Premio Racconti nella Rete 2010 “L’ultima Sinfonia” di Filippo Guarina
Categoria: Premio Racconti per Corti 201025 Gennaio. Roma. La famiglia Lucchesi si sta spostando verso Firenze per andare a vedere un concerto di musica classica.
Alla guida dell’automobile troviamo Francesco, il padre. E’ un uomo di quaranticinque anni, distinto, superbo ma con un innato senso dell’umorismo. Seduta accanto a lui Laura, la madre. E’ una bellissima donna: ha i capelli biondi, lisci lunghi fin dietro la schiena ed è molto raffinata.
Dietro vediamo Alessandro, chiamato da tutti Alex, il figlio diciottenne ribelle e, seduto vicino a lui, Gabriele, un ragazzino di quattordici anni appassionato di musica classica che è riuscito a convincere i suoi genitori ad andare a vedere la Nona Sinfonia di Beethoven che verrà rappresentata al Teatro Verdi di Firenze. La famiglia arriva in serata. A Firenze c’è una fitta nebbia, mai riscontrata così da molti anni. I quattro decidono di prendere per una sola notte una stanza all’Atlantic Palace, uno dei più rinomati hotel di Firenze.
La famiglia riceve la chiave della stanza numero 256 . Quest’ultima è confortevole e ben arredata. C’è una grande finestra e un balcone. Laura, dopo aver sistemato la sua valigia, si dirige verso il balcone per fumarsi una sigaretta. Francesco mangia un panino insieme a Gabriele e Alex, sdraiato sopra il letto, ascolta musica dal suo i-pod e guarda la tv. Sono le ore 19.30 e la famiglia Lucchesi va a cenare al ristorante dell’hotel. Alle ore 20.00 si dirigono verso il Teatro Verdi per vedere il concerto. Il teatro è pieno di gente. Si prospetta un’ottima rappresentazione della Nona Sinfonia. Il concerto inizia. Gabriele è seduto vicino ad Alex il quale non sembra essere molto contento anzi è abbastanza annoiato non essendo la musica classica tra i suoi generi preferiti. Il primo movimento è qualcosa di eccezionale ma finito il secondo il teatro quasi cade giù dagli applausi. Gabriele segue entusiasta ma ad un tratto si accorge che Alex non è più seduto vicino a lui. Inizia il terzo movimento e il ragazzino aspetta suo fratello. E’ in ansia. Alex ancora non torna. Allora avverte i suoi genitori e insieme si alzano per andarlo a cercare. Non lo trovano da nessuna parte.
Ma c’è qualcosa di strano. I genitori non sembrano essere molto preoccupati. La famiglia allora si dirige nuovamente in hotel. Entrano in stanza. Gabriele guarda i suoi che non sembrano essere minimamente toccati dalla scomparsa del fratello. Laura esce fuori per fumarsi una sigaretta. Francesco si sistema in poltra a leggere un giornale. Gabriele incomincia a perdere la pazienza. Si avvicina alla finestra e guarda sotto. Siamo al 3 piano. Ad un tratto scorge tra la fitta nebbia suo fratello. E’ a braccetto con un uomo e sembrano ridere e scherzare. Poi entrambi si dileguano nella nebbia. Gabriele allora esce fuori in balcone e avverte la madre di aver visto il fratello giù in strada.
Ma Laura è impassibile. Getta la sigaretta di sotto. Gabriele è sconcertato. Si sporge dal balcone per cercare di vedere di nuovo Alex ma rimane pietrificato alla vista di un uomo. Quest’uomo ha una fucile a pallettoni puntato proprio contro Laura. Gabriele grida. L’uomo spara e colpisce la donna alla testa. Gabriele è inorridito e impallidisce. Corre dal padre gridandogli l’accaduto. Il ragazzo ha le lascrime agli occhi ma Francesco non sembra nemmeno prestare attenzione alle sue parole e continua a leggere tranquillamente il giornale. Gabriele è molto agitato. Non crede ai suoi occhi. Non sa cosa fare. Si precipita al telefono e chiama la polizia. Risponde un agente.
Agente:
Distretto di polizia di Firenze, mi dica tutto.
Gabriele:
(molto agitato)
Hanno sparato a mia madre! L’hanno uccisa!
Agente:
(freddo)
Allora innanzitutto si calmi e mi ripeta cosa è successo.
Gabriele:
Hanno sparato a mia madre le dico! All’ Atlantic Palace! Mi deve aiutare!
Agente:
Mi dispiace, guardi, ma non posso proprio esserle utile. Non aiutiamo le persone agitate in questo modo. Arrivederci.
Gabrile è letteralmente scioccato. Guarda suo padre che continua a leggere il giornale. In preda al panico il suo sguardo incrocia la finestra e con le lacrime agli occhi corre verso di essa. Si lancia. La infrange e precipita giù. Attimi di pausa, poi Gabriele si alza incolume. Nemmeno un graffio. Impazzisce completamente. Vede un automobile in corsa arrivare e si lancia verso di essa. L’automobile lo prende in pieno e lui viene scaraventato metri avanti. Si schianta di nuovo al suolo. Ma si rialza di nuovo.
PP di Gabriele nel suo letto che si sveglia urlando di soprassalto. L’incubo è finito.