Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Gatte” di Marco Gallo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Lei: – Fiuuuuu!

Lui: – ‘Soffia. E’ incazzata sul serio! Provo a prendere tempo’ Perché sei arrabbiata?

Lei: – Hai il coraggio di chiedermi perché?

Lui: ‘Cazzo, le femmine sono tutte uguali, in tutte le specie.

Lei: – L’hai portata qui, a cena, a casa mia, quella troia che giocava a fare la gatta con te.

Lui: Sì, ma che c’entra questo?

Lei: – Fiuuuuu!

Lui: – Ancora! –

Lei: – I primi tempi eri dolce con me, eri solo per me, lo ricordo, sai? Lo ricordo benissimo. La sera stavamo insieme, noi due da soli, sul divano.

Lui: ‘Ecco, mi fa una scenata di gelosia!

Lei: – Non è una scenata di gelosia

Lui: ’Cazzo, mi legge anche i pensieri?’

Lei: – Sì, ti leggo anche nei pensieri.

Lui: ‘Non ce la posso fare, ma come facevano quelli che avevano quattro mogli e le concubine? Erano masochisti, sì erano proprio masochisti! Io ho solo un gatto, anzi, una gatta e una moglie e non gliela faccio.

Lei: Fiuuuuu, fiuuuuu! – Guarda, che ho sentito anche questo!

Lui: ‘Eh no, no! Devo fare attenzione ai miei pensieri.

Lei: – Non tentare di divagare. Da quando hai portato quella stronza dentro casa, io per te non esisto più!

Lui: – Non è vero, anche lei si occupa di te!

Lei: – Ma a me, di lei, non me ne frega niente. Niente! Lo capisci? Anzi, mi dà fastidio che sia lei a darmi i croccantini. Io li voglio da te.

Silenzio

Lei: – Non parli? Confessalo, mi hai preso con te perché ti sentivi solo in quel momento. Pensavi che non avresti più avuto nessuno nella tua vita, lo so! E lo sai anche tu.

Lui: – No, non è così!

Lei: – Sei poco convincente.

Lui: – Sono convinto.

Lei: – Sono stata il classico chiodo scaccia chiodo.

Lui: – No! Le altre, sicuramente loro, lo sono state. Non tu! E poi, con te è diverso.

Lei: – Dite tutti così!

Lui: – Ma che ne sai tu degli altri, se sei stata solo con me!

Lei: – Voi maschi siete tutti uguali. –

Lui: – Guarda che è diverso. Noi stiamo insieme, ti adoriamo tutti. Tu dormi vicino a me, cosa c’è che non va?

Lei: – Avrei voluto che le cose non fossero cambiate.

Lui: – Questa è bella! Sei una gatta, ma ragioni come uomo, un maschio intendo.

Lei: – Fiuuuuu, fiuuuuu, fiuuuuu!

Lui: – Non puoi arrabbiarti per ogni cosa che dico.

Lei: – Mi stai giudicando e questo mi fa incazzare ancora di più! Poi, oltre a portarla qui, l’hai pure sposata, e c’hai fatto anche un figlio che mi rompe tutto il giorno.

Silenzio

Lei: Ma tu, l’ami?

Silenzio

Lui: – Ma che domande mi fai? Lei è la madre di mio figlio, e… sì, l’amo, … penso di amarla.

Lei: – Sei un miserabile senza palle! Ti lascio vivere la tua misera vita: tra noi è finita, ho deciso, me ne vado.

Lui: – E dove vai, come vivrai, che farai, che farò?

Lei: Silenzio. Ricordi di lui.

Lui: ‘io che ancora dormo la mattina e lei che mi sveglia miagolando dolcemente per non farmi fare tardi. La musica, io sul divano e lei distesa sulle mie gambe: io l’accarezzo, lei gorgoglia. Lei a dormire accanto a me. Poi: lavoro, carriera, moglie, figlio, pannolini, biberon, giochi, scuola, vacanze: il gatto dove lo lasciamo? Lei non esiste. Che stronzo!

Lui, in ginocchio, gomiti a terra, muso a muso con la gatta, occhi negli occhi.

Lui: – Rimani, rimani con me, non te ne andare, cambierò. Sono cambiato!

Lei, coda alta e dritta, schiena incurvata. Ancheggiando passa lentamente strusciando tra le gambe di lui, va verso la ciotola, rallenta, si ferma, si volta per un attimo, riprende lentamente, molto lentamente. Come un flebile suono di un violino, modulato, ora più acuto, ora più grave, ora ancora acuto, prolungato, ma non troppo, misurato:

Lei: – Miaaaaaaoooooooo, vediamo…

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