Premio Racconti nella Rete 2019 “basketaccellerazione”di Sandro Maffei
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019(start play prima seconda) la piccola utilitaria sfreccia nella notte e alla guida Daniel abbastanza sbronzo canta a squarciagola coprendo le pur ostiche vocalità dei Sex Pistols di Anarchy in UK… (terza) stasera si era veramente divertito era un po’ che non succedeva che il gruppo fosse al completo (quarta fast forward) anche a cena erano quasi tutti (repeat) è venuto anche Gatto Silvestro che di solito non viene mai (quarta)
“I ragazzi del Venerdì” questo gruppo di vecchi amici irriducibili sessantenni che non volevano rinunciare a stare assieme per giocare a pallacanestro e soprattutto alla cena e alla bevuta dopo la partita (quinta) anche se sapevano perfettamente di mettere a rischio la loro salute cardiocircolatoria e ortopedica
Daniel continuava a cantare sfrecciando senza preoccuparsi più di tanto del traffico che a quella ora della notte era veramente poco (abbaglianti) tanto da consentirgli di passare col rosso al semaforo dopo una rapida occhiata all’incrocio da playmaker consumato quale era lui (tergicristallo involontario) che riusciva a mettere palloni smarcanti al pivot come se fossero caramelle in mano a un bimbo (quinta quarta) adesso però quei fanali da dietro che gli stavano incollati erano veramente fastidiosi (rewind repeat) dai passa non mi stare addosso (play) sembrava una jeep o un SUV e sicuramente era un rompipalle che lo attizzava a correre di più (quinta)
Con i Sex Pistols che sbraitavano God save the Queen Daniel decide di percorrere due volte la rotonda per mettersi in coda all’improvvisato avversario come uno Spitfire contro uno Stukas e piantargli gli abbaglianti nello specchietto retrovisore ma stranamente perde contatto e si trova nuovamente solo a sfrecciare come un pazzo sui viali della circonvallazione di Lucca (fast forward play)
Adesso con No Feelings a tutto volume (freccia a destra per svolta a sinistra) Daniel seguiva il suono sguaiato delle due chitarre elettriche e il battere del tamburo della batteria ripetuto e insistito come quello di una marcia militare che gli faceva ricordare come anche stasera il Grande Tormentatore aveva pestato il Martire sotto canestro (repeat) in effetti il gioco di squadra funziona proprio come una band musicale (abbaglianti) ognuno con il suo strumento e tutti insieme completano il risultato sonoro (sirena in senso opposto) lui era il solista alla chitarra elettrica tutto genio e sregolatezza mentre il Grande Tormentatore con le sue lunghe braccia era perfetto per la batteria e per menare colpi addosso agli avversari (rewind play) la testardaggine infingarda nel contropiede del Piccolo Assassino era perfetta per le tastiere che urtava con le sue dita ossute come faceva con le costole degli avversari in anticipi sul pallone degni di una cintura nera di karatè (abbaglianti clacson e dito medio al pedone che prova ad attraversare sulle strisce un po’ troppo spavaldo) mentre il Martire stasera poteva suonare solo lo scacciapensieri vista la sua assoluta mancanza di tempismo ai rimbalzi in difesa (quinta quarta) agile e utile quanto una balena spiaggiata ai Bagni Pancaldi di Livorno e il fatto che sia nato a Livorno non vuol dire che sappia fare per forza a giocare a pallacanestro (freccia a sinistra per svolta a destra) come quell’altro che avevano presentato “forte” come un oriundo ma che in realtà era solo il casellante autostradale di Montecatini quando avevano la squadra in A2 e che un venerdì sera gli avevano appioppato proprio nella sua squadra (quinta) al sassofono elettrico avrebbe messo invece Tenerone di Notte gioco da solista spesso in ombra e ombroso pure di carattere
