Premio Racconti nella Rete 2019 “Abigail” di Sabrina Brioli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019Ero comodamente sdraita sul mio letto, e stavo leggendo un libro “fantasy”, rappresentava la stesura esatta della mia vita. Ogni pagina era un periodo da me vissuto, un’emozione. Emergevano dal testo, tutte le sensazioni sommerse dei miei ultimi vent’anni. Una discesa nel mio intimo e nella mia solitudine compagna, condizione in cui mi trovavo da molto tempo. Come uno specchio convesso, la trama sembrava riflettere persino i miei lineamenti, contratti dallo sdegno e dalla tensione emotiva, l’espressione esteriore di un’ armonia interiore che avevo perso.
Ero diventata una figura senza identita’ e considerazione, uno strumento abbandonato, ma in fondo non cosi’ complesso da suonare. Una persona con un emotivita’ non piu’ spontanea, che aveva bisogno di essere lasciata libera. Avevo snaturato il mio carattere, e adattato al paese inospitale in cui vivevo, e i miei tratti piu’ comuni erano di disgusto, rabbia e delusione.
Si erano fossilizzate in me espressioni prive di armonia, che avevano cambiato i tratti del mio volto, quasi ci fosse una relazione tra armonia e bellezza, non mi riconoscevo piu’ guardandomi allo specchio.
La protagonista della storia fantasy che stavo leggendo era Abigail, una donna braccata dall’odio, costretta a vivere in uno stato di moto e movimento perenne, alla costante ricerca di una traiettoria, di una direzione dove poter vivere in modo armonico. Abigail viveva su di una pianeta dove la popolazione aveva la stessa eta’, e non riusciva a comprendere ne ad attribuire, perche’ la odiassero cosi’ profondamente. Ne il motivo per cui le mancassero di rispetto e se ne facessero beffa.
Abigail, era alla ricerca perenne di un pianeta dove abitare, dove convivesse una felice sintesi che conciliasse conoscenza, consapevolezza razionale, e trionfasse la dimensione magica dell’armonia e dell’amore.
Dove regnasse una giusta coscienza critica, e la razionalita’ venisse espressa dal senso piu’ alto, quello delle leggi della natura.
Dove la singola coscienza morale fosse regolata da una verita’ elastica, capace di comprendere che la razionalita’ e la scienza portano al Divino. Dove potesse risvegliare il motivo per cui era nata, l’armonia, del quale ne avevano fatto scempio gli artigli degli abitanti, dove finora aveva vissuto.
Abigail era una donna colta e desiderava solo essere accettata. A suo giudizio su quei dirupi rosso sangue dove abitava, l’ atmosfera di quei paesaggi infernali, i volti terrificanti sazi di mistero e grondanti d’odio, non potevano risvegliare in lei nessuna bramosia d’interesse.
Nell’audace gioco delle sue esplorazioni approdo’ un giorno su di un pianeta dai colori caldi e freddi, dal tocco cromatico in cui la luce assumeva una vibrazione cosmica, e timbrica dal linguaggio poetico.
Dove cavalli scalpitavano su di un tappeto di pietre rosse vitali, in attesa di un eroe che li potesse cavalcare. Abigail ne fu conquistata e decise di rimanere su quel pianeta che emanava un alone di magico potere.
Fu colta alle spalle da un surreale ed enigmatico personaggio, Isocrone.
Aveva l’aspetto di un aquila imponente e negli occhi un’ introversione psicologica, dramma profondo di cio’ che aveva vissuto. Era una creatura simile ad un aquila e per meta’ cavallo, decise di conoscerlo.
Isocrone portava al collo una specie di collare e le spiego’ che rappresentava il simbolo del suo ultimo combattimento, vissuto su di un pianeta organizzato, in un governo ben definito dal potere sovrano.
Dove regnava una stirpe dal codice morale di cio’ che era giusto e cio’ che era sbagliato. Abigail ed Isocrone era accomunati dallo stesso dramma interno, essere stati privati fra le cose dalla stessa capacita’ di pensiero.
