Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2019 “Il verbale” di Simona Barba

Categoria: Premio Racconti per Corti 2019

Il sole è ancora basso. I suoi occhi cisposi non vedono bene.

– Via, via, non potete stare qui!

Mila ha ancora tanto sonno.

– Tu su alzati!

Un forte braccio vestito di blu comincia ora a scuoterla.

– Ahi, fai piano, ma che c’è?

Il Vigile le lascia il braccio.

–  Devi sgombrare!

– Ma dove vado io?

– Alla Caritas, su dovete andare tutti là.

Mila guarda i suoi compagni di strada, stanno già prendendo le loro cose, qualcuno se n’è andato.

– Ma io come faccio ad andare lì, è lontano, mi fanno male le gambe.

Il vigile  osserva la donna, sarà oltre la sessantina, forse di piu. Non si capisce mai con le donne dell’Est. Con il grosso stivale di ordinanza le avvicina delle pantofole sformate con dei ricamini rossi a forma di fiorellini.

 – Io eseguo gli ordini: alzati, via, go, che lingua capisci? È vietato dormire sotto i ponti, non lo sapevi?

Mila si alza faticosamente; appena è in piedi il flusso di sangue carica le vene bluastre che si gonfiano tortuose e doloranti. Una volta eretta deve aspettare che l’equilibrio sia saldo per iniziare a muoversi.

Il vigile aspetta che prenda le sue poche cose. La squadra della nettezza urbana intanto si avvicina con i sacchi neri di plastica.

Mila si aiuta con un carrello arrugginito: ripone dentro i suoi sacchetti, la coperta, delle scatole di cartone, e poi  si appoggia alla barra di ferro come un bastone.

– Da che parte è la Caritas?

– Segui la strada, non ti puoi sbagliare. Basta non ho più tempo, devo fare il verbale per il Sindaco!

Mila cammina a piccoli passi per non sforzare le gambe doloranti.

– Ehi, ma che fai? Non vedi dove stai andando?

Il carrello è andato ad urtare contro un uomo corpulento,che strizza gli occhi per capire a quale specie appartenga quella donna che le è venuta addosso. Mila è dispiaciuta.

-Questo carrello ha le ruote davanti che non girano bene, spesso sono loro che decidono la direzione…

Comincia ad avere sete, la gola è arsa.

– Scusi, c’è una fontana qui vicino?

Nessuna risposta. L’uomo va via. Prova allora ad entrare in un bar.

-Nonna, via, stiamo lavorando, non abbiamo niente per te.

Senza guardarla nemmeno in viso il cassiere all’ingresso del locale la blocca, sembra che parli a qualcuno dietro di lei. Mila rassegnata esce.

Il Vigile aspetta seduto nell’anticamera del Sindaco. Ha il suo verbale in mano. Finalmente la porta si apre, il Sindaco esce velocemente, dietro di lui la sua assistente.

-Sig. Sindaco ecco…

Il Sindaco gli dà una occhiata veloce poi fa un cenno alla sua assistente che va a prendere il verbale.

-Dia a me, non lo sa che è in ritardo  per la conferenza stampa?

-Veramente io ero qui..

Il Sindaco e la sua assitente spariscono velocemente dietro la porta.

Mila ora è davanti una rotatoria; le auto girano così velocemente da farla rimanere affascinata e impaurita da questa entità stradale che le ricorda un serpente. Trova il coraggio e si butta quasi ad occhi chiusi sulla coda luccicante del rettile d’asfalto.

Le auto frenano, i clacson urlano. Mila stringe gli occhi e attraversa la rotonda.

Una ruota del carrello si incastra in una buca dell’asfalto. Prova ad alzarlo ma non ce la fa, così comincia a svuotarlo: la coperta, poi i sacchetti con i pentolini di alluminio, una vecchia maglia e una scatola di cartone piena.

Mila è ancora intenta a cercare di sollevare il carrello quando un’auto schiaccia la scatola. Tutte le sue cose sono spremute sulla strada.

Mila piange spossata per il suo carico perduto, per il suo lungo viaggio.

Lascia il carrello: zoppica, ha la testa frastornata, la gola secca.

Il terreno improvvisamente le si avvicina colpendola in faccia. Si accascia, esanime. Il reticolo delle vene è esploso, invadendo come un’onda il polpaccio. Anche il piede uscito dalla pantofola si è gonfiato, riempito da tutto quel blu scuro che preme come per scappare.

Arriva un’ambulanza scortata dall’auto dei vigili urbani. Un medico le prende il polso, poi fa cenno agli altri che non c’è nulla da fare.

Il vigile appare stanco. Si allarga il colletto della divisa. La sua paletta devia le auto con precisione,  ma i suoi occhi non riescono a distogliere lo sguardo da quella pantofola ricamata a fiori buttata sull’asfalto nero.

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22 commenti »

  1. Ciao Simona. Mi è piaciuto molto il tuo soggetto. Molto ben riuscito nella sua semplicità, a mio parere. Hai saputo mettere in scena un dramma molto intenso che si scontra con la banalità della burocrazia. Suggestiva l’attenzione ai dettagli. Nella mia mente ho ” visto” il corto realizzato grazie alla tua scrittura. In bocca al lupo!

  2. Grazie Ivana! Sono molto contenta che tu lo abbia “visto”. Si, io penso che nelle storie semplici siano più evidenti i paradossi della vita. Crepi il lupo!