L’ autobus di ritorno dal pellegrinaggio a Lourdes in sosta nei pressi della pasticceria con le doppie frecce lampeggianti e i pellegrini che disposti fuori come ciclisti in gruppo disordinato aspettano di recuperare il bagaglio salutandosi affettuosamente (quinta quarta terza ampia pozzanghera quarta quinta urla di vaffanculo) ricordano a Daniel la sua entrata in terzo tempo spezzato nell’area avversaria intasata con il Martire nascosto dietro al pivot come il palo di una rapina a mano armata (forward) e questo l’aveva costretto prima ad attirare la difesa su di se per poi ribaltare il pallone fuori area dove il Mitico Thor aveva insaccato e il canestro aveva ingollato il pallone tutto di un fiato come un messicano una tequila
A cena poi non avevano smesso di divertirsi (forward) con gli sconfitti che reclamavano un paio di decisioni dubbie (play Holidays in the Sun) ma il fatto che giocassero senza arbitro e si autoregolamentassero (abbaglianti) portava sempre a qualche fregatura e alla scomparsa di qualche punto nel punteggio tenuto a mente e contestato puntualmente alla minima discrepanza aritmetica che pur non prevedendo tiri liberi nè canestri da tre era quindi una semplice tabellina del due
Il posto di blocco della polizia colto con un colpo d’occhio da lontano di chi è abituato con velocità di un battito di ciglia ad intuire il taglio in area del compagno per servirgli un pallone smarcante assieme a tè con pasticcini da consumare in fretta sotto canestro per evitare la stoppata del difensore in recupero ma in palese ritardo (quinta quarta off) costringe Daniel a togliere il piede dall’accelleratore per cercare di ficcare sotto il sedile la bottiglia vuota di spumante che era rimasta a ciondolare sul tappettino lato passeggero e a spengere momentaneamente lo stereo (quarta terza) fortunatamente l’adesivo sul parabrezza dell’ordine dei medici opportunamente taroccato e la brizzolatura da sessantenne ordinato fanno il loro effetto e il poliziotto dato uno sguardo lo fa passare “vada vada”
Adesso davanti a lui ci sono solo un rettilineo e poche ininfluenti curve prima di arrivare a casa (ancora terza) Daniel schiocca le dita e stringe il volante (terza tirata quarta play Seventeen) pronto per l’accellerazione finale sentendosi potente come una Ferrari di Formula 1 lanciata in contropiede a Monza (quarta tirata quinta al massimo abbaglianti e antinebbia accesi)
Uomo dal pensiero veloce reso malinconico dall’alcool con gli occhi inumiditi da una briaa che si sta facendo triste (fast forward play) concentrato sull’accellerazione e perfettamente a suo agio in questa sua sensazione di ricerca di libertà stimolata oltre che dall’alcool anche dallo spirito di amicizia del gruppo (ancora fast forward in ricerca di Pretty Vacant) gruppo che accoglie e integra crea gioco costruisce situazioni supera ostacoli abbatte barriere corre senza fiato ascolta musica ad alto volume prova a cantare in coro litiga e si confronta batte pacche sulle spalle e sgomita per passare (continua ad accellerare) per raggiungere il futuro per sviluppare nuove alternative mettere in discussione le certezze acquisite aprire le porte e ascoltare le necessità di tutti per poter continuare ad accellerare (lieve curva quasi sbandando) e non smettere mai di pensare magari anche fermarsi un attimo a riflettere fingere di esitare per poi sorprendere con contropiedi di nuove idee azioni invenzioni e motivazioni
(quinta quarta terza seconda stop) Daniel ferma la macchina è arrivato a casa (fari spenti) ma rimane ancora ad ascoltare Problems (play) vuole sentirla fino alla fine
Ho letto la tua “trilogia” e ti riconosco uno stile personale oltre alle tematiche originali. Sono storie veloci, dal ritmo incalzante e che ti trascinano nella lettura. Un po’ come leggere dei fumetti.