Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Buco Nero” di Martina Scaramuzzino (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Era una mattina come le altre, le nuvole nere, le gocce d’acqua che bagnavano i vetri delle finestre, i sospiri che sfumavano il colore grigio dentro di me e quel compiersi dei minuti che sembrava eterno come la solitudine. Era inverno. Dentro mi sentivo male. Era da troppo tempo che non ridevo. Ieri è stato il giorno del mio compleanno, ma non è stato allegro e colorato come sempre. È stato un soffio veloce che ha trasportato sogni ormai svaniti. Mia madre mi ha detto che dovevo sorridere un po’, che la vita è un dono e che tutti devono godersela al meglio. Non io però, perché non sono un bambino sempre allegro e felice, di quelli che giocano, si divertono e ridono insieme o che amano rischiare per il bene di qualcun altro. Non sono così, mia madre mi dice che sono un ragazzo raro, ma non ho capito se intende dire in senso positivo, perciò credo in quello opposto! Tutto questo solo per ciò che è accaduto ieri. Ancora non ho detto che ho un fratello, Marco, che ha 17 anni, che non è una buona guida da seguire e neanche un buon fratello. Ieri ci stavamo divertendo allo “ Splatter Zone”: un gioco dove tu hai una pistola che funziona come quella reale, solo che non spara pallottole ma palline colorate. Si deve indossare un casco che ti protegga il viso, ovviamente fanno un po’ male quelle palline sulle parti del corpo, soprattutto sulla faccia; e una specie di protezione al petto che però non lo copre tutto. Ero uno dei 2 capitani e con me c’erano: Federico, Pj, Lori e Tino (che hanno un’età che va dai 10 ai 12 anni, io ne compivo 11).  Mio fratello Marco era l’altro capitano e con lui c’erano: Harley, Black, Paulo e Fady (dai 16 ai 19 anni). Abbiamo iniziato a giocare, Harley ha lanciato una piccola bomba rossa a Pj, che poi ha perso. Black era un cecchino, ha colpito Tino sulla pancia. Paulo non ha usato la pistola ma le mani, era un ragazzo forte e non ne aveva bisogno; quindi ha dato una forte gomitata a Lori e a Federico, facendoli cadere con la faccia a terra. Ero solo, sentivo aria fredda che mi faceva capire che non avevo speranze per vincere. Marco mi ha spinto a terra con un pugno, dal naso è uscito del sangue, Harley mi ha dato un calcio al braccio, Black mi ha sparato in bocca dopo aver deciso di togliermi il casco ed il colpo di grazia lo ha dato Paulo tenendomi e Fady, che fin ora si era nascosto dentro un fosso, mi ha fatto una foto che ha inviato a tutti quelli che conosceva. Sì, sono stato umiliato da mio fratello e dai suoi migliori amici. Da allora tutti mi hanno preso in giro e i miei amici non mi hanno rivolto più la parola, pensavano che da grande sarei potuto diventare come Marco. Non c’era più nessuno a farmi compagnia nei momenti bui, quando venivo preso in giro, non c’era nessuno che mi aiutava ad aver fiducia, neanche qualcuno che mi dicesse almeno… “Stai tranquillo, ora sei al sicuro” … Ormai ero invisibile.

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Un giorno, però, mentre mi stanno prendendo in giro, una ragazza li fa scappare via invitandoli a lasciarmi andare: ha un viso dolce, degli occhi azzurri come il cielo, la pelle color tramonto, il suo sorriso…Oh, sembra un fiore in mezzo a tanti cristalli di mille colori! E quella voce… sembra quella di un angelo caduto dal Paradiso. Mi prende la mano e mi dice che si chiama Liru, io rispondo: “Mark”. Lei mi chiede se voglio diventare suo amico, rispondo: “Sì”. Non ne ho nessuno! Liru mi invita ad andare con lei in discoteca, accetto solo per curiosità e perché non ho cosa fare. Andiamo in discoteca. Indosso una leggera camicia rossa, jeans blu e scarpe nere. Liru, invece, è meravigliosa: indossa un vestito rosso, dei sandali marroncini con decorazioni dorate, un bracciale sulla gamba e un fermaglio d’oro. Mentre ballo con lei, come in un film, il DJ mette una canzone romantica e lenta. Tutti intorno a noi ballano come veri e propri fidanzati: la ragazza appoggia la guancia sulla spalla del ragazzo e lui pure, tenendole la mano sul petto. Ovviamente troppe cose romantiche messe insieme ci sono per uno come me; però dai, chi non desidera comportarsi così con una bella e coraggiosa ragazza come Liru? Quindi, prendo la sua mano e la metto sul mio petto, così può sentire il mio cuore battere all’impazzata. Liru, capendo cosa volessi fare, appoggia la guancia sulla mia spalla e chiude gli occhi sorridendomi. Mi sento al settimo cielo! In vita mia non avevo MAI provato quella sensazione di felicità! Sono rosso come un peperone, ci fermiamo, lei mi guarda negli occhi e mi dice che non devo preoccuparmi perché capisce il mio imbarazzo.

È mezzanotte, siamo soli, il DJ e tutti gli altri si sono addormentati. Liru prende le mie mani e mi ringrazia per averle fatto trascorrere una bellissima serata; però, prima che se ne vada, penso che non la rivedrò mai più, mi faccio coraggio, le prendo la mano e la bacio. Tutto intorno a noi sembra più chiaro, più brillante. Sto così bene che voglio che quel momento duri per sempre. Ecco che anche lei chiude gli occhi arrossendo e mi bacia. Mi dice che prova qualcosa per me ed anch’io le dico la stessa cosa. La mia vita da allora cambia. Ora Liru è la mia fidanzata! Da quando è entrata nella mia vita, quell’oscurità e quella tristezza che avevano modificato il mio modo di guardare le cose, spariscono, grazie a lei. Sono felice di averla conosciuta. Mi chiedo, però, cosa sarebbe successo se non l’avessi mai incontrata? Beh, so solo che adesso penso positivo, come canta Jovanotti. Marco ed io ora ci vogliamo bene, non litighiamo, non gridiamo più l’uno contro l’altro…Viviamo come veri e propri fratelli. Ho finalmente nuovi amici, sicuramente migliori di quelli di prima. Forse nella mia vita si presenterà qualche altro problema. Intanto, voglio godermi insieme a Liru tutti i momenti più belli che terrò per sempre custoditi nel profondo del mio cuore. Ammiro molto Liru, lei non si è mai abbattuta, come ho fatto io. È una persona forte. È stata capace di colmare quel buco nero che tanto dolore aveva provocato in me.

Grazie, Liru.

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