  3. Mi è molto piaciuto. Asciutto, preciso, c’è in ogni personaggio tutta la fatica di vivere in un mondo che va avanti per inerzia e che non si riesce a cambiare.

  4. Grazie Marco!penso che lo stile asciutto dia ancora più spazio alle immagini . Si, i personaggi hanno tutti un loro bisogno, quello di essere visti, riconosciuti. Nessuno raggiungerà il proprio obiettivo. ..Grazie ancora per il tuo commento

  5. Grazie Ivana! Sono molto contenta che tu lo abbia “visto”. Si, io penso che nelle storie semplici siano più evidenti i paradossi della vita. Crepi il lupo!

  6. Molto commovente questo tuo racconto. E purtroppo tanto vero! Le nostre strade sono piene di “Mila”, e tanti vigili, e non solo, si accorgono troppo tardi che dietro un carrello, o dentro una scatola ci stanno esseri umani, come loro, come noi. Simona hai toccato un tema importante, a me caro. Brava … e speriamo sempre in meglio. Per la tua Mila, per te, e per il nostro mondo.

  7. Ciao Luciana, ti ringrazio tanto per le tue belle parole. Speriamo , come dici tu, per questo nostro mondo, di aprire gli occhi. Ciao!

  8. Buongiorno gentile Simona! Semplice, triste ed efficace il suo bel corto.
    Per quel che ne capisco è anche una produzione realizzabile, l’unica difficoltà potrebbe essere la rotonda trafficata ma il comune di Lucca saprà dove mandare la sua troupe.
    Una bella storia triste (a volte tristezza e bellezza vanno a braccetto, è un ossimoro vero della vita che però sembra finto) di cui mi piace la cura dei dettagli narrativi e anche quella (tipo)grafica, mi riferisco alle lineette che separano le tre inquadrature principali. Mila è un archetipo ormai, può venire da qualsiasi parte del mondo, anche dal nostro quartiere: se qualcosa va storto la vicenda di Mila, al di là dell’epilogo tragico, può capitare a chiunque. Mila siamo noi, sempre vittime di qualche cosa, dal lavoro perduto alla burocrazia al male di vivere. In questo senso è amaramente consolatorio leggere delle disgrazie altrui ma il vigile con il suo non celato rimorso ci riporta alla realtà. Ecco, secondo me il fascino del suo corto sta in questa flessibilità per cui è facile identificarsi, ed è facile commuoversi. In bocca al lupo 🙂

  9. Buonasera Ugo, che dire, un commento che mi ha fatto felice .grazie di cuore e crepi il lupo!

  10. Brava Simona! Una storia toccante che non si lascia racchiudere fra le aride righe di un verbale. Anch’io ho avuto la netta sensazione di vedere scorrere davanti agli occhi queste tre scene in cui la cronologia è volutamente mischiata. Sarebbe bello vederlo realizzato.

  11. Ciao Danilo, grazie infinite per il tuo commento è per il tuo bellissimo augurio. Sono molto contenta che le immagini scorrano e lascino “vedere’ altro. Grazie ancora

  12. Scusa per la è…..tastiera ad alta personalità… a presto!

  13. Molto bello, le immagini sono ben rese, per cui è facile vederlo trasformato in un corto. Purtroppo descrivi una realtà che, al contrario di quel che si pensa, affolla il quotidiano. Una folla di invisibili, l’invisibilità della protagonista contrasta con lo spiccare della ciabatta sull’asfalto.

  14. Ti ringrazio tanto Silvia! Sono d ‘accordo con te sull’invisibilità di molte storie, e per me proprio queste vanno raccontate. Grazie ancora

  15. Ciao Simona, il tuo racconto è davvero bello ed emozionante. E’ un soggetto che rispecchia pienamente la triste realtà, purtroppo.
    In bocca al lupo!

  16. Ciao Stefania!sono molto contenta che ti sia piaciuto, grazie mille!!e crepi il lupo !

  17. Bello: triste, toccante, realistico. Scritto molto bene, brava!

  18. Ti ringrazio molto. Vorrei tanto che queste storie avessero piu visibilità.

  19. Ha la freddezza visiva di una storia di Rossellini. Impressive. Da vedere in bianco e nero.

  20. Magari!!! Sei troppo buono ! Grazie infinite per il tuo commento, io cerco sempre di non indugiare troppo sulle descrizioni delle emozioni proprio perché penso che spero scaturiscano nel lettore dalle azioni che si svolgono.grazie ancora!

  21. Bella la storia, infinita e può ricominciare. Avevo pensato che il vigile fosse lo stesso del verbale, inviato per punizione a dirigere il traffico, come dice sempre l’ispettore Block su Dylan Dog. Siamo legati, e pirandellianamente siamo lo stesso personaggio, sotto diverse facce.
    C’è qualcosa in questo sito che incoraggia l’osservazione.

  22. Grazie del commento Marcello. Il vigile certamente è lo stesso. Forse ha sempre diretto il traffico ed è sempre stato in mezzo alla strada come Mila. Il suo riscatto in fondo è simile a quello di Milano, vorrebbe essere tolto da quella strada, e per questo è disposto a calpestare altri…? Quello che voglio dire è che siamo tutti sulla stessa strada e fare finta di non capire o non vedere diventa solo una scusa . Grazie ancora

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