Premio Racconti nella Rete 2010 “Prima o poi si paga” di Giorgio Santangelo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010«Lillie Connolly, per il crimine di omicidio doloso, sei stata condannata a sedere sulla sedia elettrica finché morte non sopraggiunga».
Con queste drammatiche parole riapre gli occhi Lillie, anziana signora, macchiatasi di omicidio una trentina di anni prima. Cinghie di pelle ruvida le si stringono attorno ai polsi e la testa viene tersa con una spugna bagnata.
«Beh, lo sapevo, prima o poi si paga, non c’è niente da fare» biascica con voce atona la donna al prete e alla guardia carceraria.
«Signora, lei è ancora in tempo. Si liberi dal peso che si porta dietro da più di trent’anni. Perché, una donna come tante, ha commesso un tale crimine?» chiede speranzoso il prete giunto per l’esecuzione.
«Posso dirle solo una cosa padre. Una cosa che ho capito solamente adesso. La vita è una bene immenso che va vissuto fino in fondo. Come disse una volta uno scrittore, “una sentenza è incomparabilmente più atroce che non l’omicidio del malfattore”, e con questo intendo sia quel che ho fatto io sia quello che stanno per fare a me».
Il sacerdote, voltandosi sconfitto verso il secondino, fece cenno col capo di proseguire.
Al suono secco dello scatto della leva per l’elettricità, come se vedesse un film, una vecchia Lillie si rivede più giovane, in quel fatidico momento, mentre entra nel confessionale di una chiesa di campagna.
«Perdonatemi padre perché ho peccato».
«Cos’è successo, figliola?» chiede il prete preoccupato dal volto cupo della donna. Il viso della giovane,dall’altro lato della grata, è indistinguibile, a causa anche di un fazzoletto e grossi occhiali da sole.
«Sto per commettere un peccato terribile».
Poi, bisbigliando:«Omicidio».
«Cosa?»
«Omicidio, padre! Sto per uccidere un uomo! Sono venuto qui da lei per chiederle un consiglio…capire se fare un’azione del genere o no possa aiutarmi…»
«Come? Ma figliola, come può minimamente pensare che io possa aiutarla in un atto talmente deprecabile e ignobile? E per quale motivo poi?»
«Vendetta. Quest’uomo, perché di un uomo si tratta mi ha privato della mia vita. Io lo priverò della sua.»
Il prete spaventato: «Si può sapere cosa è successo?»
Torcendosi furiosamente le mani, una lacrima a rigarle il volto, Lillie sussurra in un sibilo: «Mi ha fatto delle cose…quando ero una bambina. All’epoca non capivo ma ora…e finalmente l’ho trovato. No, deve pagare, sicuramente continua a farle ad altre ragazze! Lei capisce vero?»
Deglutendo con forza, il vecchio sacerdote sospira: «Si…capisco…sei Lillie Connolly, vero?»
Abbassandosi meccanicamente gli occhiali: «Ha capito, padre? Non la facevo così perspicace. Credevo che, da vecchio porco quale è, ci avrebbe messo più tempo a capire il mio giro di parole».
«La prego, cara Lillie. Il mio fu un errore di gioventù. Ho cercato di sopprimere il ricordo! Tu…tu fosti l’unica, lo giuro, non sai quante volte mi sono pentito per quello che ho fatto! Se potessi cancellare quel gior…»
«Cancellare un cazzo! Mi hai rovinato la vita e sei fuggito! E ora che ti ho trovato che vorresti fare?» sputò Lillie in un fiume di veleno!
La mano della donna scorre velocemente nella borsetta proprio mentre l’uomo di chiesa tenta di sgusciare fuori dal gabbiotto del confessionale. Due lampi di luce e un rumore assordante di spari però lo precedono, facendolo cadere fuori dal gabbiotto riverso sul pavimento merviglio per il sangue.
Fuggendo a piedi, con rumore di tacchi, in quel momento Lillie non avrebbe mai pensato di pentirsi per quello che aveva appena fatto.