Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2019 “Con un colpo solo” di Sandro Maffei

Categoria: Premio Racconti per Corti 2019

Cesare giaceva a terra in una posa che se non fosse stata drammatica per via del sangue che gli usciva da un orecchio e dal fatto che non riusciva a muoversi sarebbe apparsa ridicola come un corpo da cartone animato… Nel vicolo dietro il locale notturno non passava mai quasi nessuno e quelli che ci dovevano passare erano soliti farsi i fatti loro, figurati se avrebbero soccorso un corpo disteso sotto una fioca lampadina ondeggiante, anzi magari lo avrebbero pure derubato del portafoglio, ma d’altronde questa era l’umanità alla quale Cesare da un pò si era abituato e aveva dovuto frequentare…

Si dice che quando stai per morire rivivi tutta la tua vita e questo ha la durata temporale di un attimo profondo come l’oceano, Cesare che in questo momento non aveva nessuna intenzione di morire, ma non poteva sapere che in realtà era proprio quello che gli stava succedendo, vede immagini di ciò che la sua vita era stata, tutta passata a fare tutto con un colpo solo….

Aveva cominciato a giocare d’azzardo nei periodi in cui non si allenava per gli incontri di pugilato, in quei momenti poteva sgarrare pure con il bere, tanto poi un peso medio come lui riusciva bene a perdere peso e il suo destro devastante per natura, aveva pochi rivali, già da ragazzino alle medie con un cazzotto mandava in tilt le macchinette per le merende, ai compagni lasciava le merendine mentre lui intascava i soldi, bei tempi quelli, sempre in motorino senza casco con le compagne di classe tutte innamorate di lui che faceva il duro e si ostinava spavaldamente a presentarsi volontario per le interrogazioni anche se non aveva studiato, improvvisando con arguzia e simpatia quello che si ricordava delle lezioni…

Poi la vita aveva presentato il conto e rimasto orfano dei genitori aveva cominciato a lavorare per mantenersi agli studi prima come cameriere, facchino e scaricatore poi, e questo lo aveva irrobustito tantissimo tanto da essere notato da un istruttore di giovani pugili che lo aveva convinto ad allenarsi con regolarità. Esuberante e impaziente di mostrare la sua fisicità sul ring non aveva avuto alcun timore ad affrontare i combattimenti durante i quali si era dimostrato un ottimo incassatore con i pugili più esperti per poi mandarli improvvisamente KO con il suo destro improvviso. La sua giovane vita era sempre stata così, piena di difficoltà che aveva dovuto subire per poi riscattarsi con colpi di fortuna, come quella volta che non avendo i soldi per pagare la bolletta della luce di casa, dove viveva con la nonna unica parente rimasta, aveva giocato gli ultimi 5 euro e ne aveva vinti 500 con una lotteria istantanea che poi aveva quadruplicato con un banchetto di gioco delle campanelle… Sempre generoso con gli amici quando aveva qualche soldo, aveva vissuto sul filo del rasoio della legalità ed era riuscito sempre a tenersi pulito e a non avere guai con la legge che comunque dalle sue parti non si vedeva spesso… Quello che non aveva potuto imparare dai libri di scuola glielo aveva insegnato la strada e gli obbiettivi della sua vita erano stati indirizzati dalle sue trasmissioni televisive preferite, non aveva dubbi, sarebbe diventato ricco bello e famoso e anche se non sapeva come, qualche cosa avrebbe tentato e improvvisato, quindi oltre a allenarsi più intensamente a pugilato che cominciava a fruttare qualche soldo, aveva continuato con il banchetto delle campanelle e delle tre carte e pure a spacciare qualche dose di cocaina ai figli di papà che ogni tanto passavano dal suo quartiere in cerca di dosi di droga che lui tagliava abilmente per farla fruttare ancora di più.

Si era preparato bene per l’incontro quella volta, si disputava per il titolo regionale di pesi medi e l’avversario, un altro lucchese di origini africane, sarebbe stato un osso duro da affrontare, Cesare spavaldo lo fissava negli occhi alla presentazione sul ring, mentre l’altro li teneva bassi non sostenendo lo sguardo che scendeva a cercare i propri guantoni chiusi a pugno….

Cesare era un ottimo incassatore, ma anche l’africano non scherzava e gli sforzi fatti per metterlo in difficoltà sembravano tutti inutili, qualche colpo era andato a segno al corpo e sicuramente doveva aver fatto male, ma l’altro si ostinava a farsi avanti e sembrava noncurante anche di quel diretto al volto… anzi, qualche colpo l’aveva sentito anche Cesare, uno in particolare al fegato gli dava ancora fastidio, questo primo round non era andato bene…. “aspetta ancora un attimo e se ti scopri lascio partire il destro” pensava Cesare, “questo secondo round voglio chiuderlo subito”, ma Carlo l’africano non si scopriva mai e anzi affondava i colpi, “Carlo, che cazzo di nome per un africano” pensa Cesare distraendosi un attimo e abbassando il guantone a protezione della tempia sinistra, movimento quasi impercettibile ma che consente un gancio potente e impietoso a Carlo l’Africano che lo mette KO proprio con un colpo solo….

