Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2010 “Voluttuoso vortice di vapore (ovvero, allucinazione per Valentina)” di Francesca D’Arrigo

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

– Dove vai?

– Vado avanti!

– No, aspetta.

– Non posso.

– Aspettami.

– Non posso, non posso adesso. Ecco, lo vedo.

– Stai attenta. Scivoli.

– Non scivolo sono io che voglio cadere, lì.

– Vale, resta qui, non andare.

– Vieni anche tu, vado!

 

Ok, ti seguo!

Da giorni e giorni vertiginosamente attirate attraverso quell’inverso cono acqueo, uragano lascivo, in direzione d’un presunto confine, molle dogana che sospinge increspando per coniugarsi in un abbraccio con ciclici elementi. Scorrevamo avvolte da lingue attorcigliate di tramonti color porpora in cotonato sfondo d’atmosfera. Soffice clima. Saliva di brina bagnava i nostri corpi senza meta come scafi abbandonati alla deriva. Brusio silenzioso, tra pace appagante, il nostro non dire. Felice, eri felice, ed io lo ero con te, senza dubbio, senza alcun dubbio.

 

– Dove ci trascinerà stavolta?

– Non lo so, è bellissimo!

– Sarà bello, ma, ogni qualvolta avvisti un perimetro, un imbuto, un piccolo punto di

passaggio corri, corri, corri e splash! Ti tuffi dentro.

– E’ belloooooooooooo!

– Lo so, è bello, per te è bello, per me è bello, bellissimo, rincorrerti e lanciarmi nel

vuoto, anch’io come te, con te. Sempre.

– Fraaaaaa il centro, il centro, lo raggiungeremo insieme. Dammi la mano!!!!!

La mano? Come posso prendere la tua mano? Giri, salti, guizzi, rotoli su te stessa, briosa bollicina esperta, cambi velocità.

Arrivare per te è come bere un sorso d’acqua, io, al contrario, mi lascio bere d’un sorso, assorbita dalle luci lontane, dalle navi, dalle onde, dalle sirene che lampeggiando ed acuendo sfrigolano oltre la parete eterea, impalpabile.

Aeree allucinazioni.

Risucchio decorato da mugolii incantati e sorrisi.

Tu ami il mare, io sono il mare.

Io amo il silenzio, tu sei il silenzio.

Tu aneli ad un sogno che ti trascini all’interno di un luminoso, morbido, mulinello. Il tuo sogno ricorrente.

Io sogno il sogno sognandolo con te.

In questo spazio, nel luogo segreto, il nostro luogo segreto, siamo coprotagoniste d’un miraggio intermittente che ci vede precipitare in un gorgo di pace e spirali di gioia.

Dove ci porterà?

Tu fingi di non saperlo, e fingo anch’io.

L’arrivo? Il nostro arrivo dov’è?

L’approdo si svelerà nell’epicentro del ciclone, nucleo d’origine della fantasia? O nel voluttuoso vortice di vapore condensato dell’esistenza?

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