Premio Racconti per Corti 2019 “Mia nonna è una Barbie” di Lucia Finelli
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– Ciao nonna Bice.
– O bella Sofì. Tutto bene?
– Sì.
– Hai portato Barbie pure oggi. La maestra dice che non la molli manco quando vai in bagno.
– Me la rubano.
– Allora lasciala da me.
– Se ti piace tanto, oggi giochiamo?
– Certo!
– Prima si va all’ufficio di mamma?
– Oggi no.
– Perché?
– Sennò tu madre perde il lavoro.
– Così sta con me!
– Niente lavoro niente Barbie. Io non ti basto?
– Sì. Però mamma non gioca mai. E papà se n’è andato. Ha gridato a mamma: “Non torno più!”. E poi: “Mi chiedi troppo. Non lo posso accettare”. Che significa?
– La frase è sibillina. Non si capisce. Tornerà. Andiamo dai! Lo sai che Barbie ha la mia età?
– See!?
– È nata il 9 marzo 1959. Come me. Sessant’anni tra un mese circa.
– Faremo due torte!
– Ok. Adesso via! Dammi la mano.
Ogni tanto Sofia si libera per piroettare. Vuole fare la ballerina. Forse potrebbe: smilza ma muscolosa, collo del piede allungato, schiena dritta e chignon.
Da scuola a casa è una passeggiata. Due piani di scale, e Sofi si tuffa sulla poltrona relax vicino alla gatta siamese cogli occhi blu.
– Bella gattina. Vuoi le carezze.
– O le crocchette. Attenta che graffia. Poi si va all’ospedale. E addio Barbie.
– Luna è buonissima.
– Ecco la torta! Poi giochiamo. Travesto Barbie da nonna.
– No! Fai la Barbie a cavallo.
– Ma io non ci so andare a cavallo.
– Ok. Fai la nonna di Shelly. Solo per oggi. Nella mia Casa non voglio travestiti!
– Vuoi dire travestimenti ah ah!
Sofia giocherebbe per ore. Casa dei Sogni, piscina, macchina, cavallo, camper, cane, vestiti, accessori: tutto dentro la camera mia! Insieme al lettone. E alla macchina per cucire. Ogni tanto la metto in moto. Per integrare la reversibilità del povero Piero. Che bei tempi! Avevo un marito e un lavoro da sarta in un negozio accorsato. Peccato!
– Nonna, sei triste? Vorresti essere come Barbie?
– Non sono triste. E ricordati. Ognuno è come è. Non conta il fisico ma il cuore. Comunque io mi piaccio così: culone, capelli e occhi neri. Come tua madre.
– Mamma quando esce di sera si veste da uomo.
– E io da lupo!
– Cappuccetto Rosso. Racconta!
– Prima la ribollita.
– Sìì! Nonna sei bellissima! Come Barbie.
– Ruffianona!
Ceniamo davanti al Tg: i soliti orrendi femminicidi, e il ragazzo bresciano, stella nascente del nuoto, a cui hanno sparato per sbaglio. Un mondo di merda!, mi viene da dire. Ma taccio. Sofia ha solo sei anni. Meglio un DVD di Barbie. C’è tempo per le brutture del mondo – farfuglio, e le carezzo la testa.
– Nonna ho sonno.
– Allora basta TV. I denti, e poi a ninna.
– Ok. Buonanotte.
– Notte tesoro.
Guardo fuori dalla finestra. È Laura! Sofia aveva ragione. Oddio! Aspetto al buio.
– Laurè. Che combini!? Tua figlia ha bisogno di certezze.
– Mamma! Che paura! Una figlia ha bisogno di amore.
– Io ti amerò sempre. Ma tuo marito? Sofia non vuole travestimenti manco per gioco.
– Abbracciami.
La stringo forte. Nel silenzio udiamo voci per strada. Dalla finestra vediamo strani animali. C’hanno vestiti lunghi, colorati. Camminano sparpagliati. Ondeggiano, come ubriachi. Voci di maschi o di femmine. Non si capisce.
– Mamma, sono attori. Io sono il domatore.
– Fai l’attrice!?
– Impara l’arte e mettila da parte – come dici te. Mi piace mettere in discussione la mia identità. Resta con me. Attraversiamo la storia in libertà.
