Racconti nella Rete®

Le mani del cantante lo impugnavano e lui volava, sicuro, davanti al pubblico del Velodromo Vigorelli. Poi lui lo mise giù, in cima all’asta che aspettava ansiosa il suo ritorno. “Amor mio, è stato bello?”. Lui rispose con un pizzico di superiorità: “Beh, insomma. Adesso dicono che mi cambieranno l’armatura, per voli senza più filo e chissà che non diventi ancora più importante”. Lei digrignò i denti, pensando dentro di sé alla fine della loro storia. Intanto la canzone era finita ed iniziava il magico assolo di “Moby Dick”. Bonzo picchiava con le mani sui tamburi e il tam-tam si confondeva con i lacrimogeni lanciati dalla Polizia. Quando l’atmosfera si quietò e la canzone riprese, Robert lo afferrò, ma aveva bisogno di creare un’atmosfera da sogno e farsi largo nel fumo. Lo rimise al suo posto. Guardò lei e l’impugnò nel mezzo, sopra ai suoi immaginari fianchi. E iniziarono a danzare, lui riccioluto e magro coi suoi vent’anni, lei diritta come un’asta e finalmente al centro dell’attenzione, mentre il flauto li accompagnava. Era Stairway to heaven, Asta era la signora col tocco d’oro che voleva salire su in cielo e Microfono, stavolta, dovette aspettare il suo turno in silenzio.