Premio Racconti nella Rete 2019 “Mustafà e Irina” di Maddalena Frangioni
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Una donna, un uomo, due storie
MUSTAFA’ MORIRE PER VIVERE
Mustafà e Irina non si conoscono, non si sono mai visti eppure la loro storia sebbene tanto diversa ha molti punti in comune. Mustafà è un migrante venuto in Italia dal Marocco sul barcone della fortuna che lavora come operaio in un’impresa edile, Irina ha vent’anni è arrivata con la famiglia dal Pakistan, sta a casa e non lavora, sogna il grande amore. Vite comuni, vite normali.
Poi un giorno… Mustafà è disteso sul tavolo duro e freddo dell’obitorio, il suo corpo non si muove ma la sua coscienza non si è ancora spenta e avverte sebbene attuti rumori, suoni e parole che volteggiano sopra la testa. Mustafà sa perfettamente di essere un cadavere, non potrebbe essere altrimenti, il volo dall’ottavo piano del palazzo cui stava lavorando mette in fuga qualsiasi possibilità di incertezza. Alla sua coscienza emergono tutti i dettagli di quella giornata. E’ stato Vittorio, l’operaio amico, a trovarlo a terra, la testa fracassata sul cemento, il fiotto di sangue lento e continuo come un rigagnolo sporco. Risente il grido forte dei compagni disperati. Ricorda il suono assordante della sirena dell’ambulanza con i due infermieri nella corsa all’ospedale e poi all’obitorio perché non c’è stato nulla a fare. Lasciato sul tavolo fermo e immobile, sa che la sua coscienza presto l’abbandonerà. E’ stato quando è entrato il medico legale per definire tutte le formalità del caso che la sua coscienza ha avuto un sussulto. Le parole del medico hanno un tocco di umanità verso il suo corpo freddo. L’apprezzamento per quel pover’uomo straniero assunto a giornata dell’azienda edilizia per un lavoro pericoloso, caduto per salvare un compagno più giovane in bilico sul cornicione del palazzo, lo sorprende. Quelle parole dette a bassa voce sono come linfa vitale per la sua coscienza che assorbe come l’acqua un assetato. Da vivo nessun si è mai accorto di lui, ora invece che il suo corpo sta per irrigidirsi Mustafà avverte che la sua coscienza sta restituendogli il suo diritto di uomo alla vita. Per vivere è dovuto prima morire.
IRINA VIVERE PER MORIRE
Irina si guarda allo specchio, si piace, è bella, glielo dicono tutti nel quartiere dove vive, qualcuno a volte esagera nei complimenti e allunga anche le mani su quel corpo giovane e dinamico. La bellezza è il suo punto di forza e per questo sente che la vita le sorride. Ha vent’anni e fino ad ora la sua vita è corsa via in modo tranquillo e lineare, ha studiato quel tanto che basta per sapere le cose più importanti, ma soprattutto si è dedicata a vivere l’amore incontrato un giorno per caso quando la sua auto si è fermata in strada per un guasto. All’improvviso è comparso lui, un bel ragazzo dai modi gentili che si è offerto d’aiutarla. Nel salutarsi è successo qualcosa di imprevedibile, si sono guardati negli occhi, si sono piaciuti e non si sono più lasciati e hanno formato una bella coppia. Vivere è meraviglioso, l’amore in primo piano.
Poi un giorno… la sua bellezza diventa il suo incubo. Il suo principe con modi arroganti la prende in ostaggio, e pretende ubbidienza totale in cambio di concessione della vita. Irina comincia a odiarsi, crede che sia lei la responsabile della tragedia che sta attraversando. Cerca di chiedere, di capire, nessuno l’aiuta. Poi un barlume sale alla sua coscienza, il principe ha bisogno della sua bellezza per gente che vaga in città senza meta alla ricerca del piacere. Il “suo” principe, smessi i panni del buono ha indossato le vesti del duro, per convenienza, per denaro, per disprezzo della dignità dell’altro, per affermazione del potere. Irina ha capito la malvagità dell’uomo che l’ha tradita. Continua a vivere pur sentendo di morire ogni giorno
Due bei personaggi, due storie parallele raccontate attraverso flash, immagini molto immediate, e una penna che scorre fluida. Mi piace il parallelismo tra i due protagonisti, che magari, portatori di due storie tanto importanti, meriterebbero ancora più spazio. Comunque in bocca al lupo!