Sul pianeta di Isocrone il pensiero comune veniva utilizzato come un arma per far tacere, annullando ogni tipo di liberta’. La rigidita’ dei pensieri e delle azioni, era controllata da un modello sociale, e tribale stabilito da lontani predecessori.
Questa distorta lista di scempi emotivi porto’ al decadimento della loro natura, ormai del tutto priva di energia. Si arrogavano il diritto di tenere incatenate le anime, autocondannando i pensieri piu’ segreti, non era permesso di scrivere, ne di parlare ne di pensare. Avevano persuaso il senso comune che niente poteva essere concesso in piena liberta’. Tutti questi principi avevano condannato all’infelicita’ eterna. Credevano di poter condannare e giudicare cio’ che non capivano . Per controbilanciare questa necessita’, il loro inconscio creo’ individui dalle forme occulte e dalle linee spezzate. Proiezione delle loro vibrazioni, perse dai volti ormai divenuti, terrificanti ed enigmatici. Isocrone era una creatura che si era liberato da questa gabbia d’inquisizione. Aveva liberato la sua anima da questa galera. Anche Abigail viveva il medesimo fardello di incomprensioni, ed allo scopo di non diventare preda di comportamenti disgustosi, scoraggiava gli abitanti del suo precedente pianeta confondendosi con l’ambiente circostante. Allo scopo di diventare invisibile, imitava le caratteristiche di qualsiasi organismo preso a modello, come per esempio l’imitazione di un orchidea, di una farfalla, di una gemma. Finalmente Abigail, su quel pianeta dai colori caldi e freddi, si sentiva accolta, sentiva di farne parte. Irradiata dall’essenza stessa dei colori l’aria vibrava, e Abigail assumeva forme e colori e comportamenti condivisi dalle colorazioni di ogni tipo e specie. Ogni forma di colorazione mobile le conferiva un suono. La musica qui era come una sorta di ossessione, ed i colori qui, erano avvertiti, come un coro da fissare su di una tela, quasi fosse un invenzione poetica della fantasia. In concomitanza a queste percezioni visive, olfattive e uditive, si creava ogni sorta di stimolo, che attivava piu’ aree incrociate delle corteccia sensoriale. Il che rendeva possibile, connessioni con altri mondi espressivi ideali, dove poter approdare o abitare. Ammaestrati da questo ordine di bellezza, gli abitanti di questo pianeta, avevano una corretta comprensione, della morale e della liberta’ sociale, anticipando concettualmente ogni scala della natura umana. Ogni suono dava un immagine dinamica, ed attraverso di esso, era possibile visualizzare le immagine fisiche prodotte da ogni parola ed ogni suono. Isocrone ed abigail, colpiti dalle caratteristiche di questo pianeta, adottarono questo sistema per riportare un ideale di bellezza e armonia sui precedenti pianeti. Canoni di bellezza al fine di alterare le coscienze dei loro abitanti. Isocrone creo’ le condizioni giuste per riaccendere l’armonia attraverso la musica. Fece germinare nel cuore dei suoi abitanti, la percezione di essere accolti attraverso la musica, ed i valori sopiti riemersero. I cuori raffreddati dalla correzione dove nulla era permesso e concesso, ripresero a germinare nel cuore e nella mente degli abitanti. I volti terrificanti cambiarono le sembianze, i tratti divennero distesi e armoniosi e pian piano trasmisero armonia. La musica si innestava nelle loro percezioni ed emozioni e radicava. La musica divenne un tutt’uno con il canto e la poesia. Nella successione delle note, ognuno formulava la propria filosofia, quella elastica. E mostrava un pensiero indipendente e libero, atto a porre su livelli via via crescenti tutte le altre arti, e finalizzata a governare volonta’ e ragione, con una concezione cosmologica, essenza del mondo, fondata su ideali di liberta’. In fondo non puo’ esistere nulla senza liberta’.