Premio Racconti nella Rete 2010 “Io sono cattiva” di Valeria Grigoletto
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010Oggi mi sento cattiva.
Capita ogni tanto che mi prende un sentimento di nervosismo acuto.
MI da’ fastidio tutto, anche il fatto di essermi svegliata così presto e non essere più riuscita a dormire.
Ho sudato questa notte e ho fatto sogni colorati di scuro…come al solito.
Mi alzo e faccio colazione.
C’è un bel sole fuori ma io so che non sfrutterò questa giornata di primavera.
Il tempo scorre e io lo sto a guardare impalata.
Devo andare all’ospedale oggi.
C’è ‘il corpo’ di mia nonna che ha bisogno di assistenza.
Non vedo l’ora di andarci, voglio starle vicino. Ma una volta arrivata capisco che non è più lei e penso che non voglio più rimanere. Mi fa paura. Mi da’ fastidio. Mi rende cattiva.
Quell’assurdo quadro orribilmente astratto, l’attaccatura della flebo sul dorso della mano del ‘corpo’ di mia nonna, il cerotto sporco di sangue… tutto mi fa schifo.
Nonna, ti metti a dormire nelle posizioni più assurde. Sei di sbieco, con la gamba che sembra vestita da uno stivale di garze, a penzoloni fuori dal letto.
Le persone parlano in corridoio, gli infermieri sono così infastiditi e la donna sul letto accanto tenta di avere un dialogo con me.
Come faccio a farle capire che non voglio darle retta?
Provo a nascondermi maleducatamente dietro un libro. Sei cattiva Valeria.
Come se tutto ciò non bastasse, mia nonna, anzi quello che resta di lei, il suo corpo, l’aspetto fisico, si muove sotto le coperte così repentinamente che mi fa alzare lo sguardo, veloce, dalle pagine che sto leggendo.
E tutto è pieno di sangue: lenzuolo, mano, camicia da notte.
Vedo le gocce rosse copiose e regolari fuoriuscire inesorabilie tra la carne molle vedo il tubicino bianco di plastica mezzo fuori.
Suono il campanello. L’idea di dover aver bisogno di loro mi fa imbestialire. Quel corpo dall’aspetto di mia nonna vuole scendere dal letto.’Ti prego stai ferma….’
Faccio un passo, mi fischiano le scarpe su questo pavimento lucido, mi fischiano e bestemmio.
Odioso bestemmiare. Mi fa sentire in colpa, mi fa paura che prima o poi mi capiti qualcosa per punizione. Sarà questo il famoso ‘timore di Dio’? Cattiva….
L’infermiera emana gridolii di fastidio ‘che disastro! Dovrebbe tenerla ferma! E stare più attenta!’
Io penso che gli pianterei la penna che ho in mano nel centro della schiena girandola e rigirandola, propio nel punto in cui anche dimenandosi come una pazza non riuscirebbe a togliersela.
Vorrei portarti via, nonna, dove meriteresti di stare. Immagino un bellissimo letto con enormi cuscini dorati, musica dolce per conciliare la serenità, bevande miracolose al gusto ‘guarigione’ e cibi squisiti conditi con ‘senno’.
Cara nonna, sto disegnando su questo foglio il tuo profilo.
Sei così indifesa… ora che ti hanno ripulita dormi serena e non hai più quell’espressione di spavento.
Che delusione, però, quando apri gli occhi! Pronunci parole insensate. Non sei più tu. Devo convincermi e rassegnarmi. Sei convinta di essere a scuola e ti vergogni perchè sei vecchia per tornarci! ‘Sei in ospedale’ ti dico e tu ridi.. Io mi sforzo di sorriderti con la speranza di rasserenarti.
Intanto arrivano le visite, le sento rumorose, urlerei, mi urtano certi discorsi sull’importanza della salute così dannatamente banali!
Sono posseduta da un gran senso di insoddisfazione. Torno a casa, mi accendo una sigaretta e il mio cuore batte forte. Vorrei essere non so dove ma via di qui, da questa stanza in cui respiro a fatica.
Penso che guarderò qualche stupidaggine in tv e spengo il telefono.
Mi addormento, cattiva… anche oggi non hai pianto.