Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Al Circo con una Stella in Braccio” di Aurora Coppola (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

La storia che vi sto per raccontare, alle più belle fiabe non ha niente da invidiare! Inizia in un circo, sboccia sotto un tendone, ma non è questo il nocciolo della questione! L’idillio, alquanto casuale, nasce per gioco e sta come il bruco alla farfalla! Il nostro lui si chiama Braccio, pagliaccio comico-spalla, mentre lei si chiama Stella, trapezista ai fili più alti e lassù, assieme al suo Balzo, compagno di salti, divide amor e carriera e al nostro clown non pensa in alcuna maniera!

Successe un giorno, durante un’esibizione che Braccio – quel pasticcione! – rotolò dalla sua bicicletta, in una rovinosa caduta galeotta! Quel dì, il suo vice, Baffo il padrone, lo canzonò e dopo aver dato il suo comando, tra le risa della gente lo apostrofò, gridando: <<Vieni qui brutto buffone, fai ridere stasera i nostri amici. Mettiti in sella a questa piccolissima bici!>> Così il pagliaccio obbedì e iniziò a pedalare, ma il numero non era neanche iniziato che il pantalone nella catena si era già impigliato! Vi lascio immaginare la scena, il povero clown cadde come un sacco di patate. Il padrone disse: <<Cosa fate? Non vi alzate?>> Braccio, paonazzo per l’imbarazzo, guardò in alto per la disperazione. Fu proprio lì che gli apparve incantevole visione, una ragazza splendente come una stella! Lei era proprio bella, trapezista, star del circo, aveva un fisico da modella! Il pagliaccio la scorse mentre si stava preparando, doveva danzare su un filo ammiccando e tra lustrini e paillettes, pareva una libellula tra francesi ‘lunettes’. Il pagliaccio ne era certo: <<La celestial visione mai e poi mai da lassù mi avrebbe notato!>>, si diceva sconsolato il clown sgraziato, mentre la rimirava da laggiù con devozione. Braccio era in preda alla disperazione, mentre si nascondeva nel suo camerino, si levava il trucco e la maschera scherzosa dal volto, quando il cuore era ancora tutto sconvolto. In solitudine pensò: <<È finita per me, mi scoppierà il cuore!>> Sapeva di essere caduto vittima di quello strano artifizio chiamato amore! Lasciate allora che ve lo dica, io che vi sono amica: non c’è peggior male di una cotta presa in pieno, per una dama che ha il ciel sereno! Già, perché Stella era promessa a un gagliardo giovanotto che del trapezio aveva nome e motto: Balzo di chiamava e con Bella spesso si allenava, un salto là, una presa qua e dopo qualche giorno l’amore tra i due sboccerà.

Braccio, allora, triste per la situazione, uscì a prendere aria dietro al tendone, dove il padrone teneva gli animali, gli amici del pagliaccio più fedeli. Il pagliaccio ne aveva uno in particolare, il suo preferito, un micione mansueto, un pezzo di pane. Cari amici, credetemi a parole, lui si chiama Sole, il mitico re della Savana! Al gattone piace molto la rosticciana, ne mangerebbe certamente a quintali, alle sagre non avrebbe rivali, ai gatti non metterebbe gli stivali e non avrebbe mai voglia di uscir dalla sua tana! Il clown gli si avvicinò senza paura e con voce debole gli confidò: <<Oh mio caro Sole, mio fido amico, sta a sentir quel che ti dico! Mi sono innamorato di Stella e ho il cuore spezzato, perché so di non essere ricambiato! Balzo l’ha già presa, forse un giorno se la sposa, ed io invece rimarrò qui, triste come una pietra, a vederli volteggiare su una nuvola rosa!>>

Successe che, a quel punto della storia, il leone suggerì a Braccio una galanteria, Sole diede al clown un fiore da portare via, perche’ lo donasse a Stella e festeggiasse la gloria. Le cose non andarono proprio come pianificato, Braccio andò dalla sua bella e cercò con una scusa di dare un fiore alla sua Stella, ma il povero sciocchino non ci deve attenzione e per l’emozione invece del fiore le porse un giochino. Quel che accadde dopo fu un vero e proprio guaio, quando il volto della donzella si bagnò e non fu proprio gaio! Allora la bella Stella si arrabbiò, Balzo – sentito lo schiamazzo – si avvicinò e una volta compreso l’accaduto, dette al povero malcapitato un pugno in faccia e un calcio ben assestato!

