Premio Racconti nella Rete 2019 “Farfalla, cactus, caramella” di Marcello Pesarini
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019C’era una volta una farfalla, e c’è ancora. All’inizio volava, librava le sue ali verso la luna. Era innamorata di un passero, grigio e marrone; lo inseguiva col suo volo lieve, senza farsi accorgere, lo avvicinava, e gli diceva:”Eccomi qua, sono il tuo amore, ti porterò sulla luna”. Ma il passero, scocciato, le rispondeva: “Io peso più di te, e poi cosa ci faccio con la luna? Vacci tu, se hai tempo da perdere”. Farfalla, delusa ma forte nella sua convinzione di amatrice senza posa, si mise in volo, raggiunse la luna in poche settimane, e vi si appoggiò. Anche Luna, con la sua faccia bucherellata, non fu entusiasta della visita, ma pensò che Farfalla, blu e nera, le avrebbe dato vivacità.
Quando poi ci fu il meeting dei pianeti, Luna cambiò atteggiamento e si cominciò a vergognare di quell’animale insignificante, e le chiese: “Ma tu non hai appuntamenti urgenti nel tuo pianeta? Non senti il bisogno di sfarfallare un po’?”. Farfalla in effetti aspettava che qualcuno glielo chiedesse; lei per orgoglio non si sarebbe ritirata, ma voleva provare il suo fascino su qualche essere della terra. Luna era un po’ grande, butterata, ma era così originale che non si sarebbe decisa se non l’avessero cacciata.
Tornata sulla Terra, Farfalla aveva perso il suo smalto. Le ali, affaticate dalla mancanza d’aria e di luce, si stavano riducendo a due pezzi di stagnola spiegazzata, quella delle caramelle, che nessuno ha il coraggio di buttar via, ma tutti la adoperano per fare le barchette, o un portafogli, una carta d’identità. Farfalla se ne rese conto in tempo, e con le poche forze rimaste camminò fino a dietro un sasso. Era in verità un sasso strano, con tante punte acute; era anche verde, di un bel verde smeraldo, che quasi luccicava. Farfalla così si tirò su, perché aveva trovato delle cose da fare anche se era stanca, ed anzi pensò di incastrarsi fra le punte del sasso per essere del tutto al sicuro. Poi si chiese: ”Mi vorrà? O sarò fastidiosa anche per lui?”. Poi cadde nel sonno più profondo. Al risveglio si accorse che il sasso stava a braccia aperte e teneva un foglio di carta con le sue numerose punte. “Cosa fai?” chiese, di nuovo saputella, allo stesso modo in cui si era addormentata. “Tengo aperto un foglio di carta che si è impigliato fra le mie braccia. Mi leggi cosa dice di interessante? “Farfalla in cuor suo ringraziò la natura che le offriva altre possibilità di rendersi utile senza cacciarsi nei guai. E si apprestò a leggere per il suo nuovo amico. Chiedeva a se stessa cosa le avrebbe giovato leggere per un sasso, ma era pur sempre un compito. Mentre la testa le ronzava dal troppo pensare, lui intervenne dicendo: “Ah, io non sono un sasso verde, ma un cactus”. I cactus non hanno tutti quella forma simile ai vigili urbani quando dirigono il traffico, ma possono essere come sassi acciaccati, o spunzoni di roccia. Il nostro era piatto con le due estremità rivolte al cielo, ma piene di spine per catturare gli oggetti volanti.
C’è tanta fantasia e un buon ritmo in questa storia che mi ha un po’ spiazzata nel finale. Sarà mica colpa del cactus?
Grazie, Monica, soprattutto del ritmo. Mi piace il punto interrogativo. Cactus sta lì, anche se sembra un sasso. Farfalla finalmente non deve fare i salti mortali per farsi notare, e forse starà meglio. Ciao
Ho letto i 4 pezzi in concorso. Questo è quello che mi è piaciuto di più. mi sembra una favola con qualche traccia di Saint-Exupéry che potrebbe piacere anche ai bambini e non per niente mi fa venire in mente un film in animazione, realizzato con un segno semplice – tratto e macchie di colore strategiche – che non prevarichi la storia. So che non è iscritto alla sezione Corti, ma lo trovo più visivo e più originale degli altri soggetti: ho letto tantissimi racconti nelle varie edizioni del premio ma credo che sia la prima volta che incontro una storia che si presterebbe all’animazione in modo naturale, senza forzature tecniche o di contenuto.
Molto fantasioso. Lascia molta curiosità al lettore di immaginarsi il messaggio del foglio di carta e il rapporto con questo nuovo personaggio…
Ho letto e riletto questo racconto, di cui mi ha colpito anzitutto il titolo, molto carino e frizzante. Un racconto breve, ma in realtà ogni rigo sarebbe da commentare. C’è qualcosa di Esopo, di Sepulveda, non so. Belle le similitudini, la Luna “bucherellata”, il cactus vigile urbano. Ci vuoi dire una o più cose. Io ho capito che a volte per inseguire vane chimere si perdono tempo, energia e fantasia. Però l’importante è rialzarsi “con le poche forze rimaste”, e affrontare anche cose più strane come il tuo sasso-cactus. L’importante è che la farfalla c’era, e c’è ancora! Mi è rimasta solo la curiosità di sapere cosa ci fosse scritto sul foglio di carta. Bravo! Complimenti
Grazie a Lucia ,Yuma, Ugo, ancora Monica. In effetti anche commentare è scrivere. per tutti/e un’ispirazione, ceh io nomino spesso nei miei pezzi, e non so mai se è prima di scrivere, o me ne accorgo dopo. La canzone “Man in a shed”, uomo nella capanna, di Nick Drake, parla di un uomo che vuole raggiungere una ragazza, non si sa se per starci assieme o per curiosità. Poi continua a modo suo. Nel mio racconto Farfalla vuole stare insieme, pavoneggiarsi, amare e riamare. ma si stufa, perchè la vita è breve, e invece incontra un sasso, dove è costretta a ripararsi, che invece è vivo, è un cactus e regge il giornalefra le sue braccia. Lei lo può leggere per il nuovo amico, e la vita riprende.
Nella canzone alla fine si diceva che l’uomo nelal capanna era lui, l’autore, ma in realtà è una mia intepretazione ottimistica. Alle volte mi riescono interpretazioni perdenti, e allora non scrivo.
D’altro canto anche noi, come Farfalla, giriamo spesso l’universo per cercare le nostre lune, senza accorgerci che ci sono sassi confortevoli pronti a ripararci, a farci stare bene.
Avresti dovuto concorrere con questo tuo tenue racconto alla sezione dei racconti per bambini. E’ veramente molto bello. Complimenti!