Premio Racconti per Corti 2010 “La musica del cuore” di Camillo Sanguedolce
Categoria: Premio Racconti per Corti 2010Un uomo fra i 40 e i 50 anni, ben vestito, giacca e cravatta, aria da professionista, sta uscendo di corsa da una banca: ha una borsa per pc a tracolla ed esce in strada come una furia, discutendo violentemente al telefonino: non sentiamo le sue parole che sono coperte dai rumori della strada.
Subito sul marciapiedi affollatissimo si scontra con una ragazza che sta chiacchierando anche lei al telefono mentre spinge un passeggino su cui un bambino urla disperatamente… e immediatamente l’uomo, interrompendo nervosamente la sua telefonata, prende coscienza dei suoni violenti che lo bombardano: all’incrocio un operaio con martello pneumatico; all’altro angolo del marciapiedi un artista di strada sta facendo ballare una marionetta al suono di una czarda che esce da un potente stereo; poi un gruppetto di turisti spagnoli lo avvolgono urlando allegramente, e quando finalmente passano ecco che si ferma davanti a lui una macchina coi finestrini aperti dal cui interno erompe una musica che martella con dei bassi potenti. Poi la vettura riparte sgommando, dietro di essa una potente moto rombante e poi tutto il flusso del traffico assordante nel quale si immerge per attraversare la strada, scansando le macchine.
Mentre è sulla linea di mezzeria squilla di nuovo il suo cellulare: un trillo ossessivo. Si ferma a rispondere incazzatissimo mentre davanti e dietro di lui continua a scorrere il traffico: rombi di camion con freni che stantuffano, clacson impazienti, uno che sporgendosi dal finestrino gli urla di qualcosa, forse di togliersi dalla strada.
Richiude con uno scatto il cellulare, è furioso. Fa per guadagnare l’altro marciapiedi ma deve lottare con le lamiere e coi clacson e quando alla fine riesce a passare gli si ferma accanto un’ambulanza con sirena che non riesce a districarsi nel traffico: arriva anche il fischietto del vigile…
Dall’azione concitata di prima adesso vediamo in slow-motion che l’uomo si porta la mani sul viso, con un gesto di stanca disperazione, come a voler cancellare stanchezza, nervosismo, preoccupazioni… e quando riapre gli occhi finalmente vede un giardinetto che gli si schiude davanti: sembra un’oasi di pace silenziosa nella quale i rumori sembrano non passare… Fa qualche passo, il fracasso cittadino resta dietro di lui: l’azione torna a scorrere normalmente ma il ritmo adesso è rilassato.
Squilla ancora il suo cellulare e stavolta, senza neanche guardare la chiamata, lo spegne. E fa pochi passi ancora a entrare nel giardinetto: si gira a guardare il traffico da cui è uscito e adesso quei rumori sembrano provenire come da dietro una parete trasparente… Si allenta la cravatta, respira. C’è una panchina, vi si siede. E si guarda intorno, come mettendosi all’ascolto di quell’altro mondo: ode il vento che passa improvviso fra le fronde degli alberi, lo scroscio dell’acqua a una fontanella, il cinguettio dei passeri che saltellano per terra davanti a lui… Ha un sospiro di sollievo, anche se il suo cuore rimane sempre disperato e negli occhi ha voglia di piangere.
E vede, su una panchina in fondo, all’altr’angolo del giardinetto, un ragazzo che con aria serena sta suonando una chitarra. Poi passa una ragazza che si ferma a guardarlo incuriosita, presa dalla musica della sua chitarra. Lui non può sentire, sono lontani, e il traffico, benché ovattato, ancora preme alle sue spalle. Vede la ragazza sedersi accanto a lui ad ascoltare, chiudendo gli occhi e dondolando la testa a quella melodia. E allora si alza, vuole sentire anche lui.
Ma quando li raggiunge resta di sasso: il ragazzo sta suonando una chitarra senza corde, e ha un’espressione da folle felice; la ragazza, invece, emette dei suoni gutturali ad accompagnare la musica che solo lei sente: è sorda. E allora anche l’uomo finalmente capisce: chiude gli occhi con un’espressione serena e anche lui ora sente quella che anche tutti noi sentiamo, bellissima e prepotente: la musica del cuore. Alza una mano, e con gesto lieve si immagina dirigere quella musica, mentre finalmente sorride. E in questa sorta d’estasi perde addirittura l’equilibrio e cade all’indietro come un corpo morto.
Ora è di nuovo sulla strada piena di rumori, steso in terra: circondati da una piccola folla (qualcuno scatta pure col fotofonino) i paramedici dell’ambulanza sono su lui, gli hanno aperto la camicia sul petto, gli stanno praticando un massaggio cardiaco. A terra, accanto alla sua testa, il suo cellulare continua a squillare. Ma lui riprende a respirare, i paramedici si fanno un cenno di sollevata intesa: l’hanno recuperato. E restano perplessi nel vedere che lui, a occhi ancora chiusi e col respiratore sul viso, alza una mano per aria, come se stesse dirigendo un’esecuzione musicale.
E riparte la musica del cuore.
Quasi si respira il clima di una fiaba, seppur ci si sente perfettamente angosciati dal contesto frastornante proposto. Originale la trama.
A leggerne diversi di soggetti in concorso, devo dire, poi, che c’è un’alta percentuale di decessi ed incidenti provocati dagli autori a spese dei malcapitati protagonisti delle pagine 🙂
Ad ogni modo, bella gara, come ho già scritto altrove.
“La scatola di cartone” la puoi aprire qui di seguito se hai qualche minuto prezioso a disposizione:
http://www.raccontinellarete.it/?p=4010