Premio Racconti per Corti 2019 “Clausola 23” di Francesca Berti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2019In uno studio televisivo, nell’ufficio del produttore, due uomini e una donna si scrutano tra loro e tacciono, in un clima di grande nervosismo.
Dalla parete a vetro si osserva la consueta frenesia, tipica di una giornata lavorativa in uno dei più grossi network a livello nazionale.
Ma nella stanza chiusa la tensione è alle stelle.
Lo sceneggiatore si morde le unghie, sprofondato in una poltrona, fissando il pavimento, la presentatrice cammina avanti e indietro, l’aria truce. Il produttore tamburella le dita sul ripiano della scrivania. Tutti e tre indossano larghi abiti di sottile plastica bianca e basse calzature anch’esse bianche.
Il produttore si alza, oscura la parete a vetro, poi tira la tenda dell’oblò che guarda fuori. Piccoli aeromobili sfrecciano nel cielo. Torna alla scrivania e batte entrambi i pugni sul ripiano.
“Ventimila, ventimila in meno rispetto alla settimana scorsa, avete capito?? Qui non si scherza, ci giochiamo tutti la testa! Gli ascolti sono in picchiata, l’audience parla chiaro! Avete qualcosa da dire?”
Lo sceneggiatore alza gli occhi “Non guardare me, lo spec script è buono, lo abbiamo usato per “La montagna dei falliti” e per “Capitan Sguattero”, e ha funzionato, per la miseria! Il nostro target è quello giusto, ma abbiamo cambiato il day-time e non è servito, il binge watching è stato inutile, e comunque sei tu lo show runner e il casting director!!!”
Il produttore lo rimbecca “Ma i cliffhangers non sono stati abbastanza incisivi, e gli inspot troppo numerosi!”
Lo sceneggiatore si alza in piedi inferocito “Il format lo richiedeva, altrimenti te la potevi scordare la free to view!!!”
La presentatrice si ferma e si gira verso di lui, inviperita. “Tu sei lo script doctor! Il punto è … il punto è che con “La Piccola Sorella” abbiamo saltato lo squalo!!! E’ la 247° edizione! E’ stato fatto già tutto!”
Lo sceneggiatore, contando sulle dita, enumera: “58° edizione: incesto, 96° edizione: orgia collettiva, 117° edizione: violenza su animali, 129° edizione: uso di droghe pesanti, 149° edizione: anoressia e bulimia di gruppo”, 158° edizione …..”.
La presentatrice esplode “Va bene, va bene, abbiamo capito! Io non ci torno in diretta con un altro flop!! No, la Clausola 23 è la nostra ultima possibilità, lo sappiamo bene tutti e tre! Non abbiamo scelta!”
Silenzio. Tutti e tre si calmano e si guardano.
Il produttore si siede alla scrivania: “Sapete bene quale sia il problema: costerà caro. Il premio del vincitore dovrà essere raddoppiato oltre al superpremio. Dovremo aumentare il canone, i telespettatori non saranno contenti!”
La presentatrice si siede sul bordo della scrivania “Lo addebiteremo sugli scontrini degli hamburger di Mc Frozen e sui biglietti delle partite del calciorobot, non sanno farne a meno, non se ne accorgerà nessuno! E comunque il risultato del sondaggio parla chiaro: il 79% è favorevole, il 15% è curioso, il 6% non so!”.
Il produttore rivolto allo sceneggiatore: “Quali sono i superpremi previsti dalla Clausola 23 per i quattro concorrenti rimasti?”
Lo sceneggiatore, scartabellando i contratti: “La ragazza vuole ballare da sola sulle scrivanie di “Scivola la Bufala!”, il padre di famiglia super allargata chiede di partecipare a “San Romolo” direttamente nella categoria Big, la vecchietta vuole un trattamento completo dal Prof. XXX “Di nuovo 20enne o rimborsato”, l’ermafrodita esige una poltrona di ministro in parlamento. Ah, le spese per la cremazione degli altri tre saranno interamente coperte dagli sponsor, di questo non devi preoccuparti!”.
Il produttore sospira, appoggiandosi allo schienale della poltrona: “Bene, allora procediamo! Stasera annuncerete ai telespettatori che domani sera, per la prima volta, useranno il nuovo telecomando per il televoto, quello con i tasti rosso e blu…“.
La presentatrice, con un urletto di gioia, si precipita fuori dalla stanza.
Lo sceneggiatore si mette a ballare sulle note di Simpathy for the Devil dei Rolling Stones …..
Un ragazzino di circa dodici anni è sdraiato sul letto, nella sua cameretta. E’ vestito di un pigiama di sottile plastica bianca.
Sta guardando la TV, che trasmette un film documentario sull’Antica Roma.
Nell’arena due gladiatori lottano fra di loro, i corpi di altri due giacciono al suolo, senza vita, mentre gli spettatori dagli spalti gridano a più non posso.
Infine uno dei due ha la meglio sull’altro, che stramazza al suolo, ferito ma ancora vivo. Il vincitore gli punta la spada al petto e si volta verso la tribuna reale aspettando il verdetto dell’Imperatore. Pollice alto: vita, pollice verso: morte.