Ridiamo. Le maschere si allontanano. Laura srotola i capelli sotto la coppola, stacca i baffoni, si strucca. È la mi’ figliola. Un travestimento non può certo impedirmi di amarla.
– Mamma, vieni nel lettone.
– Eccomi Sofi.
– Mi manca babbo. Lo sai? Nonna è una Barbie.
– Superbarbie! Domani chiamiamo babbo, tranquilla.
Buonanotte – diciamo in coro.
Tre generazioni femminili (quattro con la gatta) che ruotano attorno al gioco, al ruolo, al travestimento. Un racconto particolarissimo, in cui bisogna costruire le immagini dai dialoghi. E le poche descrizioni sono quasi icone: la ballerina mi ha rimandato ai quadri francesi, e il circo di strada visto dalla finestra è cinematograficamente appetitosissimo. Molto suggestivo e originale. Brava!
Lucia, ho letto tutto di un fiato il tuo racconto e poi l’ho letto di nuovo. Sono rimasto incollato ai dialoghi, veritieri, dinamici e mai banali. Il tuo racconto è come una bella sinfonia: c’è l’armonia di fondo che la compone per tutta la sua lunghezza ma ci sono anche i picchi di vivacità candida della bambina e quelli leggermente più pacati, a volte tristi, delle risposte delle due donne.
Nella mente di chi legge appaiono chiare le immagini che accompagnano il racconto e questo a mio parere è un fattore fondamentale per rendere perfetta e piacevole la lettura: una capacità che non appartiene a tutti.
Brava davvero.
Alla prossima lettura… 🙂
Bello, bello bellissimo. Non dico altro che buona fortuna.
Commovente, che dire? Capita anche che la mamma diventi un uomo, l’avevo pensato leggendo. Anche i lavori sono tanti, e richiedono serietà. Come il nostro, gli scrittori
Carissimi Marco, Raffaele, Monica e Marcello,
vi ringrazio per avere letto e commentato il mio racconto. Siete stati tutti molto carini.
Marco, hai colto nel segno! Ho dovuto adattare un racconto lunghissimo, di 9.000 cartelle, ai vari paletti previsti dal concorso per corti, soprattutto i 3.500 caratteri (pensavo valesse il limite previsto per i racconti). In effetti, dalla finestra si vedeva proprio una specie di circo con elefanti, tigri, asini, cavalli, scimmie … tutti in giro per Lucca!! Ho tagliato e tagliato, soffrendo, ma le regole sono regole e vanno rispettate. Mi sono comunque divertita a scrivere. Come sempre. Grazie. .
Raffaele, anche tu hai compreso qualcosa di esatto: la differenza tra i tre soggetti: bambina vivace e perspicace; nonna stupenda, razionale ma amorevole, e a volte triste; e Laura, la più moderna, lavoratrice, e amante di vita e di teatro. Grazie. Alla prossima.
Monica, grazie! Un po’ di fortuna è sempre necessaria.
Marcello, il tuo commento è enigmatico come il mio racconto … rido. Hai pensato bene, leggendo … voci di maschi o di femmine, non si capisce. Mi fa piacere sapere che la lettura ti abbia pure commosso, perché per me un racconto, un libro è più bello quando suscita commozione. Grazie e buona scrittura!
Quanti personaggi che animano le strade di questo racconto! Piccoli, grandi, maschi, femmine, uomini, animali. E poi, una volta dismessi i panni che il ruolo impone – che impone a tutti noi – ci si ritrova ancora attori, a impersonare la nostra parte in commedia in questo barcollante mondo, alla ricerca del nostro piccolo brandello di felicità, della nostra vera identità. E vale la pena non essere soli, allora, quando verrà il momento in cui riusciremo ad attraversare la storia finalmente liberi. Complimenti Lucia. Davvero molto originale.
Si svolge attraverso punti di vista inusuali: all” inizio non si ha una vera base di appoggio, l unica cosa concreta è una bambola, poi arriva il finale che rimette a posto tutti i pezzi del puzzle con semplicità. Bello
Ringrazio Simona e Girolamo per la lettura e il commento. I commenti fanno sempre piacere e danno lo spunto per riflettere su quanto si è scritto e su quello che si voleva realmente scrivere.
