Premio Racconti nella Rete 2019 “Undicesimo comandamento “non scrivere” di Sandro Maffei
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Non so se avete mai provato a montare una cantinetta “fai da te” da 14,00 euro la domenica mattina, probabilmente sì. Non so se avete particolari doti per le applicazioni pratiche tipo avvitare una vite appunto nel legno o se la vostra attitudine in genere riguardi altri tipi di impegni manuali e non so neppure se il vostro ego sia convinto di poter fare tutte le cose pratiche con semplicità visto che “è roba elementare”. Probabilmente per alcuni di voi è così e quindi avrete sicuramente qualche parente che incoscientemente vi incoraggia, ma per lo più avrete parenti che ritengono questa vostra presunzione di capacità un qualcosa da evitare assolutamente e da non stimolare, visti i danni incalcolabili che potreste recare all’ambiente circostante al vostro luogo di faticoso svago; e che poi il dubbio risultato finale non sarebbe effettivamente proprio da manuale.
Comunque io con trentasei viti, venti pezzi di legno e istruzioni scritte in italiano con tanto di illustrazione sul come fare, ho deciso di affrontare l’opera con il giusto impegno e la classica approssimazione del volenteroso col tempo contato “da fare tutto questa domenica mattina” ed il fatto che mi fossi alzato alle 10,30 rendeva il compito molto simile ad una sfida.
Ovviamente non tutti i cacciavite sono adatti per quasiasi tipo di vite, e poiche il kit per il montaggio della cantinetta non lo dava in dotazione, la prima mezz’ora di lavoro deve necessariamente essere impiegata per la ricerca del cacciavite adatto, ma prima occorre conoscere quale sia il mobile ed in quale cassetto vengano conservati gli attrezzi (forse in garage, in cantina oppure in bagno?) e dopo le prime vane ricerche è necessario ricorrere ad alcune parafrasi per non sembrare già in difficoltà e chiedere aiuto alla moglie che potrebbe esprimere i primi dubbi sul risultato dell’impresa….
Quindi dopo aver asserito “che strano… ieri avevo notato il cacciavite nel cassetto delle posate e mi sono meravigliato che fosse fuori posto… forse l’hai usato tu cara e l’hai lasciato da qualche altra parte che non riesco ad immaginare…” mi viene indicato con precisione il terzo cassetto nel mobiletto in fondo alla cantina dove si tengono tutti gli attrezzi e posso così finalmente cominciare a costruire la mia cantinetta… Anzi prima di accingermi a avvitare la prima vite devo leggere bene le istruzioni per evitare errori banali che non mi sottrarrebbero alle prese di culo degli amici e alla loro incredulità sul perchè la cantinetta sia stata montata rovesciata…. Fra l’altro devo assolutamente anche evitare che il mio lavoro crolli sotto il peso delle cinquantaquattro bottiglie di vino piene, quindi circa cinquanta chili, che causerebbe oltre alla perdita del prezioso nettare, anche il dover ripulire tutto. Chissà se sia possibile assicurare questo tipo di lavoro e in quali tempi se l’evento distruttivo dovesse accadere, la colpa potrebbe venirmi imputata? Sicuramente se dovesse crollare entro domani, ma già da dopodomani potrei trovare delle concause scatenanti non proprio tutte attribuibili al mio operato….
La prima vite viene avvitata sorprendentemente bene e la prima staffa di legno corrispondente all’appoggio per i colli di bottiglia è gia fissata saldamente sul sostegno laterale perfettamente perpendicolare, questo è motivo di entusiasmo, ora basta proseguire con le altre diciassette…. il palmo della mia mano destra però presenta già un lieve arrossamento, presagio di futura vescica, che però stoicamente penso di ignorare… Quindi continuo ad avvitare le altre otto staffe al sostegno laterale con parecchia ostilità e mancata collaborazione da parte delle viti, del legno e della manopola del cacciavite. In effetti non conta tanto se qualche vite risulta un pò storta, basta che tenga il legno, l’importante è che la distanza fra ciascuna staffa, anche se non precisamente identica, consenta uno spazio di manovra per infilare e sfilare una bottiglia di vino con gesto naturale e senza imprecare che s’è incastrata…
Col mio cellulare fotografo la prima parte della mia opera, un pezzo di legno sdraiato su di un tavolo di legno con nove staffe di legno reggicollo di bottiglia, non proprio parallele fra loro e neppure proprio equidistanti, ma sufficentemante approssimate da poter correggere il tutto forzando le staffe al momento di avvitare il secondo supporto laterale…
Soddisfatto mi accingo ad avvitare le otto staffe reggicorpo di bottiglia che dovranno essere posizionate allo stesso livello dei reggicolli e questo, fatto rigorosamente ad occhio, mi sembra un compito assai difficile e quindi adatto a me… l’unico errore da evitare è quello di montarle rovesciate, quindi occorre controllare il verso di ogni staffa prima di accingersi ad avvitare…. Pensiero questo che però mi sovviene solo dopo aver montato le prime due staffe rovesciate e quindi mi costringe ad un lavoro straordinario di svitamento e riavvitamento che peggiora lo stato delle mie vesciche sulla mano, che da una passano a tre…
Non è così semplice come può sembrare dalle illustrazioni e proprio la trentaquattresima vite cade su un nodo del legno impossibile da penetrare, ma questo mi dà l’opportunità di utilizzare al massimo il mio ingegno creativo avvitando in maniera particolarmente storta quest’ultima vite in modo da concludere questa seconda parte del lavoro secondo il manuale della perfetta approssimazione…
Adesso basta avvitare sopra il secondo supporto laterale, per poterlo fare bene e fissarlo con la dovuta forza sono costretto a spostare la mia opera sul pavimento, un dubbio spaventoso mi assale, “esisteva un alto e un basso da rispettare per i supporti laterali, vuoi vedere che ho sbagliato tutto e me ne accorgo solo all’ultimo?” ma per fortuna questa particolare cantinetta è stata studiata per essere montata in tutte le condizioni ambientali e anche quelle mentali del montatore…
Finalmente e senza troppe vesciche la mia opera si è compiuta e la cantinetta posta in posizione verticale ondeggia solo leggermente, ma appoggiata alla parete storta anch’essa, risulta perfettamente perpendicolare al pavimento, a questo punto devo solo domandarmi perchè non ho visto quell’ultima staffa reggicorpo di bottiglia rimasta dentro lo scatolone, ma penso che nessuno noterà mai nella penombra della cantina che il corpo delle sei bottiglie della staffa più bassa appoggia sui miei manoscritti…