Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2020 “Un po’ di movimento” di Marco Floridia

Categoria: Premio Racconti per Corti 2020

La voce è quella di una donna di poco più di 60 anni. In realtà non parla, dal silenzio delle scene che la circondano si capisce che quelli che sentiamo sono i suoi pensieri. Siamo in auto, la donna è seduta al posto del passeggero, accanto a lei si vede una donna di circa 40 anni che guida. La donna più giovane mentre guida parla velocemente, non si sentono le parole, ma sembra prendersela con qualcuno di cui sta parlando, per qualcosa che le è successo, con tutti quelli che sono per strada intono a lei. La madre la guarda.

– Mia figlia è sempre nervosa con tutti: marito, figli, traffico, lavoro… io non ero così. Più contenta… più viva. Una volta. Ora non mi muovo quasi più. Eh sì, una malattia neurologica progressiva. Solo la testa funziona, anche troppo. 

Si vede la sedia a rotelle sul retro dell’auto. Primo piano su due occhi vivi, con le rughe dell’età, che si chiudono lentamente. La scena si dissolve e si vede una donna giovane che corre su una bicicletta in mezzo ai campi, con il vento nei capelli. Felice, butta indietro la testa e ride.

La scena si dissolve. Città. Traffico.

– Oggi mi accompagna. Andiamo in gita, per così dire. Ho la visita dal medico: mezz’ora per salire in macchina, mezz’ora per uscirne, poi la visita all’ambulatorio.

Si vede la donna passare dall’auto alla carrozzina con enorme difficoltà e fatica, è poco meno che paralizzata, ogni movimento è lentissimo, quasi impercettibile, ha bisogno di aiuto per tutto. Si capisce che non riesce a parlare bene, ma riesce a sorridere. La figlia spinge la sedia ed entrano in un ambulatorio medico. Ne escono poco dopo.

– Anche questa è fatta. Molto gentile, il dottore, ma non ha detto niente che già non sapessimo. Ora si riparte, altra mezz’ora per risalire.

Si vede dalla carrozzina l’auto nel parcheggio verso cui si avvicinano. La figlia apre la portiera.

Di nuovo in macchina. Traffico urbano visto con gli occhi della donna.

– La gita è quasi finita, via, si torna verso casa. Ultima sosta per comprare le medicine.

La figlia ferma l’auto in doppia fila, scende, discute con i passanti per il parcheggio inappropriato, spiega la situazione facendo dei cenni verso la madre in auto, entra in farmacia.

Nuovo primo piano sugli occhi della madre nella macchina ferma. Si vede la scena della strada intorno a lei, come la vede lei: passanti nervosi, affrettati, a cui non mancherebbe nulla per essere felici. Pensa a loro, alla figlia.

– Vedere con altri occhi. Eliminare le cose inutili, concentrarsi su quelle preziose, vedere il lato buono. Vorrei insegnarvelo. Ma sembra che ci si riesca solo quando tutto ti sta sfuggendo.  

Il finestrino è aperto, la donna guarda fuori verso destra. Si vede arrivare nello specchietto laterale un’altra macchina. Si ferma dietro alla loro. Tocca il paraurti, appena una spinta. La donna con fatica muove lo sguardo in basso a sinistra e vede che la figlia non ha messo né freno a mano né marcia. Non sembra, ma la strada è in discesa. 

La macchina prende velocità. La donna non può fare nulla. Tutto intorno a lei accelera. Dal finestrino entra l’aria, il vento le solleva i capelli. Chiude gli occhi, si lascia andare, e sorride.

– Finalmente, un po’ di movimento.

La bicicletta con la giovane donna felice si allontana, perdendosi fra i campi.

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27 commenti »

  1. Vrrrrummm!
    Che botta di…vita!

  2. Quando si dice vedere il lato buono… in ogni cosa e in tutte le occasioni. Complimenti Marco, perfetto come corto da realizzare.

  3. Laura, sarebbe un bellissimo titolo! Grazie per la tua attenzione e per i tuoi commenti che io trovo sempre sorprendenti (oops, una rima!). In cinque parole hai visto, preso e arricchito una storia. Grazie!

  4. E grazie davvero, Pasqualina. Sì, è come dici, e non sempre è facile vedere il lato buono, soprattutto in situazioni pesanti. Qui è un modo di combattere fino alla fine un nemico a cui non ci si vuole arrendere.

  5. Ciao Marco. È il mio primo accesso di questa nuova edizione. E il primo racconto letto è proprio il tuo. Spero ti porti fortuna. Non me ne intendo troppo di corti, non saprei neanche da che parte cominciare per commentarli con sguardo critico, né saprei mai scriverne uno. Però concordo con Pasqualina, anche a me la lettura ha fatto pensare al lato buono, al bicchiere mezzo pieno, dote che non appartiene a tutti, indipendentemente dall’età. E grazie a questo finale, si sorride con tenerezza anziché urlare per la tragedia. Anche tu, come autore, hai regalato un “lato buono” al lettore.

  6. Antonella, che bellissimo risentirti! : )
    Sono strasicuro che scriveresti corti (o lunghi o qualunque altra cosa) in maniera ricca ed emozionante, come le storie che già ci hai regalato. E ne aspettiamo di nuove da leggere e assaporare. Non mancare! Un grande grazie e un grandissimo abbraccio.

