Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Cuore Selvaggio (Una Storia in Cinque Atti)” di Annapaola Paparo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

Atto I

Ambiente: una cucina semplice ma pulita e luminosa. Due donne siedono ad un tavolo di formica verde e pelano patate. Una è corpulenta e ha i capelli chiarissimi con ciocche completamente bianche. L’altra è visibilmente più giovane, ha labbra molto pronunciate e capelli nerissimi e ricci. Un ciuffo cotonato e molto anni Ottanta le ricade più volte sulla fronte e sbatte sulle palpebre. Sarebbe più semplice utilizzare un ferretto, ma la donna evidentemente non ne possiede alcuno. Per cui continua a pelare patate e a soffiare dal basso verso l’alto sulla ciocca ribelle.

IOLANDA: Tutto deve essere perfetto per questa sera. Il fidanzato di tua sorella viene a cena a casa e non voglio che abbia da ridire sulla suocera subito dall’inizio…

ROSA: Ma mamma, cosa dici, stai preparando una cena squisita. Vedrai, Ines non potrà che esser felice. La Madonna del Rosario ha accolto le nostre preghiere e ha fatto sì che Ines si trovasse un fidanzato onesto piuttosto che finire tra le grinfie di Guglielmo Andrade. Quel farabutto! Solo perché è avvocato e l’uomo più potente della città crede di poter usare le donne come gli piace! Ma se solo si azzarda a mettere gli occhi su mia sorella io…io…giuro che….

Rosa smette di pelare e stringe il manico del coltello come fosse quello di un pugnale. Fissa il vuoto davanti a sé con un’espressione di furia cieca. Iolanda scuote la testa, senza distogliere lo sguardo dalla patata che sta sbucciando.

IOLANDA: Smettila Rosa, non devi essere così protettiva. Ines ha già compiuto venti anni ed è una donna con la testa sulle spalle. L’avvocato Andrade non le interessa, anche se è alto, moro, bello e proprietario di una villa a cinque piani in campagna più un palazzo signorile in città. Tua sorella è una brava ragazza, non le interessano i dongiovanni….

ROSA: Oh certo, hai ragione tu mamma. Ma….(pausa significativa) ….Perchè Ines non è ancora qui?

Musica: un misto tra sirena di ambulanza e allarme antincendio.

Le due donne si guardano, bocche e occhi spalancati. Poi Iolanda si sbatte una mano sulla fronte, come per bloccare un pensiero appena sorto.

IOLANDA: Ma certo, è andata a fare shopping, che stupida, me ne ero completamente dimenticata!

ROSA: O mamma, meno male! Che paura mi ero presa! Pensa se invece fosse andata a trovare quel lestofante di Guglielmo Andrade…mi vengono i brividi solo a pensarci!

IOLANDA: Tu smettila di farti frullare il cervellino figlia mia e preparami l’acqua per le patate. Ines arriverà più tardi con Antonio e deve essere tutto pronto…

ROSA: Va bene mamma. Però altre due preghierine alla Madonna gliele dico, male non fa. Andrade non è un uomo, è il diavolo in persona!

Rosa si alza di scatto e strofina le mani al grembiule. Dopodichè fugge via facendosi il segno della croce.

Atto II

Ambiente: una stanza da letto in penombra. C’è un grande baldacchino con la testiera incastonata di pietre preziose, bardato di tendaggi dorati. Sulle pareti ci sono quadri raffiguranti puttini dispettosi che colpiscono con frecce donne nude distese su letti o divani o ninfe dell’acqua. L’unica luce proviene dalla lampada di vetro verde sullo scrittoio.

Alla scrivania siede un uomo in giacca da camera di seta blu. Sotto la vestaglia si indovina un pigiama dalla trama raffinata a righe grigie e blu. L’uomo ha i capelli corti scuri con un ciuffo con una perfetta scriminatura centrale, ottenuta con l’applicazione di gel e altri unguenti. Ha gli occhi grandi di color verde scuro e la bocca carnosa. E’ intento a scrivere una lettera. Dopo qualche secondo smette di scrivere, e fissa dritto davanti a sé. Da questo momento in poi l’uomo penserà ad alta voce, che in pratica significa: parlerà con e a se stesso.

Musica: Fruscio del vento, ritmo segnato da tamburelli, suono di un ukulele (strumento simile alla balalaika), coro di voci femminili gorgheggianti.

