“Compleanno” di Antonella Zanca
Categoria: FORUM, Forum di Racconti nella ReteSuccesse dopo la caduta dal divano. Tutti spaventati, anche se Gianna continuava a dire: «Mi sono lasciata scivolare, proprio per non farmi male, mi sono lasciata scivolare dal divano quando ho sentito che mi girava la testa!»
Hanno deciso i suoi due figli: l’hanno accompagnata in un posto con un grande parco.
«Guarda, mamma, uno scoiattolo!»
Mah, forse: lei aveva visto solo muoversi delle foglie.
Tutti sembravano contenti. Gianna, in silenzio, annuiva.
Così iniziò la reclusione. Tutto perfetto, tutti gentili, tutto come doveva essere.
La trattavano bene. Da scema, ma bene. Forse era giusto così.
«Giannina, su, che dobbiamo lavarla, è contenta? Dopo sarà bella fresca e profumata!»
Lei intanto parlottava tra sé. “Ehi, come credi che mi senta a mettere il mio sedere e le vergogne in primo piano, alla mercé di tutti? E l’odore che lascio in giro, credi che non lo senta? Cosa avrai mai da sorridere sempre! Io non sono contenta, faccio solo finta. Vuoi che dia preoccupazioni ai miei figli? Non sia mai! Non chiedo niente, non voglio sapere, ma ci penso, ai soldi: come faremo? Dovrò decidermi a morire presto, non potranno farcela per molto tempo.”
La routine del giorno ormai la conosceva e cominciava ad abituarsi. Reggeva bene fino alle tre e mezza, dopo il pisolino, il suo traguardo giornaliero, quando a giorni alterni Marco e Davide venivano a trovarla e restavano con lei per un paio d’ore.
Due ore a leggere il giornale, con Marco. Due ore ad ascoltare musica, con Davide. Vivere per quattordici ore alla settimana. Andava bene così. In quelle quattordici ore non faceva finta. Era lei, erano loro.
Poi, la mattina del 9 marzo: «Giannnina cara, c’è in giro un virus, purtroppo non possiamo più far entrare nessuno, niente visite, per non farvi ammalare.»
Un virus? Il giorno del suo compleanno? Novantadue anni e nessuno a festeggiarla?
Era questa la sorpresa? Ora salteranno fuori da una porta e lei sorriderà e tutti batteranno le mani e rideranno e saranno contenti, vero?
Le mani le tremavano. Non le avevano lasciato più neppure il cellulare, non serviva, non riusciva a tenerlo. Non avrebbe sentito i suoi figli?
Un sospiro, lungo. “Dai, Gianna, continua a fare finta.”
Le ragazze la portarono in giro, ogni persona che la incontrava le faceva gli auguri e lei sorrideva a tutti, ringraziava, continuava a fare finta.
Andava tutto come doveva andare.
Novantadue anni e la malinconia. Non sarebbe morta di malinconia. Avrebbe aspettato i suoi figli. Avrebbe letto il giornale, avrebbe ascoltato Mozart. Doveva farcela.
Il 10 marzo del 2020 Tamara venne a prenderla in stanza, l’aiutò a sedersi sulla sedia a rotelle e la portò in giro. Non fece il solito tragitto, andava anche più in fretta del solito. Nel solito corridoio verso la sala comune, svoltò all’improvviso. Gianna ridacchiava. Una novità.
Entrarono adagio in un ufficio.
«Giannina, non lo dica a nessuno.»
Un telefono con un grande video, due facce che sorridevano, un mazzo di fiori, i tulipani bianchi che le piacevano tanto e i suoi figli che cantavano “Tanti auguri a te!”
Gianna non faceva più finta: piangeva, si agitava sulla sedia, non riusciva a parlare.
Un sorriso.
E basta.
Che meraviglia e quanta verità… Brava Antonella
E’ bellissimo Antonella, bellissimo!
Bello!!!
Molto bello e fa tanta tenerezza il gesto di Tamara
Che tenerezza ! E basta