Più in là, al cerchio di fuoco, Baffo e il mago Scintilla si gustarono tutta la scena. Baffo, divertito, urlò: <<Braccio, mi fai pena!>>, Scintilla invece pensò: <<Quel pagliaccio va aiutato di buona lena!>>.

Fu allora che il nostro Braccio, tutto rosso in faccia, dal leone suo amico torno’. Sole lo vide entrare che era tutto paonazzo e allarmato esclamò: <<Braccio ma che è successo? Chi ti ha fatto il mazzo?>> Il clown, tutto sconsolato, rispose: <<Stavolta le ho prese e non le ho ridate! Niente applausi, solo risate! Ho cercato di conquistare la bella Stella con le mie gesta, ma in mano sol questo fiore finto mi resta. La margherita invece del profumo ha fatto uscire l’acqua a fiotto, lei si è arrabbiata e io dal Balzo ho preso un bel cazzotto!>> Scintilla, seguito il pagliaccio dietro il tendone, non pote’ fare a meno di intervenire con la sua magia, immago aveva uno sguardo vago, ma il suo mantello lasciava dritto la sua scia. Fu così che si accostò alla compagnia e da un angolo dello zoo commentò: <<Braccio, Braccio! Che cosa hai combinato? La donzella mi hai annaffiato? La prossima volta che la vedi, spargi questi brillantini ai suoi piedi! Vedrai che con la mia magia attirerai la sua attenzione e Balzo se ne dovrà fare una ragione!>>.

Arrivò il giorno dello spettacolo e il tendone era in festa, Baffo era a pettinarsi, Braccio a truccarsi e il re Sole a farsi bella la cresta. Qualcuno però non era partito bene, gli acrobati facevano strane scene – forse d’amore o gelosia – ma il malcontento non andava via! Balzo è arrabbiato e su Bella si scaglia: <<Vediamo se anche questo numero si sbaglia!>>, si riferiva all’ultima esercitazione, si vede che non era venuta alla perfezione. La disputa mandò Stella in confusione, fu allora che tra un’asta e una corda, Stella proprio i brillantini si scorda e tutta mortificata gridò: <<Mamma mia, e adesso come faccio?>>.

Il momento fu propizio per Braccio che si voleva avvicinare: <<Mia cara Stella, non ti preoccupare, ci sono io qui ad aiutare! Permettimi di chiederti scusa se l’altro giorno ti ho spruzzato, avevo la mente confusa e ho preso il fiore sbagliato! Spero di essere perdonato!>> Allora Braccio le porse i brillantini che sulle scarpe di Stella van perfetti, così lei pote’ fare i passetti che sul filo devono star vicini. Lei si commosse e con un bacio sulla guancia ringraziò Braccio che arrossì un po’, poi gli confessò: <<Grazie Braccio, io devo dire che da vicino non sei male, sarai anche un clown ma sei gentile ed è questo che più vale!>> Braccio pensò che il mago Scintilla c’entrasse qualcosa con quest’alchimia: <<Il trucco ha funzionato sulla donzella e i brillantini hanno fatto la magia!>> disse tra sé e sé. Fu allora che vide il mago arrivare, Scintilla era venuto a controllare cosa successe dopo la conversazione. Il pagliaccio gli venne incontro e con stupore gli riferì della situazione: <<Mio caro mago, a quali giochi hai fatto alla ragazza? Ho avuto giusto il tempo di spargere i brillantini ai suoi piedi e lei di me era già pazza!>> Il mago era contento per il risultato e al clown svelò il suo segreto: <<Mio caro Braccio, non c’è niente di faceto. Quella era tutta verità! Vedi, a te mancava solo un po’ di decisione, mentre il trapezista peccava in vanità! Credo che Stella abbia imparato una buona lezione: mai giudicare il libro dalla copertina! E fu così che quella mattina il più magico degli spettacoli andò in onda, cioè l’amore tra un pagliaccio e una trapezista stellina, non fu amore a prima vista, ma a una seconda!

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2 commenti »

  1. Buonasera a tutti, sono l’autrice del racconto. Il brano che presento è stato creato con l’intento di suggerire ai bambini di non giudicare dalle apparenze. Per il mio progetto mi sono ispirata ai racconti di Oscar Wilde e Gianni Rodari. La composizione è quasi interamente in rima, ho una grande passione per la poesia ed è proprio grazie a questa che ho cominciato a scrivere.

  2. Infatti, leggendolo mi sono tornate in mente alcune filastrocche di Gianni Rodari, come quella di Pinocchio o L’arena. Davvero un bell’omaggio, arricchito dalla freschezza delle rime, la delicata storia d’amore e gli echi quasi felliniani che hanno dato colore alla storia.

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