Dopo la sconfitta Cesare aveva rinunciato a combattere e si allenava solo in palestra, il suo nuovo lavoro di buttafuori dalla discoteca gli piaceva abbastanza, menava le mani quando poteva, le ragazze non mancavano e pure i polli da spennare con qualche trucco di abilità con le tre carte, per non parlare dello spaccio di dosi di cocaina che fruttava veramente tanto, bastava venderla e non utilizzarla… ma il successo quello vero non era ancora arrivato, doveva inventarsi un colpo di genio…

Quella sera dentro al Bar con la saracinesca abbassata la partita a poker non sta andando bene, anzi Cesare si sta indebitando fino al collo con quei due volponi piovuti da chissadove con accento lombardo che lo stanno incitando a impegnare ancora qualche cosa per recuperare quello che ha perso durante la serata… e perchè no, costringerlo ad accettare la loro proposta che oltre ad estinguere il debito gli avrebbe consentito tanti soldi facili, anzi non facili ma veramente tanti… avevano bisogno di qualcuno che conoscesse la zona e che all’occasione sapesse menare le mani, insomma organizzare una rapina in villa…

La notte seguente Cesare correva all’impazzata nella selva con lo zainetto pieno di soldi che gli avevano passato i complici dalla finestra, appena messo a tracolla aveva sentito gli spari ed era corso via, sentiva un cane che ringhiando lo inseguiva ma sembrava ormai lontano e adesso aveva raggiunto la macchina nell’ uliveto e una volta raggiunta la strada principale sarebbe stato al sicuro… La mattina seguente sulla cronaca di Lucca si leggeva a caratteri cubitali “rapina in villa, noto commerciante spara e uccide due pregiudicati spariti 30000 euro in contanti” Cesare sorride pensando all’assicurazione del commerciante gli euro erano solo 20000 “ladro ruba a ladro” e torna ad assopirsi sul letto, nessuno sapeva di lui, non correva alcun rischio, doveva solo spenderli con prudenza quei soldi… oppure perchè no, magari farsi un viaggio a Parigi, vedere un po’ di mondo…

Era tutto pronto, aveva da parte un gruzzoletto che gli avrebbe consentito di stare tranquillo per un pò, avrebbe continuato a spacciare ma con più discrezione e correndo meno rischi. Però adesso, visto che era sabato sera doveva andare a controllare se nella disco bar avevano bisogno di lui con qualche cliente ubriaco.

In effetti quei tre ragazzotti ubriachi erano proprio fastidiosi e così dopo avere cercato di allontanarli dal locale con le buone, era stato costretto a scaraventarli fuori dalla porta di servizio dopo avergli assegnato qualche ceffone, ma non troppo forte, adesso con il locale ancora affollato ma tranquillo, prima si era fatto una tequila bum bum sbattendo con determinazione il bicchierino sul tavolo e trangugiando tutto di un fiato, poi era uscito sempre dalla porta di servizio per fumarsi un ultima sigaretta in santa pace in questa notte estiva calda e umida… senza accorgersi del movimento dietro di lui quando aveva spalancato la porta per uscire, aveva appena tirato fuori l’accendino con la fiamma che gli illuminava timidamente la mano e il viso, che era arrivata la mazzata… una sprangata di ferro fra capo e collo che l’aveva sbattuto a terra con violenza senza nemmeno dargli il tempo di sentire le risate ubriache e lo scalpiccio dei piedi dei tre che scappavano dal vicolo… Adesso aveva cominciato a piovere, un temporale estivo e l’acqua allargava la chiazza di sangue che si mescolava nella pozzanghera, Cesare con l’occhio oramai quasi vitreo del coma vede la sua vita che se ne sta andando così con un colpo solo….

“ma ti prego non smettere ancora di leggere, torna all’inizio di questo breve racconto e leggilo ancora, mantieniamo in vita Cesare ancora un po’, in fondo non merita di essere dimenticato per sempre…..”

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3 commenti »

  1. Mi ha fatto sorridere la trovata finale. Ebbene sì, sono tornata all’inizio del racconto, come da tua preghiera, e come faccio quasi sempre quando leggo per la prima volta un racconto. Nessuno merita di essere dimenticato per sempre. Forse anche questo induce a scrivere e a raccontare: il desiderio di non essere dimenticati, una volta avvenuto il trapasso. Ho letto il tuo racconto abbastanza speditamente, nonostante qualche periodo complesso, e qualche virgola mancante (io sono un po’ fissata!). Ma quello che conta è la sostanza del tuo racconto, e il messaggio che vuoi dare sul senso della vita. La vita è una sola e non andrebbe sciupata, nonostante le avversità, come quelle cui va incontro Cesare. La retta via è sempre la migliore, anche se a volte può risultare più difficile. Bravo. E in bocca al lupo!

  2. Un buon messaggio in questa storia. Più che un corto un bel racconto.

  3. Anch’io lo trovo molto bello come racconto. Per il corto lo trovo un po’ difficile da realizzare efficacemente.

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