Premio Racconti nella Rete 2020 “Un tris di piccole margherite” di Salvatore D’Ascenzo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020Non tardano ad arrivare i giornalisti locali sul luogo discusso. Folle di curiosi si radunano all’altezza dell’incrocio che unisce le due vie principali della città. Alcuni automobilisti in coda da diverse ore scendono dalle rispettive auto e si appoggiano esausti agli sportelli aperti per osservare l’andirivieni delle autorità preposte a risolvere il mistero.
È passata un’ora circa da quando l’omino rosso del semaforo principale ha deciso di uscire dal suo cerchio di led, calarsi lungo il palo giallo e incamminarsi verso il viale, per poi sparire dagli sguardi sorpresi dei pedoni.
– E io come attraverso la strada? – si dispera un’anziana con il carrellino della spesa.
– Risolviamo tutto noi signora! – afferma, sicuro, il vigile sovrappeso che scende trionfale dall’auto per dileguarsi all’interno del bar.
– Dobbiamo andare a lavoro!
– Ripristinate il semaforo!
– Non se ne può più di tutto questo traffico!
– Ahimè, ho l’acqua sulla fiamma!
I lamenti degli automobilisti in coda cominciano a confondersi, per poi lasciare il posto ad un’ondata di clacson che divora i timpani dei più deboli.
– È ancora in fase di stallo la situazione che ha del fantascientifico – dice la giornalista di fronte la telecamera – intorno alle 9:00 di questa mattina l’omino digitale del semaforo riservato ai pedoni ha, inspiegabilmente, deciso di abbandonare il luogo di lavoro per assentarsi. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani che si stanno occupando del caso.
Ma i due vigili sono all’interno del bar e, dal caffè, sono passati all’aperitivo. Una signora in abito da sposa sviene sopraffatta dall’attesa, probabilmente il suo matrimonio è saltato. Una campanella di scuola si intromette tra i cori di clacson in tempesta. Una fila di pargoli con gli zainetti in spalla si ferma in prossimità dell’incrocio: anche loro sono impossibilitati a proseguire.
Ma un bambino non ci sta. Si divincola dalla presa della maestra e corre, nell’incredulità generale, in direzione del semaforo.
– Ma cosa fa? Attraversa senza l’omino!
– Ma è matto!?
– Chiamate i vigili!
Ma i vigili, all’interno del bar, sono passati dall’aperitivo al pranzo.
Il bambino estrae un pennarello rosso, uno arancione ed uno verde dal suo astuccio. Si inerpica su per il palo e disegna una figura femminile su ogni cerchio del semaforo. Finita l’opera, il bambino viene aiutato a scendere, accompagnato dalla strattonata della maestra che sventola l’indice così vicino al suo nasino che per poco non lo tocca:
– Non si fa così! Non si fa così! Non si fa… Ma cos?
Il redarguire della maestra viene interrotto dalla piccola figura rossa che cammina baldanzosa lungo il marciapiede del viale: è l’omino del semaforo che, con un tris di piccole margherite in mano, torna nella sua posizione all’interno del semaforo. Il rosso è uno scambio di baci. Il giallo è la consegna dei fiori. Il verde… Beh, il verde non si dice ma il traffico riprende a circolare.
Un delizioso e felicissimo gioiellino di scrittura, che lascia con un sorriso. Complimenti Salvatore e in bocca al lupo!
Grazie Marco. Apprezzo molto.
Un flash su una quotidianità paradossale , pieno di quell’humor delicato e insieme pungente, cui Salvatore D’Ascenzo ci ha abituati: pensiamo al “L’uomo vuole andare sulla luna senza calpestare le aiuole” (ed.Erga/Habanero), ma anche ad “Alessandra e il mantellino Acerbo. Alla ricerca della picina perduta (ed. Evoé):
Un volo sfrenato sulle ali della fantasia. Perché no? È stato divertente leggerti. Racconto consigliato per grandi e …piccoli.
Grazie Monica!!
Simpaticissimo! Non si capisce dove l’autore voglia andare a parare fino alle ultime righe!
Racconto davvero simpatico, con quel bambino che sfuggendo alle regole, risolve la situazione e fa nascere un sorriso.
Complimenti.