Simona, hai colto uno degli aspetti del mio racconto: la bambola o meglio la Barbie (adorata da me, da mia figlia, e da tanti altri), che quest’anno compie sessant’anni. Pure le Barbie invecchiano! Proprio da Barbie, dalla sua bellezza, dal suo travestimento, si snodano altri aspetti del racconto. Mi fa piacere precisare che il punto di vista, sin dall’inizio, è quello di Bice, prima come nonna di Sofia, e poi come madre di Laura. Grazie ancora.
Girolamo, il tuo commento mi dà molta soddisfazione, poiché completa le ultime frasi del racconto, che così scarne come sono potrebbero sembrare banali, ma non lo sono. Grazie
Un microambiente familiare mantiene la fiamma accesa mentre fuori si succedono le stagioni e passano estati e inverni del cuore. A volte proprio chi ha resistito alle intemperie può proteggere e donare luce e vita a chi necessita di protezione, con la necessità di poter sognare quello che ad altri è sfuggito. Un racconto denso di temi e di sentimenti.
Grazie Andrea per il tuo commento poetico. Hai messo in evidenza un altro aspetto del racconto: la nonna con i suoi desideri non realizzati, la quale nonostante le perdite di vario tipo, riesce comunque a donare il proprio amore incondizionato, riesce a sperare di avere una nipotina ballerina, e chissà una figlia attrice, o comunque felice per la sua strada di libertà. Grazie ancora.
Che piacere ritrovarla! Ho letto con grande gusto e divertimento il suo bel soggetto, che mi sembra un prisma attraverso cui vedere le mille facce della vita e delle generazioni raccontate con uno stile che direi espressionista, fatto di brevi cenni, illuminazioni, dialettismi e repentini cambi di campo. Dà l’impressione ( è solo un’impressione perché di sicuro non è così), dà l’impressione di essere stato scritto di getto ed è un bellissimo modo di scrivere, secondo me, che tiene ben desta l’attenzione. Ho anche scoperto una parola che non avevo mai letto: accorsato. Grazie mille gentile Lucia e in bocca al lupo! 🙂
Gentilissimo Ugo, ho letto la tua risposta al mio commento, per cui mi permetto di continuare a darti del “tu”. Grazie per il prezioso commento. In effetti il racconto è stato scritto di getto, da quando ho saputo che avrei potuto partecipare al concorso, però come ho già detto rispondendo a Marco, ho dovuto tagliarlo molto, e non senza sofferenza. Sono contenta che nonostante tutto siano rimasti chiari dei messaggi che ognuno di voi ha di volta in volta sottolineato. Quando scrivo mi diverto ad inserire sempre qualche parola nuova, e mi fa piacere che tu abbia apprezzato. Grazie ancora. Crepi il lupo!
delicato e forte, molto bello. Brava Lucia!
Grazie Piero. Hai usato gli aggettivi giusti. Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
Leggere il tuo corto mi ha mosso molte emozioni, mi ha incuriosito e mi ha invitato a un rileggerti, senonché alla seconda lettura mi è sembrato di addentrarmi in un’altra storia. Mi sono chiesto se la sofferta revisione, di cui hai riferito nei commenti, abbia contribuito alla densità del testo e a un ermetismo che intriga.
Complimenti.
Roberto, grazie per avere letto e riletto, e commentato. Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto e che ti abbia incuriosito. In effetti, nella versione lunga si intravedono più storie. Tuttavia, quella principale è la vicenda di Laura, ed è comunque ermetica, come tu dici. In genere, nei racconti come nei romanzi mi piacciono i finali un po’ aperti, che lasciano al lettore la possibilità di interpretare e concludere a modo proprio. Grazie ancora.
Dal titolo, ripeto solo dal titolo mi ero immaginato un racconto sulla vanità femminile, qualità che spesso viene raffigurata con ironia, invece leggendo e rileggendo ho trovato il tuo racconto di una straordinaria profondità e apertura, se mi posso permettere un immagine lo vedo come una casa con tante porte aperte ed ognuna su un sentiero da esplorare, grazie
Sì, mi è chiaro che questo pezzo appartiene a una “collezione” più ampia. Eppure tra accorci, rammendi e tagli, il vestito è uscito molto bene.
Tanta delicatezza in questo racconto tutto al femminile.
Mi è piaciuto.
Brava Lucia
Ringrazio Luca e Maria Antonietta per avere letto il racconto.
Luca, ho apprezzato la tua analogia col mondo della moda e della sartoria … sempre arte è! Grazie ancora.
