Premio Racconti nella Rete 2019 “Il Dragotreno” di Manuel Frenda (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019«Questa neve è proprio una seccatura. Diamine! Non posso rimandare la gita di oggi, il volo del drago nella valle del Re, per colpa della tormenta di questa notte. Devo sbrigarmi! I draghi non si scoraggiano mai difronte alle difficoltà!»
Il Dragotreno ancora nella sua rimessa, non perde tempo e inizia a liberare le rotaie dalla neve: accende i motori al massimo, fa slittare le grandi ruote sul ghiaccio, mentre la bocca si gonfia come se avesse mangiato un hamburger intero.
«Spluuut…Il mio getto di fuoco è potentissimo! Sciogliere questa neve è un gioco da ragazzi!»
«Neve? Sciolta.»
«Motori? Ok!»
«Test al ruggito? Fatto!»
«Fuoco? Perfetto!»
«E ora? … Via! A tutta velocità verso la stazione, dove mi aspettano Oscar e i suoi amici, pronti a salirmi in sella e dare vita a una nuova avventura!»
Il Dragotreno appare a prima vista un semplice trenino colorato, come quello dei luna park, ma una volta saliti sopra, qualsiasi passeggero scopre la fortuna di avere un amico tanto speciale.
«In carrozza! Forza che si parte! Ognuno ai propri posti e allacciatevi bene le cinture di sicurezza. Anche lei soldatino di ferro, si ricorda dove è finito dopo la brusca frenata durante l’ultima gita nella giungla amazzonica?»
Sulla motrice al posto del classico comignolo, il Dragotreno ha la bocca di un vero drago, con denti grossi e narici enormi da dove fuoriesce il fumo nero. Sui fianchi ha disegnato due grandi ali verdi ricoperte di squame, impenetrabili a qualsiasi arma, e, lungo tutto il tetto, delle placche triangolari simili alla cresta di uno stegosauro.
L’ultima carrozza, dedicata ai più piccini, è una lunga coda, che ad ogni sbandata si agita come un gigantesco martello. I sedili delle sue carrozze sono di pelle verde smeraldo; sembra di stare seduti sulla pancia di un vero drago.
«Biglietti, grazie. Biglietti. Quelli che misurano meno di due centimetri oggi non pagano!»
«Tutti pronti? Si parte!!!»
Con uno scossone il Dragotreno inizia la sua corsa attraversando una buia galleria, dove le luci soffuse delle carrozze creano un fascino sospeso, di mistero e paura, un breve momento in cui ogni passeggero ha il tempo di fantasticare e inventare la propria storia sui draghi.
C’è chi pensa di essere un cavaliere e cavalcare il Dragotreno per salvare una meravigliosa principessa, chi crede che, nella grotta, il drago custodisca il tesoro più ricco del mondo, chi invece fantastica di volare tra le nuvole, o di diventare invisibile viaggiando sulla sua groppa.
Mentre acquista velocità nel tunnel scavato nella roccia, il Dragotreno lancia, al posto del classico fischio, il suo ruggito che inevitabilmente spaventa tutti, mentre dalle rotaie schizzano milioni di scintille incandescenti; sembra proprio che il drago stia per prepararsi a sputare fuoco.
Oscar non ha paura del drago, è il suo amico, magico. Crede sia invincibile e che dorma in una grotta segreta; quando si sente solo o insicuro sa già che il drago lo aiuterà, raggiungendolo in un’istante, volando più veloce di un jet e più in alto di un razzo spaziale.
Dentro la galleria, tra le strette curve, sembra di stare al centro della terra e solo il Dragotreno conosce la strada per uscire: destra-sinistra e poi ancora destra-sinistra-destra.
«Dlin-Dlon. Si ricorda a tutti i passeggeri deboli di stomaco, che nel sedile di fronte potete trovare il sacchetto… nel caso si venga da vomitare!»
Una discesa interminabile crea il vuoto nella pancia, come su una montagna russa, per poi effettuare un doppio avvitamento e inclinarsi in una curva stretta e far schizzare nuovamente le scintille contro la roccia.
«Lo so che non dovrei salire sul letto di mia sorella, ma da qua su, il tappeto della cameretta… Ops! Volevo dire il panorama è bellissimo… Groarrrrrr!!!»»
Un altro ruggito annuncia la fine del tunnel e un senso di grande meraviglia lascia tutti a bocca aperta.
Il cielo appare immenso ed è così grande che due occhi non bastano per guardarlo tutto, le nuvole sono talmente vicine che si possono quasi toccare con le dita: sembrano panna montata. Sui lati, le cime innevate delle montagne, creano l’illusione di essere sospesi nell’aria, semplicemente perché il Dragotreno viaggia sulla cresta di una lunga collina, nascondendo i prati sottostanti.
«Dlin-Dlon. Avviso ai passeggeri. Su questo treno è possibile mettere le braccia fuori. Lei, signor cucchiaino, se vuole può sporgere la testa, mentre lei, signorina gomma da cancellare, visto che soffre di vertigini, è meglio che non guardi in basso.»
