Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “La banana” di Marina Berta

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Aveva trascorso tutta la mattina a sbirciare lo schermo del telefono nella speranza che un breve messaggio potesse variare il corso degli eventi.

L’ora di pranzo si avvicinava, rassegnata guardò il monitor del computer dove la foto di un paesaggio marino le ricordava la sua terra d’origine.

Si sentì afferrare da quelle stesse mani che di mattina l’avevano abbracciata delicatamente, era giunto il momento di esprimere l’ultimo desiderio.

Da quando era giunta in Italia, aveva cercato di adattarsi al clima più freddo rispetto alla Costa Rica, laggiù si divertiva con le sue sorelle a mimetizzarsi tra le foglie degli alberi stando aggrappata a testa in giù.

Difficile distinguerle le une dalle altre e difficile separarle: durante il viaggio in nave verso il mediterraneo erano rimaste abbracciate, un po’ per il freddo e un po’ per la paura del buio che c’era nella scomoda cassa dove erano state rinchiuse.

Dopo diversi giorni di navigazione con un mare spesso agitato, la cassa in cui si trovavano fu trasferita su un convoglio ferroviario. Niente più onde ma solo il ritmo costante dei binari interrotto dal fischio del treno quando passava in una stazione.

Ci vollero ancora parecchi giorni prima di arrivare a destinazione e ritrovarsi in un ampio magazzino con le pareti di acciaio dove potevano specchiarsi e notare che i loro mantelli verdi stavano cambiando colore.

Finalmente arrivò il momento di uscire allo scoperto in un fornito supermercato dove tante persone potevano ammirarle insieme a tutta l’altra frutta esposta sul bancone. Per meglio conquistare i clienti, erano state suddivise in gruppetti di quattro o cinque e le lampade a led puntate su di loro come riflettori, facevano meglio risaltare il colore giallo che avevano ormai assunto.

Fu l’ultima cliente della domenica sera che, entrando di corsa grondante di pioggia, decise che sarebbero state perfette come salutare spuntino nelle pause pranzo in ufficio.

Ogni giorno una di loro era staccata dalle altre e scompariva nella capiente borsa della donna, senza fare ritorno nel cesto posto al centro del tavolo.

Quel venerdì mattina l’ultima banana attendeva di seguire la sorte delle sorelle, ma prima di essere prelevata sentì la donna terminare una telefonata con: “Mandami un messaggio se riesci a raggiungermi per pranzare insieme.”

Dopo che ebbe riattaccato, afferrò con titubanza il frutto e lo mise nella borsa.

Il suono che caratterizzava l’arrivo di un messaggio era giunto quando ormai le mani stavano per sbucciare la banana superstite, subito la donna la appoggiò sulla scrivania e controllò lo smartphone.

Lui la attendeva sotto l’ufficio per accompagnarla alla tavola calda dietro l’angolo.

La banana era salva, avrebbe passato il fine settimana nel cassetto a raccontare alle graffette le sue avventure giovanili in cima all’albero e di come aveva affrontato a testa bassa anche la violenta tempesta.

Il suo triste destino era solo rinviato, nel frattempo la sua buccia si sarebbe assottigliata diventando marrone, mentre il suo sapore sarebbe stato ancora più dolce delle banane che l’avevano preceduta lasciando un ricordo indelebile.

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5 commenti »

  1. Nonostante il titolo lo suggerisca, non da subito ho compreso che la protagonista fosse la banana stessa. Molto simpatico! Un originale punto di vista!

  2. Simpatica questa storia dal doppio binario. Un bello “spuntino” per riflessioni più profonde. Brava.

  3. Divertente, brava! L’equivoco regge alla grande!

  4. Evviva! La banana verrà assaggiata a Lucca! Complimenti Marina!

  5. grazie

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