Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Sorellanza” di Tindara Maria Abramo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Avere lo stesso sangue non significa essere “uguali” e in simbiosi.

Significa amarsi, proteggersi, aiutarsi, senza prevaricare una sull’altra

indipendentemente dall’età,

tu più grande io più piccola, tu più forte io meno forte,

tu imperiosa io accomodante, tu indecisa io determinata,

tu scoraggiata io fiduciosa, tu imbrigliata io desiderosa di volare.

Tu bambina negata e cresciuta troppo in fretta per le responsabilità che ti

hanno caricato sulle spalle quando ancora dovevi giocare ed essere

spensierata… ricordo ancora le lenzuola bagnate ogni mattina.

Io bambina gracile che si aggrappava alla vita cogliendo ogni piccolo

spiraglio per afferrare un po’ di luce e ridarla a tutti noi con le mie

birichinate.

Tu non valorizzata a scuola, sei cresciuta insicura delle tue capacità, finché

non hai trovato la tua strada per emergere, per rinascere, per cercare altre

opportunità. Anche tu sei fuggita, anche tu hai cercato alternative al buio

della nostra esistenza. Prima nella sartoria, un ambiente allegro e spensie-

rato, che ti ha permesso di imparare a cucire non solo tessuti ma anche rap-

porti sociali e momenti di svago. E poi nelle innumerevoli esperienze lavo-

rative…

Io cercavo altri orizzonti, inseguivo sogni per arricchire il mio animo, ma ti

assecondavo e ti seguivo nelle tue scelte e nelle tue amicizie permettendoti

di ancorarmi ad una vita che mi stava già stretta.

Mi sono sempre succhiata il pollice traendo rassicurazione da me stessa.

Mi aggrappavo a nostra madre che, seppur nella sua fragilità e semplicità,

mi stava vicina. Papà lo temevo di più e mi sembrava irraggiungibile.

Tu, invece, hai sempre puntato a lui, al suo riconoscimento nei tuoi con-

fronti e hai sempre e giustamente sofferto per la mancanza di questo.

Io penso che lui desiderasse un altro maschio dopo la perdita del primo e

che questo abbia inciso sul vostro mancato feeling. con me è sempre stato

gratuitamente paterno, ma io non l’ho ricambiato come meritava, perchè

temevo gli uomini “maturi”. Sono stata “abusata” più volte e non l’ho mai

detto a nessuno, per timore di non essere creduta. Ho cercato di ribellarmi

senza dire il vero motivo, ma non mi è stato concesso di sottrarmi a quell’

ambiente che solo da pochi anni affronto con più serenità. Già da piccola ho

dovuto “autodifendermi” non sentendomi protetta da chi avrebbe dovuto

farlo, salvandomi dalla grinfie del lupo cattivo.

La mia vita continuamente “violata” mi ha portato a essere come sono e a

non vivere una sessualità armoniosa pur avendo avuto la gioia e la fortuna

di essere madre. Solo un uomo è stato il mio faro: il maestro Armando,

mi ha curato e coltivato come un tenero fiore e ha messo le ali al mio cuore

e alla mia anima. Mi ha fatto guardare in alto e mi ha spronato a credere in

me e ad andare avanti sempre e comunque.

Gli incubi nella mia vita non sono mai finiti, ma anche se le mie ali sono or-

mai spezzate, non voglio arrendermi. Voglio ancora guardare in alto,

crescere, migliorarmi e riscattarmi.

Non era questo il motivo per cui ho iniziato a scriverti. Scusami se ti sto

dando tanto dolore, sto piangendo lacrime a fiumi, perchè si stanno ria-

prendo vecchie ferite mai chiuse che continuano a sanguinare.

Era mia intenzione appuntare delle postille per determinare i confini entro

i quali muoverci per iniziare un nuovo percorso di sorellanza che ci consen-

ta di vivere il nostro disperato volerci bene senza ferirci più.

Senza oltraggiarci più. Senza logorarci più. Io non voglio rinunciare a te.

Io non voglio esiliarti dalla mia esistenza ma ho bisogno di sentirti sorella,

non mamma o giudice implacabile della mia triste vita. Mi sento così fallita

che, a volte, non riesco neppure a respirare. Dovrei frenarmi qui e non

darti altri bocconi amari del mio vissuto, ma la penna scorre ormai veloce

sulla carta e le parole fluiscono ininterrottamente, prendendo forma per

dare libero sfogo al mio dolore. Non è tutto oro quello che luccica.

Le umiliazioni che ho dovuto subire sono infinite e non sono mai stata lì ad

elencarle per non darti più dispiacere di quello che hai patito a tua volta.

Ho ingoiato in silenzio i miei traumi per non appesantire le vostre croci,

ma nessuno si è mai chiesto il perché delle mie cadute, o se l’ha fatto è stato

per infierire ancora e ancora, per giudicare ancora e ancora. Io non reggo

più a questi assalti … le mie forze si sono esaurite e non riesco a gioire più

di nulla. Non riesco ad affrontare la giornata col sorriso sulle labbra e la

luce negli occhi. Sono spenta, sono morta dentro e sto logorando le persone

che amo di più : le mie perle, te, mamma e anche lui, nonostante mi abbia

spento il sole dentro. Non voglio soccombere ancora.

Desidero solo chiudere il libro del mio doloroso passato e scriverne uno

nuovo, in cui ci sia gente positiva che mi trasmette solo voglia di vivere…

null’altro.

Tornare a sorridere e dare, alle mie creature e a chi mi vuole bene e crede

in me, il meglio di me. Ti chiedo di vergare assieme a me, su queste pagine

intonse, una storia fatta di amore, sincerità e rispetto,

vero rispetto l’una per l’altra.

Non so più quali sono i paletti che volevo fissare, penso che dobbiamo

cercarli insieme.Recuperiamo il tempo perso,sprecato in urla e rancore,

con momenti di vero affetto e complicità. Almeno una volta, diamo una

lezione di vita alle nostre bambine, che in tutti questi anni ci hanno visto

legate ma soprattutto divise da assurde incomprensioni.

Dimostriamo loro che l’amore può tutto e può compiere grandi miracoli di

riconciliazione.

Credo che se si vuole, si può tornare indietro, ci si può ravvedere, con

l’umiltà di ammettere di aver sbagliato e la voglia di imparare dagli errori

commessi promettendoci di non rifarli mai più.

Vuoi essere mia sorella per sempre?

Io sono qui, con l’amore di Gesù dentro il cuore, ad accoglierti e a chiederti

perdono per tutte le cattiverie che ti ho detto e per tutto il male che ti ho

fatto.Non avrei mai voluto darti dolore.Quando hai perso i tuoi gemelli mi

sono sentita morirealmeno quanto te, e volevo perfino procreare per te, per

farti questo grande dono. Non te l’ho mai detto…come molte altre cose… ma

il mio amore è così grande per te che non avrei esitato a farlo se solo mi

fosse stato consentito.

Grazie di esistere e di esserci nella mia vita. Io non voglio perderti. ti voglio

un bene così grande che darei la mia vita per te e per farti stare bene.

A domani

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