La sensazione che l’aria provoca sulle braccia è la certezza che si sta volando in alto nel cielo, proprio come se il drago avesse spiegato le sue enormi ali.
«Vola drago, vola!»
«Sfreccia tra le nuvole! E ora giù. In picchiata, verso il bosco!»
«Dlin-Dlon. La direzione della ferrovia consiglia vivamente di preparare i vostri cellulari in modalità fotocamera, per non perdere l’occasione di scattare foto nel caso si incontrino animali fantastici.»
Terminato il lungo tragitto sulla cresta della collina, si entra in un bosco fatato. Tra querce, pini e castagni, si scorgono gnomi che imbracciano pentole piene d’oro, elfi alla ricerca di piante magiche, fate volanti, cerbiatti che saltano felici e un orso goloso di miele.
Di seguito un gruppo di scoiattoli gioca a nascondino, mentre gli alberi secolari agitano i grandi rami in segno di saluto. C’è persino un unicorno bianco che allo sfrecciare del Dragotreno, spiega le sue splendide ali bianche e si inchina in un riverente saluto.
«Groarrrrrr!!!»
Un altro ruggito e si raggiunge la massima velocità lungo una spianata di prato verde, accompagnati dal volo delle grandi aquile che planano davanti alla motrice mentre, in coda al treno, i piccoli passerotti furbetti sfruttano la scia di vento. I fiori nei prati sono costretti a piegarsi sul loro gambo e persino i girasoli si permettono di dare le spalle al sole per lasciarsi ammirare e sorridere ai passeggeri.
L’ultima magia è il volo sul lago, dove tutti quelli affacciati ai finestrini vengono inevitabilmente bagnati, mentre gli archi d’acqua sulle fiancate creano magnifici arcobaleni colorati che lasciano tutti i viaggiatori senza parole. Le trote guizzano fuori, imitando i delfini quando saltano davanti alla prua di una nave in viaggio; i pesci gatto scappano impauriti e il pesce siluro tenta invano di sorpassare il treno.
A questo punto il Dragotreno lancia un ultimo ruggito prima del lungo curvone tra due colline strette, che nascondono la sorpresa finale.
«Groarrrrrr!!!»
Il castello del Re appare improvvisamente e lascia tutti increduli, con le sue grandi torri, il ponte levatoio e le bandiere a festa. Tra musica, tamburi e sbandieratori i passeggeri, al massimo della felicità, sono accolti da dame e cavalieri. Una volta scesi, corrono veloci per raccogliere le monete dorate di cioccolata che il mago lancia dalla torre centrale del castello.
«Evviva… Cioccolata per tutti!»
Toc-toc. La porta della cameretta di Oscar si apre.
«Oscar. Si è fatto tardi. È ora di mettersi il pigiama, lavarsi i denti e andare a nanna!»
«Uffa mamma, ma è già ora di andare a letto…? Va bene, metto via subito i giochi, ma posso portare Dragotreno con me?»
«Certo, amore! Prima però bisogna sistemare tutto questo disastro.» Risponde Laura amorevolmente, indicando il disordine lasciato in cameretta.
Oscar inizia a riporre alcuni dei suoi giochi in un grande cestone, dando a ognuno di loro la buona notte. L’unicorno sulla mensola della scrivania assieme alla collezione di dinosauri, il soldatino di ferro torna a fare il fermacarte e la gomma da cancellare gialla, a forma di “smile”, nell’astuccio di scuola. L’orso peluche sul letto a castello, quello di sopra, dove dorme sua sorella, mentre gli alberi di plastica, l’elfo e le fate, nel recinto della fattoria che sta accanto alla finestra.
Ripulisce dai tanti pallini di polistirolo utilizzati per fare la neve il grande tappeto su cui troneggia la stampa di un panorama di montagne, mentre il cucchiaino usato per mangiare il budino lo posa sulla scrivania. Saluta i pesciolini del piccolo acquario sul comodino e si mette il suo pigiama preferito. Una lavata veloce ai denti, un bacio a mamma e poi si infila contento sotto le coperte, abbracciando stretto il suo treno.
«Buonanotte Dragotreno. Riposati che domani dobbiamo liberare la principessa, rinchiusa nell’armadio in camera del nonno!»
Laura osserva tutto con amore materno, si avvicina a Oscar, gli rimbocca le coperte, un bacio sulla fronte, spegne la luce, e, prima di chiudere la porta, sussurra: «Sogni d’oro amore mio.»
Mio figlio che gioca col treno Thomas, si chiama in un’altra maniera ma l’ho riconosciuto.
Con “si chiama in un’altra maniera”, intendevo mio figlio
Grazie mille Sig. Bonacina, e’ bellissimo sapere che Suo figlio gioca con la fantasia. Io mi sono ispirato a mio fratello maggiore che ammiravo da piccolo per quanta fantasia creava e mi insegnava.
Bellissimo racconto, mi ha ricordato me quando ero piccolina e a ogni oggetto che avevo in camera gli davo un anima…
Balla la fantasia di quando si é bambini e portarsi parte di essa sempre con sé.