Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2020 “Due panchine nel parco” di Gianpaolo Antolini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2020

PERSONAGGI: ANDREA e DENISE; MICHELANGELO E TERESA; TOMMASO

ESTERNO GIORNO – UN PARCO CITTADINO, NEL PRIMO POMERIGGIO

Andrea e Denise raggiungono una panchina un po’ defilata rispetto al vialetto che attraversa il parco. Si tengono per mano. Sono appena usciti da scuola.

ANDREA:                Ho preso 4 del tema di matematica, stamattina. Ho fatto un gran casino con i radicali e le disequazioni.

DENISE:                  Mi dispiace.

ANDREA:                Quella simpaticona della prof ci ha battezzato quasi tutti! Sedici insufficienze su ventuno!

DENISE:                  Praticamente una strage! Ma tu avevi studiato o no?

ANDREA:                Sì, un po’. Ma non mi piace la matematica di quest’anno… la trovo noiosa e incomprensibile.

DENISE:                  Io l’ho sempre odiata, fin dalla prima media. È una delle ragioni per cui ho scelto il linguistico, non perché ne fossi proprio convinta…

ANDREA:                Non so come dirlo ai miei. Ho cannato di brutto anche il tema di inglese, tre giorni fa…

Seduto sulla panchina, Andrea è piegato su se stesso e guarda per terra. Le mani in faccia e i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

DENISE:                  Dai… vieni qui.

ANDREA:                Se vado avanti così, mi sa che quest’anno…

Denise si stringe a lui e lo abbraccia, carezzandogli la schiena con una mano. Poi gli tira su il viso e lo bacia. Sulla bocca. Su un’altra panchina, a neanche venti metri di distanza, sono seduti Michelangelo e Teresa.

MICHELANGELO:   Guarda quei due… come stanno limonando.

TERESA:                 E allora? Di che t’impicci?

MICHELANGELO:   Di niente! Ho solo detto una cosa.

TERESA:                 Sono due ragazzini… faranno sì e no la seconda o la terza superiore.

MICHELANGELO:   Beati loro!

Ora Denise si sdraia di schiena sulla panchina e appoggia la testa sulle cosce di Andrea. Tornano a baciarsi. Con più trasporto di prima.

TERESA:                 Mi fanno tenerezza.

MICHELANGELO:   A me no. A me fanno invidia… e rabbia!

TERESA:                 Perché?

MICHELANGELO:   Perché sono giovani… e svegli… e se ne fregano di tutto e di tutti! Guarda il tuo ragazzino! Sta cercando di metterle una mano sotto la maglietta…

Denise si tira su di colpo dalla panchina e si scosta bruscamente da Andrea. Gli sta dicendo qualcosa, a muso duro.

TERESA:                 Ma non puoi guardare da un’altra parte? Lasciali in pace!

MICHELANGELO:   Ma io non sto facendo niente di male! E guardo dove mi pare!

TERESA:                 Anche tu eri uno svelto, intraprendente… non ti ricordi come ci siamo conosciuti?

MICHELANGELO:   Certo che mi ricordo! Al mare, in spiaggia. Stavi prendendo il sole, spaparanzata sul lettino.

TERESA:                 Tu sei apparso all’improvviso e mi hai detto ‘Ciao!’.

MICHELANGELO:   E poi?

TERESA:                 Mi hai detto che eri arrivato il giorno prima, ma che io non c’ero.

MICHELANGELO:   Esatto! Poi ti ho chiesto altre cose, mi pare… come ti chiamavi, se eri da sola, quanti giorni saresti rimasta.

TERESA:                 Sì, una specie di interrogatorio!

MICHELANGELO:   Quando mi hai chiesto il perché di tutte quelle domande, ti ho sorriso…

TERESA:                 Solo lì ho capito… e ti ho chiesto se ci stavi provando. Ero proprio imbranata!

MICHELANGELO:   Sì. E io ricordo di averti risposto: ‘E se fosse?’ E tu: ‘Ma che bel tipo che sei!’ E io: ‘Lo so! E grazie per il bel!’ E tu: ‘Ehiii… è arrivato Alain Delon! Ma vattene via!’

TERESA:                 E lì mi hai colto di sorpresa, dandomi un bacio sulla guancia, senza che io potessi fare niente per fermarti.

MICHELANGELO:   Sì, è andata proprio così!

Rimangono qualche secondo in silenzio. È lei che riprende il discorso.

TERESA:                 Poi mi hai detto che ci saremmo rivisti l’indomani e che mi avresti portata a fare un giro in moscone. Dovevi andare da qualche parte con i tuoi, quel pomeriggio.

MICHELANGELO:   Però, che memoria! Ma dimentichi un particolare…

TERESA:                 Quale?

MICHELANGELO:   Ti ho anche detto che mi piaceva il tuo profumo.

TERESA:                 Sì, è vero, adesso che ci penso.

Andrea e Denise si alzano dall’altra panchina e vanno via. Camminano uno di fianco all’altra, ma non vicini… e non si tengono più per mano.

MICHELANGELO:   Hanno litigato!

