Premio Racconti nella Rete 2019 “Laura l’indomita amazzone” di Daniele Millimaggi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Laura era già al terzo ostacolo. Aveva superato un verticale e un oxer. Ora il cavallo Samuel de Chalusse sembrava volesse rallentare la corsa davanti al muro. Laura lo sentiva fremere e percepiva che qualcosa non andava. Mantenendo le briglie con la mano sinistra, fece una carezza al cavallo che, per un attimo, sembrò capire e accettare quel gesto. Poi, Samuel mosse la testa, come se volesse scacciare qualcosa dalla criniera. Si avvicinava sempre più verso l’ostacolo e Laura ebbe la sensazione che non si trovasse più in groppa al suo cavallo. Si sentiva sospesa. Non aveva mai provato questo tipo si sensazione. Era a pochi metri dal muro. In poche frazioni di secondo , dritto davanti all’ostacolo Samuel fece uno scarto, che la fece sobbalzare, perdendo la staffa sinistra. Laura non si fermò, gli fece un’altra carezza. Voleva convincere il cavallo che doveva rasserenarsi. Così la carezza si prolungò sul garrese e poi piano piano diede un leggero colpo con lo sperone destro sul fianco di Samuel e cominciò a imprimere al cavallo la spinta giusta per portarlo a superare il muro. Quindi, diede una stretta alle gambe, per far sentire a Samuel che lei c’era e che l’ostacolo andava superato. Il cavallo era sempre più vicino al muro, aumentava l’andatura e con strana frenesia si portava in avanti alzando e abbassando la testa. Arrivarono a ridosso del muro e sentì lo stacco dal terreno di Samuel, che spiccò un salto incredibile, ma nello stesso momento in cui si sollevò sul muro, fece ancora uno scarto e Laura, in aria, tenendo strette le briglie, perse la staffa e il suo equilibrio divenne instabile. Ma le sue capacità atletiche e la grande esperienza maturata, nonostante la sua giovane età, riuscirono a mantenerla in sella e… In quell’istante, mentre il pubblico lanciava un grido, prima di paura, e, poi, di soddisfazione davanti a Laura e il suo Samuel de Chalusse, si aprì uno squarcio. La testa in avanti, il corpo proiettato in alto… Spiccò il salto! Oltrepassò lo squarcio che si era aperto davanti a sé e non vide più il campo di equitazione, gli ostacoli, il pubblico che si stagliava sugli spalti, suo padre, sua madre e suo fratello. Si rese conto che lei e il cavallo stavano attraversando qualcosa che non sapevano dove li avrebbe portati. E mentre lei e il suo cavallo erano stati risucchiati da quella che sembrava una porta nel cielo, che si apriva sopra di loro, si rese conto che il posto in cui stavano entrando, e che già si delineava, sembrava, comunque, identico a quello da dove stavano provenendo. Il salto fu eccezionale e quando il cavallo atterrò sulle zampe anteriori, non si fermò ma continuò la corsa. Davanti a loro si stendeva una lunga spiaggia e, poi, a fianco di questa un boschetto molto folto e Samuel con in sella Laura si mise al trotto sulla battigia. Laura si guardava intorno. Non vedeva nessuno. Non c’era anima viva. Stava in sella ora al piccolo trotto, ma non capiva cosa stesse succedendo. Eppure, qualche attimo prima si trovava su un campo di equitazione, ma non si ricordava più dove. Ad un tratto sentì dietro di sé un trambusto, che aumentava sempre più. Qualcosa che sembrava una moltitudine di zoccoli al galoppo e le faceva sentire il fiato sul collo. Si girò e guardò alle sue spalle. Sgranò gli occhi. Non le sembrava possibile. Decine e decine di amazzoni stavano in sella ai loro destrieri e galoppavano verso di lei, lanciando urla di combattimento. Quello che accadeva era qualcosa di allucinante. Infatti, gli alberi del boschetto si tramutavano in amazzoni. Il ramo più grande di un albero diventava un’amazzone e il tronco di questo si tramutava in cavallo. Pensò che si trattasse di un’altra allucinazione. Prima il salto all’interno dello squarcio e adesso gli alberi che si tramutavano in amazzoni. Ora era veramente troppo! Ma cosa stava accadendo? Era impossibile quello che stava vivendo insieme a Samuel. Non poteva essere vero. Forse stava solo vivendo un sogno?
