Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2010 “Blocco Creativo” di Imma di Nardo

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

Milano oggi, interno giorno. Una vasta stanza/studio illuminata dalla luce di un sonnacchioso mattino d’inverno: bozzetti e disegni alle pareti e un allegro disordine ovunque.

          Una giovane donna, minuta e con lunghi capelli scuri e ribelli, siede a un tavolo da disegno intenta a scuotere la testa mentre esamina con sguardo critico il grande foglio bianco di fronte a lei. Contrariata, lo afferra  scaraventandolo  con forza nel cestino in pelle rossa, stracolmo, posto affianco a se, ed esclamando:                          – E nove! Merda!                                                                  

Poi, come una furia, agguanta la giacca a vento dall’attaccapanni all’ingresso, infila a forza la gran massa di capelli in un berretto di lana scozzese e si dirige verso l’uscita. Sa bene che l’unica cosa che può placarla, come sempre, è una lunga passeggiata ritemprante, almeno mezz’ora di buon passo.       

Esterno giorno, i Navigli milanesi in una giornata cupa e piovosa, spazzata da un forte vento                    

Ale  continua a parlare tra se e se, in un indistinguibile borbottio:  Ruggero può essere furioso quanto vuole ma, oh? i blocchi creativi  mica sono una prerogativa dell’autore dei testi. Ne avrà  diritto qualche volta anche la sua derelitta complice, o no?                                      

Ale e Ruggero sono soci, coppia creativa autore/ disegnatrice, da ormai sedici anni, rodati come  vecchi coniugi proprio perché mai la passione amorosa è venuta a turbare il loro sodalizio artistico e la secolare amicizia. Hanno debuttato subito dopo il liceo artistico, che li ha visti compagni di classe, specializzandosi nel genere gotico -dark con venature umoristiche, non proprio epigoni quanto omaggiatori di Dylan Dog. La premiata ditta non ha mai subito intoppi significativi o prolungate mancanze di idee.                                                                

Mai, tranne ora. La ragazza si rifiuta di considerare che il suo attuale blocco creativo abbia a che fare con la relazione  ormai agli sgoccioli con Marco, quanto diversa dalla placida serenità raggiunta dal socio con Annalisa. Nè, a trentaquattro anni, può attribuire quel senso di perdita, quell’insoddisfazione sotterranea- lei una privilegiata che è riuscita a fare il lavoro che voleva – a qualche crisi di mezz’età.                                             Ricorda bene le parole di Ruggero, pochi giorni prima, mentre si sistemava i capelli chiari, sempre più radi, sempre più fini e passava in rassegna, su quella sua scrivania immensa e meticolosamente ordinata, gli ultimi, sofferti disegni:                                                      

– Non ci siamo Ale, non ci siamo proprio. Le cose tra noi bisogna dircele. Lei, la nostra nuova eroina deve essere sui vent’anni, piglio determinato e idealista insieme. Una capace di intraprendere ma anche di immaginare. Vedi di riprenderti … e in fretta anche. Lo sai che abbiamo delle scadenze.                                                                            

La disegnatrice approda infine, rinfrancata e col viso arrossato, nell’accogliente ventre del caffè degli Artisti, il suo buen retiro quando è alla ricerca di ispirazione.

Interno giorno: Il caffè degli Artisti – un locale a metà strada tra una baita di montagna e la citazione di un caffè parigino tra le due guerre. Alle pareti foto e disegni autografati di artisti affermati o meno . Il locale è gremito, occupato in egual misura da giovani creativi e vecchi pittori che ancora resistono nelle ultime botteghe artigiane del Naviglio.                           

