Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Il sogno di una farfalla” di Crescenzo Zito

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019
  • Sono una farfalla, sono farfalla…

Sto volando troppo in fretta sotto questo alto cavalcavia che oscura parzialmente il cielo.

Le mie leggerissime ali si sono piegate al vento che oggi è davvero spietato ed io non ho la forza dell’aquila per contrastarlo. Non posseggo le sue ali possenti che sconfiggono l’attrito e nemmeno le zampe forti o il becco ricurvo, e il verso che uscirà dalla mia bocca, per quanto potente, non sarà ascoltato da nessuno perche io sto volando da sola, non come gli uccelli che si spostano in stormi.

Il mio corpo esile si libra nel vuoto, ma non potrò mai raggiungere le cime delle montagne sulle quali riposarmi o penetrare le soffici nuvole perché io sono fatta per voli brevi e bassi.

  • Sono una farfalla, sono farfalla… 

Tra poco raggiungerò un prato e mi poserò su un fiore profumato, poi salterò su un altro e un altro ancora, alla fine mi riposerò su una rosa, il fiore preferito di mamma. Eppure mi dispiace allontanarmi sempre di più dall’azzurro del cielo e dal grigio sporco della soprelevata. Guardo in alto e intravedo auto fermarsi bruscamente mentre tutto precipita intorno a me e un vago senso di paura mi blocca il respiro quando lo vedo rimpicciolirsi lassù, immobile e gelido, perso nel suo orribile gesto. 

  • Sono una farfalla, sono farfalla…

Sto danzando col vortice dell’aria perché io so danzare, lo faccio da sempre.

Apro nuovamente gli occhi, mi sto allontanando sempre di più e non riesco a controllare la velocità e a stento riconosco il ponte da cui è iniziato questo lancio e mi chiedo a che cosa possa servire un viadotto, non certo per scagliare una farfalla. Il tremore passa quando chiudo gli occhi perché l’aria, che agita i capelli, mi tranquillizza con fresche carezze e mi ricorda la risata di mamma quando, dopo avermi lanciata in cielo, mi prendeva al volo con le sue mani morbide.

  • Sono una farfalla, sono una farfalla.

A Ludovica, scaraventata giù da un cavalcavia dell’A14, il 20 maggio 2018.

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9 commenti »

  1. Che dire… mi è piaciuto il tuo racconto, freddo e gelido nella suo cambio improvviso di prospettiva che lascia quasi senza fiato. Il colpo di coda del finale è potente e colpisce il lettore con ferocia e poi quelle interruzioni, ripetute come un mantra come per alleggerire il dramma in corso.
    Bel racconto, complimenti.

  2. Non conosco questa vicenda e per questo ti chiedo scusa se faccio qualche considerazione poco appropriata. Dici che la ragazza è stata scaraventata giù da un cavalcavia. Dunque è un omicidio? Oppure è una sua decisione? Perché le emozioni che descrivi fanno pensare ad un gesto volontario. Rimane una storia intensa.

  3. La buttó il padre dopo aver ucciso la moglie lanciandola dal 3 piano e dopo l’arrivo della polizia si suicidò dallo stesso ponte. Comunque si suggerisce l’omicidio quando scrivo:”… quando lo vedo rimpicciolirsi lassù, immobile e gelido, perso nel suo orribile gesto.” Grazie per il commento.

  4. Colpisce e fa riflettere a lungo, l’ho riletto già tre volte. Chiaramente mi piace, ma più che bello direi serio. Mi ricorda, come modo di affrontare la morte di una giovane, Morte di un fiore, delle Orme, 1970, quando andavo al Liceo. Chi ha voglia se la vada a cercare su internet, veramente le poesie ed i sentimenti vanno e tornano. Bravo!

  5. Ciao Crescenzo, ricordo bene il fatto di cronaca a cui ti sei ispirato.Una storia davvero terribile, purtroppo. Sei stato bravo ad affrontarla in questo modo poetico. La farfalla, tradizionalmente simbolo dell’anima è un modo dolce e suggestivo per ricordare la struggente figura di Ludovica. La brevità e la struttura del tuo testo sono altrettanto efficaci. Grazie per la lettura!

  6. Grazie per le belle parole.

  7. Ferisce ricordare quel terribile episodio, ma è molto dolce, quasi la cantilena di una bimba, questo tuo modo di omaggiare quella creatura innocente. Mi hai lasciato senza parole e con carezze nelle mani, che ogni bambino meriterebbe di avere, sempre.

  8. Grazie mille per queste parole.

  9. Mi hai catturato sin dall’inizio, ti ho seguito e mi è piaciuta la poesia che ho trovato in quel volo nelle braccia di mamma, immagine contrapposta all’orrore di quella farfalla gettata dal viadotto. Bello.

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