Premio Racconti nella Rete 2020 “La ballata del signor G” di Leonardo Pori
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020
Giro armonico, Do maggiore:
Rinchiuso tra quattro pareti a fare la muffa, un paio sono di un particolare cartongesso resiliente, il signor G stagiona nel suo appartamento mentre trascorre il periodo di isolamento. Un altro paio sono le opzioni possibili e non demolibili, come muri maestri: diventare un salame e valorizzare così la presenza dei protisti pluricellulari che lo stanno ricoprendo, o riscoprire la sua passione per la scrittura, come mezzo di evasione. A proposito, ecco cosa pensa il signor G in merito alle proprie competenze e capacità da narratore: “Ultimo libro che ho letto? Boh, ma che importanza ha, per scrivere qualcosa basta la creatività. Qui ci vuole un bel concorso letterario, per sfuggire all’ordinario.” Assorto in questi pensieri, lui si getta nella rete nottetempo come uno sgombro, quella del salame è una rete locale, e trova un’offerta che al supermercato se la sognano.
La minore:
“Inviare la mia ultima fatica, si, ma quale? Devo scrivere di getto, con piglio originale e lanciarmi nel progetto.”
Come da manuale di scrittura, dopo la descrizione del protagonista, ovviamente lui stesso, entrano in gioco i suoi alleati e la crisi: “Ma come, un’altra?” ribatte già il suo alter ego. “E dai che ora ti trovo una compagnia speciale, se l’amicizia ancora vale. L’ambientazione è questa qua, proprio uguale alla realtà,” pensa il signor G. Cercare dei sostenitori al suo personaggio in quei trenta metri quadrati di monolocale è un po’ complicato, ma ecco che la fantasia posa l’occhio su un paio di scarpe da ginnastica incuneate sotto il divano, sono rimaste lì dal giorno del primo decreto di serrata generale: come simbolo di libertà e leggerezza calzano a pennello, e grazie, quindi possono accompagnare il protagonista nelle traversie del racconto, a mo’ di ali dei calzari di Perseo. Tra l’altro il signor G, con ‘sta genialata, riacciuffa la muffa dell’incipit, piccolo dettaglio seminato per l’orientamento olfattivo del lettore e trova anche un nome al protagonista.
Indossate le sneacker, Perseo rispolvera lo yoga all’aria aperta immaginaria. Come dice un antico proverbio indiano – se tu rispolvera yoga, alora che yoga rispolvera te. – Riscaldate le membra si mette a scorrazzare felice e spensierato in un tentativo più profondo di evasione. È un trotto mentalmente defaticante nel parco cittadino, che è parco di nome ma glabro di piante come il sedere di un macaco: “Vai protagonista, ora sei in pista,” lo incita il signor G, e lui: “Scanso le cacche di cane ma il velcro del laccio si aggroviglia in un riccio, un riccio di castagna d’india dell’unico albero presente e vado giù di muso, che terreno resistente.” La caduta è metafora di blocco creativo. Il signor G prende una scarpa da ginnastica alleata, si tura il naso e la scaglia contro il computer. Come per magia compare un racconto on line. Lui coglie il momento topico e si avvicina al monitor cominciando a sbirciare il contenuto.
Re minore:
Questo è quindi il momento che il manuale indica come superamento della crisi. Il signor G ora si ricorda dell’ultima cosa che ha letto, così può prendere per il bavero i timori iniziali relativi alle sue scarse letture, di cui per altro non sembra preoccuparsi più di tanto, e può continuare il racconto: “Da qui in avanti caro personaggio è tutta una tirata, si va avanti all’arrembaggio.”
Intrepido batte sui tasti tra le difficoltà che gli si parano innanzi: la punteggiatura, tutti quei serpentelli rossi che compaiono a tradimento sotto le parole che scrive, l’aroma che permea il portatile dopo l’urto con l’alleato; ormai lui è preda del suo demone propizio e non interrompe il flusso creativo, si avvicina il finale in cui il protagonista dopo avere affrontato le sue fife ne esce sconfitto o vincitore. Il signor G rilegge, con calma.
La trama gli pare una sassata con traiettoria lenta a palombella, al vertice della curva qualunque lettore sa già dove andrà a finire ma aspetta comunque di essere colpito nell’orgoglio per sviare il dolore che gli sta attanagliando le palle.
“Tranquillo signor G, non è il caso di essere troppo auto critici e poetici, via di finale a sorpresa” lo incoraggia Perseo, il suo alter ego.
Sol settima:
Suona il campanello: è il garzone della macelleria di sotto, con la mascherina e i guanti recupera il personaggio ideato del signor G che, all’apice dello sforzo creativo e nel tentativo di dare enfasi al finale, opta per la trasformazione in salame.
Va bene la sorpresa alla fine, ma rimane un’altra questione, quella dell’isolamento. Come da manuale di scrittura, non si può introdurre un elemento senza portarne la storia a compimento, vero signor G? “Non so, adesso provo a chiedere a Perseo, lui ha il suo punto di vista.”
“Ma sono domande da fare a un personaggio a cui solo la noia dà il coraggio? Mi hai creato sghembo e mi hai anche fatto diventare un salame, ma sei proprio un tipo strambo. Comunque secondo me prima o poi si vedrà il sole, te ne basta un solo raggio?”
Il signor G incalza il proprio alter ego: “Si, e poi?”
“Io ti posso dare il mio parere che è, come dire, pseudo letterario: ricorda che ogni giorno, se sei protagonista, è un giorno straordinario.”
Note:
Se qualcuno che ha letto fino a qui si domanda come fa il signor G, così scevro da letture, a conoscere Perseo, la risposta è: perché la mitologia viene tramandata oralmente.
Protagonista: lottatore, combattente.
Molto bello, appetitoso al punto giusto per incuriosire fino alla fine. Complimenti
Bella ballata…Mi piace l’idea di combattere con i nostri fucili-penne e proiettili inchiostro. Quel G mi ha fatto pensare a Gaber, un G grande grande
Grazie per i commenti, mi fanno piacere, perchè credo siate due brave narratrici.