Ale scruta speranzosa, dal suo angolo privilegiato, che ha  sorprendentemente trovato libero, spalle al muro e in fondo alla sala, la variegata umanità presente cercando di individuare Lei.                                                                   –Non va, non va …  noooo! Figuriamooci!                    Poi, delusa, riporta lo sguardo sulle pagine di politica interna di Repubblica; dalle quali è distolta dall’arrivo impetuoso di una ragazzina che provoca il rovesciamento simultaneo dell’attaccapanni stracarico e del portaombrelli. La nuova arrivata è bruna, sottile, i folti capelli grondanti di pioggia, infreddolita e … felice. La propensione alla felicità è qualcosa di tangibile in lei, qualcosa che si porta appresso. E lo sguardo con cui percorre la sala, risoluto ma ancora pieno di sogni, ad Ale ricorda qualcuno, qualcuno … e in un attimo arriva la certezza: ha finalmente trovato Selene l’eroina, audace e sognatrice, della loro nuova saga.                                         E la matita sul blocco degli schizzi corre da sé.                                         

Una settimana dopo: interno giorno, studio di Ruggero. Un impeccabile interno borghese, con segni di distinzione, del tutto in contrasto  con l’appartamento caotico e bohemienne della sua socia.    L’entusiasmo crescente di Ruggero nello scorrere i bozzetti e le tavole della sua settimana di full immersion confortano e rassicurano Ale. Ma l’ultima uscita del suo socio sostituisce lo sbigottimento alle altre sensazioni.              L’uomo si sofferma a lungo sull’ultima tavola, un primo piano della loro protagonista, mentre stupore e compiacimento si alternano sul suo viso ed infine esclama:                                                                                      

-E’ perfetta Ale, perfetta. Così hai dovuto tornare alle origini per sbloccarti! E sei riuscita a rendere anche quell’intensità dello sguardo. Ma non avevi smarrito la tua foto in un trasloco?                                                         

                                Sempre parlando si dirige in camera da letto, verso il basso mobiletto intarsiato  in cui conserva le immagini che  hanno scandito le fasi della sua vita, dando la schiena alla maschera di assoluto stupore  della socia. Ritorna stringendo un rettangolo di cartoncino tra le mani e, tirando con tenerezza  Ale verso di sé, le indica un ragazzo e una ragazza in seconda fila, al centro di una foto-ricordo di maturità: Liceo Artistico Statale Pablo Picasso, luglio 1993  riporta  sul retro la grafia piccola e precisa della mamma di Ruggero.                                                                                   

                                      I due fissano seri l’obiettivo. Lui indossa la stessa giacca stazzonata che conserverà per i successivi dieci anni e la perdita dei capelli chiari, così fini, così leggeri, è appena iniziata. Lei ha quell’esilità che il tempo non avrà cuore di sottrarle e una camicetta rossa sbracciata, è bruna e con una gran massa di capelli e indossa il suo sorriso speciale: forte e determinato ma ancora vibrante degli ideali e delle promesse che regalerà a Selene.

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2 commenti »

  1. “Ritrovarsi” potrebbe valere come sottotitolo. Mi piace quando uno scritto richiede una lettura più attenta, di ritornare su alcuni passaggi, l’intreccio che funziona… Bella, felina, Ale la si scopre senza difficoltà.
    Forse eccessivamente contestualizzato il risultato nel complesso, ma toccherà alla commissione giudicatrice valutare fattibilità o meno.
    Bella gara, non c’è che dire!
    “La scatola di cartone” la puoi aprire qui di seguito se hai qualche minuto prezioso a disposizione:
    http://www.raccontinellarete.it/?p=4010

  2. Caro Giuseppe,
    innanzitutto grazie per la tua attenta valutazione,;la voglia di ritornare sui passaggi, il sapere che il soggetto prende e l’intreccio funziona conforta molto il mio cuore di autrice. Credo che quella che tu definisci eccessiva contestualizzazione sia dovuta alla mia inesperienza nello scrivere soggetti e, successivamente, nella trasposizione dal racconto originario- che ho sempre considerato adatto ad essere rappresentato- alla forma soggetto per corti.
    Ale ed io ti ringraziamo per l’apprezzamento e per la valutazione della sua pregnanza come personaggio.

    La scatola di cartone: molto visivo, fresco, estremamente adatto, forse tra i più, ad essere rappresentato. Mi sa che ti giochi proprio delle buone chances. Mi commuove e mi intriga quest’arioso inno all’effimera-ma tanto presente poi nel tempo- forza e bellezza della giovinezza.

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