Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “La danza delle foglie colorate” (sezione racconti per bambini) di Paolo Baldessarini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

            Era autunno tardo e la piccola Alina che aveva quasi sei anni, osservava curiosa attraverso i vetri di casa sua, le foglie che ogni tanto, staccandosi dagli alberi, volavano libere in aria per poi adagiarsi dolcemente. Affacciarsi alla finestra, era diventato per lei come un gioco, e seguiva con occhi estasiati quel volo maestoso e anche un po’ magico delle foglie.

Dentro di sé però, iniziava a chiedersi perché tutto questo accadeva e una sera dopo cena, decise di chiederlo a mamma e papà: “Nel nostro giardino e nelle strade ci sono alberi alti e belli con tante foglie, che da un po’ di giorni cadono a terra. Perché succede questo?” Mamma e papà, dapprima si guardarono stupiti e sorpresi, poi papà tirò Alina sulle sue ginocchia e provò a spiegarle: “Vedi piccola mia, questa è la stagione dell’autunno ed è un periodo di riposo per le piante. Ad esempio, noi esseri umani iniziamo la giornata al mattino e concludiamo stanchi la sera, perciò, dopo tante ore trascorse in piedi, ci tocca riposare per recuperare l’energia che abbiamo consumato al lavoro. Vedi, la sera per noi uomini è un po’ come l’autunno per le piante, che dopo aver trascorso tutto l’anno sotto il sole e la pioggia, decidono di mettersi a riposo e proseguirlo per tutto l’inverno: poi a primavera, inizieranno una nuova vita con foglie fresche e diverse.” Alina ascoltò attenta senza dir niente, scivolò per terra e andò alla finestra. La mamma osservò la scena e dopo qualche secondo le si avvicinò e le disse: “Nella nostra città, proprio in questo periodo, arriva il vento da nord che tira giù, anche con rabbia, tutte le foglie degli alberi: a volte è pure burbero, gira loro attorno facendo qualche piroetta, poi al momento giusto, scivola con forza e furbizia tra i rami e se le porta via senza chieder permesso. Dopo di che cadono a terra. Ma non è finita qui: dopo pochi giorni, arriverà il vento da sud, che è molto più cortese e le farà danzare e suonare. Questo è un giorno speciale, perché tutto si ferma per pochi secondi, quando passa il vento; i nostri vecchi han chiamato questo evento “La danza delle foglie colorate”, e nei prossimi giorni quando

accadrà, papà ti porterà in strada a vederlo”. La piccola rimase colpita dal racconto di mamma Dori e senza esitare rispose: “Voglio proprio vederla questa danza!”

Nei giorni a seguire Alina trascorse molte ore incollata ai vetri, aspettando il vento da nord che puntualmente arrivò: fischiava così forte che si sentiva fin dentro la sua stanza. Passava  in mezzo ai rami, staccava le foglie e le lasciava libere di volare: poi, si adagiavano a terra cullandosi tra le ultime folate del vento freddo. Ma era la loro danza, che la bimba era ansiosa di vedere. La sera poco dopo cena, Alina disse a papà: “Oggi ho visto un forte vento staccare tutte le foglie; quand’è che mi porti a vederle danzare?” “Dipende da quando arriva questo vento”, rispose papà Toni, “possiamo provare domani mattina”. “Evviva, evviva!” rispose la bimba particolarmente entusiasta e divertita.

La mattina seguente verso le dieci, papà osservò il grande viale che passava davanti casa. Tutto sembrava ancora tranquillo, ma visto che aveva promesso alla figlia che le avrebbe mostrato la danza delle foglie, decise di uscire subito: “Vieni Alina, credo sia meglio andare”. Si coprirono per bene e fatti pochi passi, si sedettero sulla prima panchina libera del marciapiede. Attorno a loro tanti mucchi di foglie di vario colore: giallo, marrone e rosso. Per strada, tanta altra gente passeggiava tranquillamente, mentre su altre panchine prendevano posto genitori e bimbi, curiosi spettatori di ciò che poteva accadere. Mancava poco alle undici e ancora nulla si era mosso. Improvvisamente, papà notò alcune foglie muoversi proprio lì vicino, così avvertì la propria piccola: “Preparati, che mi sembra che arrivi il vento da sud”. Un po’ alla volta si sentì alzarsi un leggero sibilo, quasi come un preavviso. Tutta la gente attorno si preparò all’evento: chi stava passeggiando si fermò in piedi o nei pochi posti rimasti liberi sulle panchine, e persino i tram fermarono la loro corsa. Tutti aspettavano con ansia quel magico momento. Il vento iniziò a soffiare un po’ più forte, fino a sollevare tutte le foglie. Per alcuni istanti, sembrava un colorato fiume volante, ma appena aumentò la sua forza iniziarono a prender forme diverse: quelle rosse divennero figure umane, quelle gialle cerchi e quelle marron, un po’ in disparte, divennero tanti violini. Alina era in estasi, rapita e stregata da ciò che stava vedendo.

Le foglie rosse danzavano leggere e con grande armonia, circondate dagli enormi cerchi gialli che si muovevano con grazia. Poco più in la, anche i violini iniziarono a suonare, come una piccola orchestra, dapprima con un suono lieve, e poi aumentandolo sempre più: era un suono pieno, un suono sinfonico, eran “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Il corpo di ballo prese un gran ritmo: due passi avanti, due indietro e due di lato, con le braccia che si muovevano sinuose. Dopo aver girato varie volte su sé stessi, i cerchi si misero a terra e con un morbido balzo le rosse foglie ballerine vi saltarono dentro; la musica andò sfumando e con un inchino salutarono con grazia. Ci fu solo un attimo di silenzio, dopo di che un ultimo e improvviso colpo di vento, spazzò via tutte le foglie, ballerine, cerchi e violini. Il tutto durò un minuto, forse due, le gente rimase attonita, quasi incredula per ciò che aveva visto: un caloroso applauso ruppe quell’incanto, e tutto tornò alla normalità.

Papà Toni e Alina si alzarono anche loro stupiti, quando la piccola  vide qualcosa nell’aria: “Guarda, una foglia rossa!” Poco sopra la sua testa, una piccola foglia rossa galleggiava leggera. “Vediamo dove va”, disse papà. Attesero qualche istante e andò proprio a posarsi sulla loro panchina; Alina tentennò, poi corse e la prese con sé. “La terrò per ricordo di questo evento”, disse al papà, e tornarono subito a casa.

 

 

                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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