  7. Dei ricordi, il vento, una bicicletta … e così un passato felice rivive nel presente.

  8. E’ verissimo, Nicola: i ricordi sono un tesoro a cui si attinge: danno forza e nessuno li può portare via. Grazie per il tuo graditissimo commento.

  9. Bella l’alternanza col flashback, significativo il messaggio.

  10. Un grande grazie a Luca per la sua lettura e per l’apprezzamento: commento graditissimo.

  11. Ciao, è il primo racconto per corti che leggo, e lo trovo calzante. Mi piace la struttura, il modo in cui hai saputo alternare presente e passato, la costruzione dei ricordi che non annoia e non spezza il ritmo. E, soprattutto, mi piace molto il messaggio. Azzeccato anche il titolo, a parer mio. In bocca al lupo!

  12. Grazie Valentina, molto contento che tu ti sia fermata a leggere e commentare. Come hai scritto anche tu, la vita non è sempre facile, ma conta molto come la si affronta: De según como se mire, todo depende….
    : )

  13. Mi piace il tuo racconto che sembra quasi una sceneggiatura cinematografica.

  14. Essendo un racconto per corti direi, caro Marco, che il commento di Alberto è un bel complimento! Seguirò gli sviluppi, nel frattempo ti rinnovo il mio in bocca al lupo!

  15. Sì Valentina, è vero! Intanto grazie a te per i tuoi commenti e per come stai seguendo con interesse anche la nostra strada parallela dei corti. E grazie tantissimo Alberto per il tuo commento, è un complimento importante (si può dire “tanta roba”?) per me che sto improvvisando senza esperienza un diverso modo di raccontare una storia. E’ anche un modo per restare a chiaccherare in questa piazza virtuale, da cui almeno io ho avuto moltissimo. Grazie ancora e un avviso a tutti: partecipare e commentare può creare dipendenza! : )

  16. Una piccola storia che tocca con delicatezza grandi argomenti. Profonda e costruita ad hoc per un bel corto ! E’ sempre un piacere leggerti!

  17. Grazie Monica. Ogni tuo passaggio sulle pagine di Racconti nella Rete è un volo da seguire con attenzione, un regalo che lascia un sorriso.

  18. La scena tra presente e passato, dolore e dolcezza, sguardi e voci, è molto ben orchestrata, un fiume di pensieri fino alla drammatica svolta. Una premessa nelle inquadrature iniziali può mettere in risalto la difficoltà del parcheggio nella strada in pendenza. Molto intenso.

  19. Grazie Andrea, per la lettura e il suggerimento, fa piacere ritrovarsi e commentarsi.
    E’ come dici, le emozioni e i ricordi si mescolano sempre, e diventano un tutt’uno difficile da distinguere, impossibile da separare. Grazie ancora.

  20. Complimenti Marco per un racconto visivamente presente e per un montaggio delle immagini appropriato e, alla fine, mozzafiato. Un racconto, come dice Pasqualina, decisamente ottimista, nonostante le condizioni di partenza non siano delle migliori. Anzi, un ribaltamento di quelle condizioni per una ritrovata libertà.

  21. Uno spaccato efficace sulla quotidianità, sulla malattia che imprigiona, con una riflessione importante (“Vedere con altri occhi. Eliminare le cose inutili…”) e un finale perfetto per una donna che ha imparato la lezione. Bello!

  22. Grazie Maria, graditissimo il commento,
    e andiamo avanti… in movimento!
    : )

  23. Avevo già avuto modo di apprezzarti come autore di racconti. Questo corto, così delicato e significativo, non smentisce la tua bravura. Sul finale ho avuto i brividi, ma mi hai anche fatto sorridere. Bravissimo!

  24. Grazie Margherita, arrossisco e mi accartoccio! Faccio parte di quelli che hanno sviluppato severa dipendenza da questo sito (ma è riduttivo chiamarlo così) e dai suoi partecipanti e quindi ogni anno continuo a bussare alla porta e a chiedere la mia terapia. Scrivere per un corto da girare in un giorno cambia molto l’approccio, almeno per me, e presenta alcune limitazioni, di spazio, di temi e di contenuto. Demetrio suggerisce sempre di non mettere astronavi, alieni verdastri a due teste ed esplosioni nucleari nella storia, e credo sia un buon consiglio. Se con queste limitazioni e con la mia inesperienza qualche emozione passa e si ricevono commenti come il tuo e quello di tanti altri che ringrazio, la dipendenza non passerà, e meno male!

  25. Caro Marco, delicato, movimentato, in tensione, ci sono tutti gli ingredienti, e si prende davvero velocità…verso qualcosa che sia meglio …grazie 🙂

  26. Caro Marco, anche se sono silente, ti leggo, e ti faccio i complimenti per questo racconto e per il resto. La tua scrittura diventa sempre più difficile, e ciò significa che sei più avanti. La voglia di movimento della tua protagonista è molto attuale purtroppo, anche se lei, rispetto a noi altri bloccati dal coronavirus, ha un problema fisico ben più grave. Però, il risultato è lo stesso. La libertà di movimento, in qualunque modo venga intesa, è un bene primario, è essenziale come l’aria che entra dal finestrino … così riesco ad accettare anche il tuo finale. Comunque, bravo! Un caro saluto. Lucia

  27. Diana e Lucia: un grandissimo grazie per i vostri commenti e un grande in bocca al lupo.

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