Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Un piccolo villaggio…un’unica grande Famiglia” di Giulia Ammaturo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

In un paese che non so, su di un’ isola che non so, esisteva tanto tempo fa un villaggio Felice. Ma voi vi chiederete: “ Come si può conoscere l’esistenza di un villaggio, se rimane sconosciuto sia il nome del paese che quello dell’isola in cui si trovava?” Giusta osservazione!

Il mistero… sapete qual è? E’ che questo era molto speciale, perché era un villaggio felice e questa straordinaria peculiarità aveva creato la sua fama. Una fama che non era rimasta chiusa nell’isola, ma di bocca in bocca era arrivata negli angoli più remoti del mondo, tra le popolazioni più lontane del globo terrestre e… non solo.

Aveva viaggiato sulle navi, sugli aerei, sui treni, sulle ali degli uccelli, nei semi dei fiori, nei suoni delle parole, sulle note della musica, persino sul dorso degli insetti…

Arrivando fino a noi, perché ne conoscessimo la storia bellissima e perché guardassimo a lui come ad un modello da imitare.

Ma, voi vi chiederete ancora: “ Perché era così straordinariamente felice?” . Giusta osservazione, subito soddisfatta.

Cominciamo, dunque, questa bellissima favola (perché sembra una favola) dicendo che il nostro villaggio si trovava in una terra ridente e rigogliosa e tutti i suoi abitanti ne erano il riflesso naturale. Ogni essere vivente, infatti, in quella terra, dal momento in cui veniva alla luce, riceveva come un imprimatur, un marchio: da quel momento veniva destinato, pensate, ad una felicità perenne.

Che bello, direte voi! Che isola fortunata! Beati loro! Certo.

Ma dovete sapere che, se tutti erano sempre felici, non era merito solo di quella “terra ridente e rigogliosa”. No, il merito era di tutti, persino del più piccolo essere nel più piccolo angolo della terra, del mare, dell’aria. Ma, allora, era proprio paradisiaca? Ebbene, sì.

Il fatto è che su questa terra il sole non tramontava mai ( perché per i suoi abitanti la luna non era altro che la sorella gemella del sole, per cui essi ne ricevevano gli effetti benefici anche quando veniva a mancare la luce del giorno). Per questo i loro volti erano sempre luminosi, i loro corpi sempre vitali, le loro menti sempre attive. Del resto, non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che il sole è sinonimo di vita, di luce, di movimento.

I suoi sentieri erano lineari, le sue strade pulite, le sue piante e i suoi alberi facevano bella mostra dei generosi frutti, dei multicolori fiori. Nei campi rigogliosi, nelle casette linde e colorate, nelle acque trasparenti, nell’aria profumata dimoravano centinaia di “ Esseri”, dal più piccolo insetto al più grande albero, in una convivenza pacifica e rispettosa. Chi attraversava le sue strade o mangiava dei suoi frutti o godeva dei suoi colori si sentiva parte inscindibile di Un Tutto Armonico, per il quale provava solo sentimenti di complicità e solidarietà. Era tutto questo che rendeva questa terra e i suoi abitanti speciali. E non solo.

A guardarla dall’alto di un aereo, con i campi colorati, le case ordinate, gli uomini e gli animali sempre attivi e gioiosi, non sembrava vera, ma piuttosto un quadretto naïf.

E, invece, tutto quello che aveva il privilegio di nascere e di vivere su questa terra era veramente felice.

Ma, adesso, basta con le chiacchiere. Cominciamo a girare per il villaggio, per vedere da vicino come la gente vive.

Prendiamo, perciò, il nostro villaggio e percorriamolo in lungo e in largo. Che bella, la gente!

Camminando per le strade, si incontra solo gente serena e sorridente, che, anche senza conoscerti, ti saluta chiedendoti come stai. I bambini giocano tranquillamente non solo negli spazi loro riservati e sono gioiosamente chiassosi. Dalle finestre spalancate giungono le note allegre di canzoni vecchie e nuove.

Nessuna casa è sbarrata. Nessuno ha paura. Perché tutti lavorano, tutti ricevono lo stesso compenso; per questo non ci sono differenze sociali. Non c’è una persona più ricca di un’ altra.

Di mendicanti, di barboni, di ladri nemmeno… l’ombra!

La parola “delinquente”, poi, non esiste nemmeno nel vocabolario.

Tutti rispettano le regole, tutti fanno il loro dovere in casa, al lavoro, per strada. E non per una qualche imposizione, ma semplicemente perché ogni persona concepisce “ il Rispetto” non come un ordine, ma piuttosto come “un bisogno”, a cui nessuno, dico “nessuno” può rinunciare e di cui nessuno, dico “nessuno” può fare a meno.

E’ qualcosa di connaturato , per cui chi per ipotesi dovesse contravvenire a questo comportamento si sentirebbe spersonalizzato, mancante di qualcosa e, cosa quanto mai alienante, non si sentirebbe più se stesso.

Il fatto è che ogni singola azione è finalizzata al bene collettivo.

Così gli amministratori mettono il loro operato al servizio della collettività; così(cchè) tutto ciò che è “PUBBLICO” funziona perfettamente come se fosse “PRIVATO” : dagli impianti sportivi alle strutture sanitarie, dalle scuole alla difesa dell’ambiente.

A proposito di ambiente, questa è una parola molto importante nel loro vocabolario. Ogni abitante, infatti, considera l’ambiente come “ una grande casa” , fatta di tanti piccoli spazi: da quello naturale a quello religioso, da quello sportivo a quello culturale, spazi che si trasformano in luoghi di incontro e di confronto, e dove tutti, dal più piccolo al più grande, convivono pacificamente.

Perché tutti si ritengono parte di un’ unica grande famiglia.

 

 

Loading

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.