TERESA:                 Sì. Tosta la ragazzina… mi piace!

MICHELANGELO:   Sul quel moscone, il giorno dopo, è capitato subito anche a noi.

TERESA:                 Sì. Non abbiamo fatto in tempo a conoscerci che già stavamo a bisticciare.

MICHELANGELO:   Beh, volevo solo toccarti, accarezzarti… non avevo intenzione di…

TERESA:                 E ti sei preso uno schiaffo!

MICHELANGELO:   E che schiaffo!

A Teresa scappa da ridere. Davanti ai suoi occhi si materializza quell’uscita in moscone, al largo, al riparo da occhi indiscreti.

MICHELANGELO:   Quel pomeriggio mi sono innamorato di te…

TERESA:                 Beh… anche per me è stato così!

Teresa guarda suo marito negli occhi. Poi si stringe a lui e gli dà un bacio sulla guancia. Nello spiazzo oltre il vialetto, un gruppo di bambini delle elementari sta giocando a pallone, sorvegliato dalla maestra. Qualche minuto dopo il pallone arriva a pochi passi dalla loro panchina. Un bimbo lo rincorre.

TERESA:                 Tommy!

Il bambino raccoglie la palla e poi si blocca davanti a loro, sorpreso.

TOMMASO:             Nonna! Nonno!

MICHELANGELO:   Che ci fai qui?

TOMMASO:             Sto giocando con i miei compagni… la maestra ci porta nel parco, ogni tanto, dopo la mensa.

TERESA:                 Ah… bene! Che bello!

MICHELANGELO:   Vieni qui, dai! Dammi un bacio!

Tommaso si avvicina, abbraccia il nonno e lo bacia. Poi fa la stessa cosa con la nonna.

TERESA:                  Adesso torna a giocare, i tuoi amici ti stanno aspettando. E salutaci il papà e la mamma, quando torni a casa.

TOMMASO:             Sì, sì. Ciao.

Tommaso torna di corsa dai compagni con il pallone. Ora, Michelangelo e Teresa non hanno occhi che per lui. Poco dopo i bambini se ne vanno, guidati dalla maestra. Tommaso si volta verso i nonni e li saluta, agitando una mano.

Passa qualche minuto. Michelangelo si guarda in giro: nel vialetto e sulle altre panchine non c’è più nessuno. Allora tira a sé Teresa e le dà un bacio, lungo, sulla bocca. Poi anche loro se ne vanno, a piccoli passi, sul vialetto… tenendosi per mano.

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11 commenti »

  1. Semplicemente bellissimo

  2. Grazie Graziella per il tuo sintetico ma graditissimo commento.

  3. Molto dolce, ma non solo. Io ci vedo il dispiegarsi della vita e, in modo particolare, il rispetto e il volersi far rispettare. Atteggiamento che sta alla base di un rapporto autentico e duraturo. Complimenti Gianpaolo.

  4. Grazie mille Pasqualina… ho apprezzato davvero molto il tuo bellissimo commento.

  5. Bello l’alternarsi delle generazioni dai nipotini ai nonni, e come si ritorna, inevitabilmente, a ritrovare gli stessi gesti. E non è un male, tutt’altro. Mi ha subito riportato a “Swatch” degli Stadio sul bellissimo testo di Guccini, ma qui c’è meno malinconia. In bocca al corto!

  6. Grazie Marco…. anche per l’inatteso e gradito accostamento al brano degli Stadio, su testo di Guccini, che sono andato subito a risentire.
    Sui prati e sulle panchine del parco, di tutti i parchi, sono presenti due tre generazioni… è questa l’idea di partenza del racconto… provare a metterle a confronto e a farle interagire sul piano affettivo… con leggerezza e un pochino di malinconia. Grazie ancora!

  7. Una storia circolare. Le generazioni cambiano, ma le storie si assomigliano. Bello ritrovare la freschezza dei primi amori, la turbolenza dell’età più adulta quando i sogni cedono il passo alla quotidianità e la tenerezza di chi ha vissuto abbastanza da vedere crescere una nuova generazione.
    Un bel loop che fa pensare…

  8. Sì, è una storia circolare, con le generazioni a confronto… I sogni, ad un certo punto della vita, cedono inevitabilmente il passo alla quotidianità, alla tenerezza… anche ai ricordi, soprattutto a quelli più belli…
    Grazie di cuore, Monica, del tuo graditissimo commento.

  9. Bravo Gianpaolo, temi di generazioni, di emozioni della prima volta, del mare, del non sapere cosa sarà, del momento che si sviluppa, della forza di un bacio,sentito

  10. Grazie Diana del tuo gradito commento, del tuo accenno alle emozioni… Tutti noi siamo fatti di emozioni e – anche se spesso non ce ne rendiamo conto – le rincorriamo, le cerchiamo in ogni momento, in ogni tappa della nostra vita.

  11. Grazie Diana del tuo gradito commento, del tuo accenno alle emozioni.
    Tutti noi siamo fatti di emozioni e – anche se spesso non ce ne rendiamo conto – le rincorriamo, le cerchiamo in ogni momento, in ogni tappa della nostra vita.

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