Laura, pur non riuscendo a comprendere cosa stesse realmente accadendo, spronò Samuel e lo costrinse al galoppo, sperando di riuscire ad allontanarsi dalle amazzoni che le stavano dietro. Le ore scorrevano e il cielo non aveva cambiato l’intensità della luce, da quando avevano attraversato lo squarcio. Il tempo scorreva, ma nulla intorno a sé si modificava a lei continuava a galoppare e le amazzoni a inseguirla. E quando si girava a guardarsi indietro, vedeva in lontananza sempre più gli alberi tramutarsi in amazzoni. Erano, ormai, in centinaia che le stavano dietro e la inseguivano, lanciandole strali e messaggi di guerra.
Poi, ad un tratto nel cielo si creò un vortice. All’interno del vortice, si creò un’apertura che aveva i colori dell’arcobaleno. Fasce di colori che si allargavano e si restringevano girando su sé stesse. E il vortice si abbassava lentamente e Laura lo vedeva avvicinarsi sempre di più.
Si ritrovò a un centimetro di metri, ma si rese conto che niente di quello che stava sulla terra si muoveva. Era tutto inanimato. Solo lei, Samuel e le amazzoni che la inseguivano si muovevano. Laura andava verso il centro del vortice e sembrava che solo lei fosse attirata da quel turbinio di colori che vi stava dentro. Laura aveva ormai raggiunto il vortice. Era arrivato il momento di saltare. Capì immediatamente che stava tornando indietro da dove era venuta. Pensò che anche Samuel l’avesse capito, perché con la testa cominciò a fare dei movimenti, come se volesse dire: << andiamo! >> E Laura, facendo pressione con gli speroni, sollevandosi sul corpo, un attimo prima che saltasse, gridò con tutta la forza che aveva addosso: << Andiamo Samuel, saltiamo…! >>
Ore 16,37
Laura si ritrovò all’interno del vortice, davanti al terzo ostacolo: il muro. Aveva percepito che qualcosa non andava, Samuel sembrava frenato. Fece un leggero scarto a destra e poi raddrizzatosi si avviò verso il muro che superò agevolmente. Ormai era di nuovo dentro il campo di equitazione. Continuò il percorso senza commettere alcuna penalità e addirittura recuperando tempo. Era lanciata, ormai, si dirigeva verso l’ultimo verticale. Adagiò leggermente il il corpo sul dorso di Samuel, spronandolo con gli speroni. Però stava arrivando alle barriere troppo velocemente, ma un attimo prima di spiccare l’ultimo salto, il cavallo diede un colpo di reni e si produsse in un volo, conducendo Laura alla vittoria dell’individuale nel salto ad ostacoli alle Olimpiadi del 2022 di Praga. Cosa era successo? Laura non seppe spiegarselo mai. Però ricordava che quando era entrata nel vortice, la prima volta, l’orologio segnava le 16,37 e quando si ritrovò nel vortice, per tornare indietro, le andò l’occhio sul quadrante dell’orologio, che in quel momento stava facendo scattare le 16,38. Quindi, tutto si era svolto in alcune frazioni di un minuto. Forse la forte emozione vissuta durante la gara e i sacrifici affrontati per arrivare a quel momento… avevano giocato qualche brutto scherzo. Ci stava tutto. Ma la gara si era svolta e con successo. E, comunque, adesso era tutto finito! Suo fratello Andrea si avvicinò alla balaustra che limitava il campo di equitazione. Laura lo vide. Lo salutò e si sentì felice che fosse lì. Poi, cercò sugli spalti sua madre e suo padre, che in quel momento, sicuramente, stavano asciugando qualche lacrima di gioia. Quando, poi, fu il momento della premiazione e il presidente della Federazione Internazionale le stava consegnando la medaglia d’oro, le venne in mente quando suo Zio Daniele le diceva sempre: << Guarda che tu ed io abbiamo un appuntamento alle Olimpiadi. Mi raccomando! >> E adesso Laura era lì, con la medaglia d’oro al collo e lo zio Daniele che sugli spalti si sbracciava e diceva a tutti quelli che gli erano accanto: << E’mia nipote , mia nipote Laura. La mia nipote preferita! >>