Racconti nella Rete®

In una delle tante dirette del santo padre Francesco, dovute all’emergenza sanitaria, mi ha colpito l’osservazione di un giornalista che con un certo stupore faceva notare la bellezza del pavimento della Basilica di San Pietro in Roma. L’assenza dei pellegrini che affollano solitamente questo tempio della cristianità ha permesso di far cadere lo sguardo su quest’opera d’arte grandiosa. La pavimentazione in marmo è un susseguirsi di giochi geometrici che non hanno solo uno scopo decorativo ma determinano la posizione dei prelati, papa compreso, durante le funzioni liturgiche solenni. Marmi pregiati provenienti da molte parti del mondo; riconoscibile il bianco di Carrara, il broccatello, il diaspro di Sicilia, calpestati ogni giorno da migliaia di persone intente ad ammirare ciò che sta in alto, ignari di camminare su un capolavoro. Questa immagine mi accompagna da diversi giorni e in un certo senso si ripete durante il tragitto giornaliero che faccio per recarmi a lavoro. Mi guardo intorno come se vedessi per la prima volta alcuni scorci del mio paese. Il silenzio muta la percezione delle cose. Così, oggi, mentre passo accanto ad una chiesetta dell’’800, penso al suo valore storico-artistico e a tutte le volte che in preda alla fretta o al traffico ho ignorato. Viali alberati, vicoli che solo a fissarli pare vogliano raccontarti una storia. L’emergenza sanitaria ha cambiato le nostre abitudini e forse è un bene. L’assenza diventa presenza.