GUGLIELMO: Ines, Ines. Ricordo ancora quando eri una bambina e sgambettavi ai giardini, prigioniera di un pannolino enorme. Ora sei cresciuta, sei una donna. Eppure sei ancora acerba, e fresca come una rosa. Voglio la tua purezza. Ti coglierò come un giglio appena sbocciato. Accetterai il mio invito a venire qui e ti farò mia. In casa mia, nel mio letto…

Guglielmo soffoca una risatina e si aggiusta il ciuffo. Si sente un “toc toc” alla porta.

GUGLIELMO: Entra Teresa!

Una donnina di mezza età, piccola e timorosa, entra nella stanza. Ha i capelli raccolti sulla nuca e il seno imponente.

TERESA: Signore, c’è qui una ragazza che chiede di lei.

GUGLIELMO: Bene, falla entrare in camera mia.

TERESA: Ma signore, proprio qui, in camera da letto? Non mi sembra il caso…

GUGLIELMO: A me invece sembra il caso. E obbedisci ai miei ordini, che non fai altro da quando sono nato!

Teresa corre via.

Atto III

Ambiente: Il salotto “buono” a casa di Rosa e Iolanda. Le due donne fremono nelle camicette di seta e nelle gonne a tubo. Siedono a gambe serrate sul divano color caramello. Sono deluse e indignate.

IOLANDA: Che ingrata, telefonare all’ultimo momento per dire che preferisce fermarsi a cena fuori! Come se noi due disgraziate non ci stessimo sacrificando per lei…

ROSA: Mamma, ho un dubbio.

IOLANDA: Che dubbio figlia mia?

L’una si volta a guardare l’altra, ed insieme spalancano la bocca, come al gioco dello specchio.

Musica: sirena antincendio

IOLANDA: Non vorrai dire che….

ROSA: Si mamma, proprio quello…

IOLANDA: …la nostra piccola Ines….

ROSA: Si, credo che ci siamo intese…

IOLANDA: …ci ha mentito per cadere tra le braccia del signor Guglielmo?

Trenta secondi di silenzio.

Musica: tipo carillon

IOLANDA: La mia piccola Ines….in fondo, dovevo aspettarmelo. E’ la copia di suo padre, il quale tendeva a farsela sempre con tutte. E’ una svergognata.

ROSA: Mamma, perché io non ho preso da nessuno?

IOLANDA: Ebbene, c’è una cosa che non ti ho mai detto. Tu non sei mia figlia, né sei sorella a Ines. Qualcuno ti ha lasciato davanti alla mia porta durante una piovosa notte di inverno. Allora ti ho trovata e ho dovuto adottarti. Ma questo non cambia il mio amore verso di te…

ROSA: Oh mamma, tutto questo è davvero terribile, ma non importa che tu non mi abbia partorita. Nel mio cuore tu sei e sarai sempre la mia mamma e Ines la mia sorellina.

Iolanda e Rosa si abbracciano piangendo.

Atto IV

Ambiente: Camera di Gugliemo.

Lui siede sul letto intatto. Ha un’espressione corrucciata. E’ arrabbiatissimo. Pensa ancora ad alta voce.

GUGLIELMO: Porca miseria, tutta la notte ad aspettare e non è mai arrivata! E ho fatto pure entrare in camera mia la ragazza del negozio di alimentari che era venuta a portarmi il conto delle uova. Che figuraccia! Non doveva andare così! Che cuore selvaggio sei, mia cara Ines! Farti mia è più difficile del previsto!

Qualcuno bussa alla porta.

GUGLIELMO: Entra Teresa!

Entra in camera una donna non più giovanissima ma decisamente affascinante. Ha gli occhi grandi e neri e le labbra rosse e provocanti. Indossa un cappotto con il collo di pelliccia.

ISABELLA: Ma quale Teresa! Teresa sta ancora dormendo e io sono entrata dal portone di servizio. Sono venuta per mettermi tra te la tua giovane amante, quella nuova!

Guglielmo sbadiglia e guarda verso la finestra.

GUGLIELMO: Ti capisco Isabella, ma arrivi in anticipo. Non è ancora successo niente!

ISABELLA: Come sarebbe a dire “niente”?

GUGLIELMO: Ecco, avevo deciso di sedurla proprio qui, ma l’ho invitata un paio di volte e non mi ha mai risposto. E’ un osso duro. Una stronzetta non da poco…

Isabella alza le spalle.

ISABELLA: Va bene, non importa. Avevo comunque deciso di venire fin qui e rivelarti finalmente il motivo che mi spinge ad amarti così e a non lasciarti andare. Esiste un vincolo che ci lega da ben sette anni …

GUGLIELMO: Ebbene, di cosa si tratta?

Musica: Sirena antincendio.

