Premio Racconti nella Rete 2019 “Il sindacalista ‘i due libri proibiti'” di Mauro Branda
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Mi ero sempre chiesto che cosa ci fosse di tanto segreto in quei due libri, uno rosso e uno bianco , che mio padre conservava gelosamente dentro l’armadio della camera da letto dei miei genitori, vicino alla scatola in metallo che un lontano Natale aveva contenuto cioccolatini ed ora invece era diventata contenitore di materiale da rammendo di mia madre.
Ogni volta che la porta di quell’armadio si apriva si sentiva l’odore di pulito della biancheria ed io cercavo di sbirciare; la curiosità mi assaliva ma…era assolutamente vietato anche soltanto sfogliare quei due libri.
Erano roba da grandi e i bambini non avrebbero potuto leggerli, quasi fosse un peccato .
Qualche volta capitava che riuscissi ad intrufolarmi, mentre mia madre era impegnata nelle pulizie e provavo a guardare ma arrivato al momento della “scoperta” io stesso mi tiravo indietro talmente spaventato che cominciavo a fantasticare di tristi conseguenze se avessi svelato il segreto del contenuto dei due libri. Ricordo che pensai addirittura che avrei potuto mettere in pericolo la vita di mio padre , della mia famiglia se avessi violato quelle pagine e rivelato a qualcuno il contenuto.
Anche quando ero malato e approfittavo per occupare il letto dei miei genitori quando loro erano al lavoro al piano di sotto della nostra abitazione, mi ritornavano in mente quei due libri. Forse mio padre lo immaginava e per questo mi portava tante altre letture : fumetti e libri per ragazzi. La lettura mi appassionava ed ero curioso, tanto che già da molto piccolo ero abbonato a due riviste per ragazzi ( una era “il Corrierino”).
Anche quando i miei genitori decisero, finalmente, di acquistare la prima TV la passione per la lettura non venne mai meno. Forse il nuovo elettrodomestico sviluppò molto la mia immaginazione, appassionato com’ero di quei bei sceneggiati che venivano proposti nel palinsesto Rai con due soli canali.
Esisteva uno spazio pomeridiano, la tv dei piccoli e la tv dei ragazzi , tutto rigorosamente dalle 17,00 alle 18,30, dopo l’edizione pomeridiana del telegiornale, Che nostalgia! Altro che la tv spazzatura che ci propinano al giorno d’oggi con finti attori, finti cantanti, finti artisti insomma che provengono dai cosiddetti talent oppure lo spettacolo della cucina in televisione.
Siamo passati dal “Dirigibile” di Azzurrina-Maria Giovanna Elmi alle pentole fumanti con tanto di urlanti conduttrici che affabulano il pubblico. Ma questa è un’altra storia!
Diventavo grande, le mie conoscenze aumentavano e cominciavo a domandare a mio padre il perché del segreto dei due libri, cosa ci fosse stato dentro quelle pagine di tanto “proibito”.
Un giorno a mia madre sfuggì qualcosa e, dopo uno snervante interrogatorio riuscii finalmente a scoprire il segreto, entrambi i libri parlavano della deportazione e del genocidio degli ebrei operato dai nazi-fascisti, nella Seconda Guerra Mondiale. Uno dei due libri era il Diario di Anna Frank. Cosa ci poteva essere di tanto proibito nella lettura?
Il Diario di Anna Frank era l’argomento di lettura, proprio in quel momento, alla scuola media che frequentavo!
Il motivo era molto più complesso: i due libri erano stati donati, anni rima, a mio padre da un suo amico, militante nel Sindacato e nel Partito Socialista . Quelli erano i tempi delle grandi contestazioni operaie per la conquista dei diritti sacrosanti dei lavoratori, contro lo sfruttamento da parte dei padroni.
Quella cosiddetta aristocrazia che, sotterrata la baionetta e il littorio, si nascondeva al riparo di un bianco scudo crociato di rosso-
Mio padre credeva nell’uguaglianza ed aveva aderito al Sindacato. Non mi era ancora chiaro cosa c’entrassero i due libri ma… presto tutto mi fu rivelato; ormai ero grande! Quando mio padre e e mia madre (23 e 22 anni) avevano deciso di sposarsi, dopo dieci anni di fidanzamento e altrettanti di lavoro in fabbrica, si erano visti negare il consenso dall’allora parroco! Questi conosciuto per i suoi particolari punti di vista anche sulla gestione dei beni della parrocchia, aveva “dipinto” una relazione che presentava mio padre come un pericoloso sovversivo…sindacalista, quindi non degno di sposarsi in chiesa.
Quella volta era dovuto intervenire lo zio prete e grazie alla sua intercessione i miei si erano sposati, con il consenso del Vescovo.. Tutto risolto ! Ma in mio padre era rimasta come un’onta e la paura di essere considerato come un sovversivo , solo perché voleva tutelare i suoi diritti e quelli dei suoi compagni.
I libri erano rimasti quindi nascosti per evitare problemi anche a noi figli.
Diciotto anni di buio e naftalina per due contenitori di libertà: la libertà di un’opinione.