sulla quale giace il signore.
L’eco di una messa in lontananza interrompe il pisolino di Felice. Irritato dal rumore il vecchio si dirige verso il terrazzino che da sul cortile interno del condominio. Con tono stizzito urla in direzione della dirimpettaia per chiederle di abbassare il volume della messa in TV. Quella alla richiesta del vicino risponde divertita spiegando l’iniziativa del parroco: dire messa con gli altoparlanti accesi così da far arrivare la parola di Dio nelle case dei compaesani costretti in quarantena per via del COVID 19. Il vecchio alle parole della signora ritorna in casa chiudendo scortesemente la conversazione. Decide di chiamare i carabinieri per denunciare il fatto, ma quelli lo invitano a resistere, in fondo si tratta di un’oretta e tutta la comunità del paese ne è ben contenta. Felice adirato alza al massimo il volume della TV scatenando il disappunto dei condomini intenti ad ascoltare la santa funzione. Munito di tappi affoga la sua rabbia nella lettura del Capitale di Marx.
L’indomani Felice è di nuovo svegliato dalla voce rimbombante del parroco. Alzatosi dal letto di tutta fretta per vedere cosa stesse accadendo, si accorge che parte dei condomini, soprattutto gli anziani, è sul balcone intenta ad ascoltare. Urla alla vicina per sapere cosa stesse accadendo, e quella gli dice che si tratta del rosario delle 8, poi ci sarà alle 12 e poi ci sarà la messa alle 18. Felice sempre più adirato sbraita il suo disappunto in direzione dei fedeli che con gesti poco consoni al loro status lo invitano a rientrare in casa. Felice allora ha un’idea. Se la legge non fa giustizia se la fa da solo. Si dirige in soffitta per prendere la sua vecchia Fender Stratocaster Special e il suo vecchio amplificatore, un Vox valvolare da 100wat. Apre il balcone, tira su il volume al massimo e comincia a rockeggiare come faceva da ragazzo alle feste dell’unità.
Finita la performance, convinto di aver dato una lezione a tutti, rimane invece colpito dal forte applauso che viene dai condomini vecchi e anche giovani, arrivati sul balcone per assistere alla novità. Al grido di “biss!”, Felice contento riscopre la sua vecchia passione per la chitarra. L’indomani, alle 8 precise, a suon de L’internazionale, Felice a modo suo contribuisce a portare la parola di Dio nelle case dei compaesani.
Una riedizione di Peppone e don Camillo ai giorni nostri. Botta e risposta dai balconi con messe e cori contrapposti, con un vago rimpianto di anni genuini.
Una fotografia divertente che potrebbe diventare anche un racconto se a Felice fosse dato lo spazio di vivere e agire. Se posso Domenico, prova a fare un passo indietro con la telecamera. Lascia che Felice si muova sul tuo palco, fai vedere come si incazza, non dirlo, mostralo semplicemente e ti troverai immediatamente a pagina dieci e la tua fotografia sarà diventata un racconto.
Uno spaccato di vita reale, direi. Molto “sul pezzo” e molto bello per la positività che ispira e poi…sono propensa a credere che la parola di Dio viaggi bene sulle corde di una Fendere Stratocaster Special. Bravo.
Vi ringrazio per i preziosi commenti!