Sulla soglia della porta appare un bambino in un cappotto vistosamente più grande della sua taglia. Ha i pantaloni corti e l’aria distratta, come se non lo riguardasse proprio quello che succede lì. Anzi, fissa un punto indefinito oltre lo schermo, forse il cameraman che gli ha promesso un pacchetto di figurine dopo le riprese

Isabella: Lui è tuo figlio, mio figlio, nostro figlio. Io l’ho sempre chiamato “Pollicino” perché cresce mingherlino. E’ il figlio che non hai mai riconosciuto perché te ne ho nascosto l’esistenza. E’ il figlio che adesso devi riconoscere…

Atto V

Ambiente: Il salottino di ingresso nell’appartamento di Rosa e Iolanda, che stanno facendo le pulizie.

Iolanda spolvera mentre Rosa lucida il pavimento con uno straccio, sempre nello stesso punto. Qualcuno suona il campanello. Iolanda si pulisce le mani al grembiule e apre la porta.

 

IOLANDA: No, lei! Che coraggio! Cosa vuole dopo essersi preso la mia Ines?

Guglielmo entra con prepotenza. Inizia a frugare per la stanza come in cerca di qualcosa.

GUGLIELMO: Iolanda, sa benissimo che non io ho preso nessuno. Liberi subito la signorina Ines!

Rosa alza il manico della scopa come a volerlo colpire in testa.

ROSA: Lei è un uomo cattivo e bugiardo! Oppure ha solo voglia di scherzare!

GUGLIELMO: Sono molto serio invece. E seriamente preoccupato. Ho invitato più volte Ines a casa mia, ma non si è mai presentata. Alcune cose sarebbero dovute accadere già da un pezzo. Avrei dovuto sedurre Ines all’inizio contro la sua volontà. L’avrei trattenuta per giorni a casa mia febbricitante di desiderio. La mia ex moglie ci avrebbe in seguito sorpresi a letto insieme e sarebbe successo un casino. Invece Isabella è arrivata da tre giorni e tra me e Ines non c’è stato ancora nessun amplesso!

Iolanda e Rosa spalancano le bocche per la sorpresa.

GUGLIELMO: Se nemmeno voi sapete che fine abbia fatto Ines, sappiate che sono in pena quanto voi. Devo assolutamente trovarla per placare i tormenti della mia carne. E poi Isabella tra qualche tempo mi lascerà il bambino e io ne diventerò l’unico tutore legale. Ines deve diventare mia moglie e occuparsi del marmocchio come se fosse suo. Ah, e in quanto a voi due…forse morirete di crepacuore dopo anni e anni di rancore insoluto nei confronti di Donna Andrade, che dopo il matrimonio con il sottoscritto non vi degnerà più di uno sguardo…

ROSA: Forse perché glielo imporrai tu con le minacce, brutto pezzo di….

Si sente di nuovo il campanello. La porta si apre. Un uomo consegna una lettera a Rosa e scappa.

Musica: Rullo di tamburi..

GUGLIELMO: Per carità, apra la lettera e la legga. Potrebbe essere di Ines…

ROSA: Si mamma, non esitare! Ho un tale peso sul cuore!

Iolanda inforca un paio di occhiali e inizia a leggere.

Musica: tipo carillon.

IOLANDA: “Care mamma e Rosa, spero che quando leggerete questa lettera non sarete in collera con me. Non vi ho presentato Antonio perché mi sembrava di affrettare inutilmente i tempi. Stiamo molto bene insieme ma sono ancora troppo giovane per sapere se si tratta dell’uomo della mia vita.

Sono troppo giovane per fare la fidanzata e abbandonarmi al destino.

Un destino che magari vuole spingermi tra le braccia di un mandrillo già attempato, tra gli insulti di mia madre e della mia sorellastra, tra il tentato suicidio del mio ex fidanzato e le minacce di un’ex moglie che non si rassegna. Un mandrillo che mi lascerà e riprenderà a suo piacimento per poi, nel migliore dei casi, sposarmi e appiopparmi suo figlio, un bambino timido e riservato e anche un po’ lento.

Perdonatemi, ma ho fatto altri progetti per la mia vita. Vi sto scrivendo da Londra. Voglio frequentare l’università e vincere una borsa di studio. Voglio fare la scienziata. Cercate di capirmi, non voglio invecchiare e morire in una telenovela, anche se ne sono la protagonista. Addio,

Ines”.

Rodrigo cammina nervosamente per la stanza. Poi si ferma di scatto.

RODRIGO: Rosa, se ti sciogli i capelli e metti una scollatura non sei male neanche tu. Non sei ancora troppo vecchia per fare la parte di quella che viene sedotta. Ma facciamo presto, che siamo già alla fine della quinta puntata…

 

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