Maria Antonietta, grazie per la “delicatezza”. Effettivamente ho scritto un racconto al femminile … molti dicono che il mondo è delle donne – anche se non tutte hanno gusti ben definiti … grazie ancora.
Bel racconto, dal carattere familiare! Dialoghi molto vivi e visivi!
Grazie Fabio per lettura e commento … la famiglia prima di tutto!
Un soggetto davvero particolare! Mi è piaciuto davvero molto il confronto tra più generazioni e la solidità familiare. Brava Lucia, in bocca al lupo!
Cara Lucia, avrei tanto voluto una Barbie ma quando è arrivata nei negozi della mia città mia madre ha decido che ero ina bambina troppo grande per averne una! Per cui il tuo racconto mi ha incuriosito e l’ ho trovato davvero bello, delicato e complesso ad unte tempo
Narrazione essenziale e delicata. I dialoghi sono perfetti, tratteggiano con immagini nitide e dai contorni precisi tutto quello che vi è intorno: luoghi, volti e gesti. Di volta in volta si prova tenerezza per queste voci femminili, un confronto tra generazioni, uno scambio di attenzioni e amore. Le brevi parti narrative aiutano a rendere il tutto più vivo e concreto, senza invadere mai troppo la scena, lasciando che i personaggi si svelino attraverso le loro stesse parole. Un bel soggetto, complimenti!
Un saluto e un ringraziamento a Stefania, Elisa e Carola.
Stefania, mi fa piacere che ti sia piaciuto il racconto, e naturalmente, crepi il lupo!
Elisa ciao! Quest’anno niente racconto per corti? Dai, sei ancora in tempo! Comunque, hai colpito nel segno: ho avuto l’idea iniziale grazie al compleanno di Barbie, la mia preferita. Per le Barbie non si è mai troppo grandi … grazie ancora. A presto,
Carola, il tuo commento accurato mi riempie di gioia. Davvero! Si vede che hai letto con attenzione. Grazie ancora.
Soggetto veramente originale è sviluppato con sensibilità e gusto. Complimenti, Lucia
Atmosfera e dialoghi che forniscono uno sguardo sul mondo allo stesso tempo crudo e onirico, un punto di vista soggettivo che colora il quotidiano con tutte le sue peculiarità e imperfezioni. Ci vedo un rimando ai film di Almodovar e, come questi, fornisce una lettura inedita alle piccole e grandi difficoltà della vita.
Un grazie sia pure tardivo a Sandro Maffei. Nel tuo commento parli anzitutto di vanità femminile, e in effetti un accenno c’è … quando si tratta di donne, la vanità non può mancare. Tuttavia, come hai detto anche tu, c’è qualcosa di più profondo. Oltre alle gambe c’è di più, direbbe una cantante, e in verità come dice nonna Bice, “non conta il fisico ma il cuore”. infine, concordo con te sulla pluralità di sentieri. E allora che ognuno imbocchi il sentiero che vuole! Grazie ancora.
Ringrazio Danilo ed Elisabetta per avere letto e commentato il mio racconto.
Danilo, mi fa piacere che tu abbia trovato il mio soggetto originale, ma soprattutto che abbia usato per me i termini sensibilità e gusto. Secondo il mio modesto parere, infatti, anche una persona dall’aspetto normale, se dotata di gusto e di sensibilità, può essere una bella persona. Grazie!
Cara Elisabetta, hai indovinato i miei gusti cinematografici! Il regista Pedro Almodovar è uno dei miei preferiti, proprio per quello che hai detto molto bene tu nel commento al mio racconto. Ho appunto in programma di vedere l’ultimo film Dolor Y Gloria … pare sia il suo film più personale e intimo … insomma da vedere, anche perché ha fatto uscire Banderas dal pollaio (e pure egregiamente!). Comunque, grazie di nuovo.
Un affresco corale dal quale si staccano ora l’uno ora l’altro dei personaggi che lo colorano. Mi immagino una messa in scena variopinta e degli attori appena un po’ sopra le righe. Una recita recitata. Un’altra cosa: sicuramente ti sei divertita a scriverlo! Brava!!!
Grazie Simona per le belle parole. Hai proprio ragione. Mi sono divertita a scriverlo … un po’ meno a tagliarlo dopo avere letto bene il regolamento per i racconti per corti. Sicuramente scrivere ci fa stare bene. Questa è la cosa più importante. Poi il resto si vedrà. Grazie ancora.