Premio Racconti per Corti 2020 “Punti di svista” di Marina Rugi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2020Personaggi: Aurelio, un distinto professore di lettere in pensione. Luigi, un meccanico, amico di Aurelio fin dai tempi dell’infanzia.
Ambiente: nei pressi delle mura di Lucca, sul far di una sera, al tramonto.
“Per cortesia, vattene. Fammi risolvere i problemi che ho con te.” disse Aurelio.
“Codesta l’è una bella bischerata… un tuppensi?” rispose Luigi.
“Luigi, le nostre menti assieme non funzionano. Sarebbe una perdita di tempo ed il tempo è oro.”
Aurelio si incamminò impettito con passo scattante da soldatino, con la sua ventiquattrore e la sua bombetta seria.
Luigi lo prese per un braccio dopo averlo rincorso e con affanno disse: “Gnamo, ven via, so du ore che tu ragioni solo te…ascoltami un minutino. Oh fermati!! o stammi a sentire, ma sui serio però!”
Aurelio si fermò di colpo, disgustato dalle mani sudicie di catrame e unto di Luigi sul suo costosissimo cappotto. Un bagliore funesto gli illuminò lo sguardo, con fare subdolo disse: “Vorrei sottoporti ad una prova: guardati attorno e dimmi cosa vedi”
Luigi rispose perplesso e scettico: “Mah…codesta l’è una bella bischerata…comunque ti rispondo perché sono una persona a modino io: vedo le mura di Lucca, la gente ai giro, i turisti sui risciò… e poi…e poi basta icche ti devo dire”
“Vedi, lo sapevo. Sei una persona superficiale.” rispose Aurelio riprendendo il suo passo.
“Borda, perché te icchè tu vedresti scusa?” ribatté Luigi.
Aurelio prese un ampio respiro, chiuse gli occhi e mormorò: “Io vedo una città densa di tensione elettrostatica, vedo un vento ghiaccio e rabbioso che soffia sulle frondose chiome degli alti alberi. Vedo i contorni delle panchine che sfumano nel sinistro vapore della nebbia.”
Luigi rispose beffardo: “Sarò anche ‘gnorante, ma secondo me ti stai guardando dentro e non d’intorno… e poi…”
“E poi cosa, Luigi?” rispose Aurelio indispettito.
“E poi… codesta l’è una bella bischerata… tu pparli come quel poetastro dell’ottocento.. coso..Ghepardo”
“Leopardi! ed io parlo Italiano. Sai un po’ di studio matto e disperatissimo non ti farebbe male, nemmeno un po’ di dizione.”
Luigi disse sbracciandosi puntando il dito verso Aurelio, fiero di stare per fare una grande citazione: “Oh bellino, Mangione l’andò a lavare i cenci in Arno”
“Manzoni” lo smontò Aurelio.
“Ti vanti tanto d’essere un umanista, ma d’umano nini mia t’è rimasto il rancore.” Stavolta ferito nell’orgoglio Luigi s’ottenebrò, fece per andarsene, scuotendo il capo mormorando fra sé e séuna serie di poerannoi.
Aurelio gli gridò dietro trasformandosi:“Il rancore eh.. maremma impestata ladra! a me tu mi vieni a dire di rancore? Luigi sono arrivato ad un punto che unn’ho più le forze…”
Luigi si bloccò e girandosi guardò allibito Aurelio: aveva perso tutta la sua grazia e la sua compostezza con quel faccione rosso di sudore e quel cappello che ora usava a mo’ di ventaglio. Tornò sui suoi passi, perché una domanda gliela doveva proprio fare: “Aurelio, ma a questo punto come ci siamo arrivati?”
Stavolta Aurelio ascoltò Luigi, disse balbettando: “Forse per…no no”
-“Ma non sarà mica perché…mmm”
– “Ti parrà assurdo ma…”
-“dimmi dimmi”
-“Non me lo ricordo”
-“Nemmeno io”
-“Codesta sì che l’è una bella bischerata!” rispose Aurelio imitando Luigi.
I due amici si guardarono attoniti per qualche secondo senza parlare e all’improvviso scoppiarono a ridere fragorosamente abbracciandosi con gioia. Camminarono lungo le mura affianco verso il centro della città, progettando di andarsi a mangiare i lupini come erano soliti, mentre splendeva nel cielo un bellissimo tramonto .
Comunicare è sempre difficile se ci si limita alle apparenze. Quando si lascia parlare il cuore tutto diventa facile e si scopre che, in fondo, abbiamo tutti solo bisogno di amore.
Divertente l’utilizzo del dialetto che sottolinea e caratterizza i personaggi di questa bella storia. Un ottimo corto. Complimenti.
Ti ringrazio per il bellissimo commento! Perspicace! Nonostante le grandi differenze che ci sono fra i due personaggi il loro legame alla fine risulta più forte di ciò che li divide, hai colto il messaggio
Un cortoracconto interessante, sulle differenze e la convivenza. Il professore a un certo punto scende dalla cattedra, smette di fare lezione e accetta un po’ di grasso sui suoi ingranaggi inceppati, per farsi aggiustare dal meccanico. Molto visuale nelle scene e ben realizzabile. Brava e in bocca al lupo!
L’immagine del professore che si fa aggiustare gli ingranaggi inceppati dal meccanico rende davvero l’idea! Grazie per il commento Marco
Un dialogo tra due vecchi amici, arricchito e caratterizzato dall’uso del dialetto, un litigio che procede a forza di “citazioni” per finire con una calorosa risata. Ci sono tutti gli ingredienti per una scena deliziosa, a tratti divertente, che mi ha ricordato per certi aspetti la Livella del grande Totò perché, a volte, la vera saggezza è proprio degli ultimi. Brava!
Bello Marina, grazie, il dialogare fra anime differenti, che poi si stuzzicano a vicenda, è la vera evoluzione 🙂
È una storia semplice e delicata ma allo stesso tempo profonda. Esprime bene ciò che distingue nettamente l’istruzione dalla cultura. I due personaggi sono molto distanti quanto a istruzione ma li accomunano, oltre che una solida amicizia, la loro sensibilità e le rispettive culture che si esprimono in forme assai diverse fra loro.
Ho trovato la forma dei dialoghi molto brillante e viva, una sceneggiatura già scritta che non richiederebbe molto sforzo nel passaggio su schermo.
Complimenti!
Ho amato la pacatezza di Luigi e la malcelata fragilità di Aurelio. Un corto breve, ma di grande effetto. Delizioso.