La madre entra nella stanza del figlio, avvolta in una vestaglia di sottile plastica bianca. “Ancora sveglio? Avanti giovanotto, altrimenti domattina perderai l’aerobus per la scuola ….. Ma cosa stai guardando? Uh, che orrore, ma guarda come si divertivano quelli, erano proprio dei selvaggi!!! Chissà se c’erano ancora quei bestioni, come si chiamavano? Dinotauri, dinomauri, boh! Appena finisce a dormire, capito?” Ed esce dalla stanza, in una mano un telecomando con due grossi tasti, uno rosso e l’altro blu.
Il ragazzino si volta verso lo schermo.
L’Imperatore ha il pollice verso il basso.
La spada cala sul petto dello sconfitto.
Un rituale che si ripete: la violenza che fa spettacolo, genera denaro, addormenta la massa. C’è molto non detto nel tuo racconto, il lettore si ritrova direttamente catapultato in questo mondo fantafuturistico, alle prese con un palinsesto che mette i brividi, ma quello che conta lo si coglie e suscita un brivido di orrore. è tremenda la mente dello sceneggiatore, ma è altrettanto terribile quella del pubblico: ad un sondaggio sa solo essere “favorevole”, “curiosa” e nel dubbio “non so”. Nessuna speranza. Per il tuo corto, però, buona fortuna!
P.s. e farlo diventare un racconto lungo?
La clausola 23 mi fa veramente paura… Brava, una storia ferocemente attuale. Complimenti!
Mi è piaciuto molto. L’argomento meriterebbe anche qualcosa in più di un corto. Si ha l’impressione che si svolga in un tempo futuro, ma probabilmente non troppo lontano dai nostri giorni. Che film guardava il bambino? Ben Hur? Spartacus?
C’e Tanta bravura in questa storia. Scrivi davvero bene, complimenti. Per il resto concordo che questo soggetto è talmente interessate che merita un racconto più lungo.
Mi è piaciuto molto questo soggetto, non molto lontano dalla realtà.
Buongiorno a tutti, Carola, Valeria, Danilo e Monica, grazie per i commenti.
Il testo vorrebbe essere un monito: attenzione, perchè stiamo andando in quella direzione.
Qualcuno può forse dire che non sia così?
Il ragazzino sta guardando uno di quei filmati storici riprodotti con gli attori, che vengono inseriti nelle trasmissioni tipo SuperQuark.
Per la lunghezza del soggetto, il regolamento impone un limite di battute, e perciò ….. Ma non escludo di poterlo sviluppare!
Buona domenica!
Molto efficace, complimenti!
Cara Francesca, sicuramente ti faccio i complimenti per l’originalità del testo, l’immaginazione e la capacità di sintesi, dati i limiti imposti. Ho iniziato a leggere pensando veramente di trovarmi in uno studio televisivo, in cui si partoriscono mostri, tipo Beautiful, e tanto altro. E invece, alla fine, mi sono ritrovata nella stanza di un ragazzino invasato che però mi sembra sia più sano della sua stessa madre. La signora è più a rischio manipolazione, col suo telecomando rosso e blu. C’è un umorismo velato nel tuo racconto che lascia l’amaro in bocca. Il finale insomma lascia tristemente perplessi. Speriamo che la spada non colpisca anche noi!
Grazie Rocco, Lucia e Rosa Grazia per i vostri commenti!
Il Comma 22 è cresciuto, e diventando Clausola 23 non è certo migliorato! Ci vuole una situazione estremizzata e futuristica per comprendere l’assurdità e la deriva di quella attuale, ma un passo alla volta l’assurdo diventa possibile e poi consueto, fino all’anestesia, e quindi l’asticella va spostata ancora. Mi è piaciuto, e ho apprezzato molto la sottolineatura di come in molti contesti, e purtroppo non solo televisivi, c’è stata una completa capitolazione della lingua italiana a scapito di un inglese scimmiottato e ridicolo passato per un segno di modernità, quando è solo povertà di linguaggio e di fantasia. Molte cose sono finite nell’arena sotto il pollice verso di una folla desiderosa di distruzione. Bisogna che ce ne ricordiamo… Brava!
Ciao Marco, sono contenta che ti sia piaciuto.
Per curiosità, il Comma 22 a cui ti riferisci è il film, vero? Non lo conoscevo, ma l’ho cercato in rete.
Pensavo che fosse un riferimento intenzionale… : ) Comma 22, ora di attualità per serie TV, non c’entra molto in realtà con il mondo dei media, ma non ho resistito al gioco di parole. E’ un romanzo degli anni ’60 di J Heller sui temi della guerra, però… il grottesco e il surreale ci sono proprio come nella tua storia. Di nuovo complimenti e in bocca al lupo!
Ciao Marco, ma tu pensa! Come a dire che “il caso non esiste” …… 🙂 :):)
Ho scelto il numero 23 perchè era la pagina del libro degli esercizi di inglese che stava facendo mio figlio ….
Bene! Chi lo avrebbe immaginato? Il “caso 23” è quindi risolto, e il colpevole (insospettabile) svelato! : ) Grazie per il tuo commento!