Premio Racconti per Corti 2019 “Prenotazione obbligatoria” di Giorgio Leone
Categoria: Premio Racconti per Corti 2019Un turista chiede a un lucchese dov’è un parrucchiere.
Proprio in quel vicolo. Ma ce n’è un altro a dieci minuti di strada.»
«Meglio questo, allora.»
«Sicuro?»
«Certo!»
«Buona fortuna!»
In vetrina c’è un avviso: “Per evitare tempi d’attesa è obbligatoria la prenotazione telefonica al cell….”.
Dentro la bottega c’è solo il padrone che legge il giornale. Il turista entra.
«Desidera?»
«Barba e capelli.»
«Ha prenotato?»
«No.»
«Niente da fare, allora, la prenotazione è d’obbligo come dice il cartello.»
«Allora prenoto adesso.»
«Non si può prenotare al momento del servizio. Bisogna prenotare prima. Il “pre” di “prenotazione” sta per “prima”.»
«E quanto tempo prima bisogna prenotare?»
«Non c’è una regola, l’importante è prenotare.»
«Ma c’è molta gente prima di me?»
«Lei è il primo.»
«Allora prenoto.»
«Però il primo cliente della giornata deve prenotare il giorno precedente. Devo leggere il giornale.»
«E perché non mi prenota per quando avrà finito di leggere il giornale?»
«Perché ogni giorno lo fanno diverso e non posso sapere quanto tempo ci metterò. Quindi non so a che ora prenotarla.»
«Se invece avessi prenotato ieri cosa cambierebbe?»
«Che avrei già finito di leggere. Conoscendo l’ora della prenotazione, sarei venuto in negozio con un congruo anticipo.»
«Ma non può smettere di leggere, servirmi e poi ricominciare a leggere?»
«Assolutamente no! Dopo averla finita di servire, mi toccherebbe ricominciare la lettura e il problema si trasferirebbe sul secondo cliente. Se poi accettassi altre prenotazioni, potrei non riuscire a leggerlo entro la fine della giornata e il giorno successivo ne avrei due da leggere: proseguendo così il problema potrebbe raggiungere dimensioni inimmaginabili. Non se ne parla proprio.»
«Ma perché è così importante per lei leggere il giornale?»
«Perché è un dovere professionale! Devo essere aggiornato per poter parlare ai clienti con competenza come ci si aspetta da un parrucchiere. È una questione di rispetto verso di loro.»
«Allora aspetterò che lei abbia finito di leggere il giornale per prenotare.»
«Va bene!»
Si siede e inizia a leggere una delle consuete riviste da parrucchiere.
«Se per caso le interessa il giornale, lo prenda pure.»
«Grazie, molto gentile.»
Passa un po’ di tempo, poi il turista si scuote.
«Ma lei non sta leggendo il giornale!»
«Per forza, gliel’ho dato!»
«Ma ce n’è uno solo?»
«Perché, non le basta? È capace di leggere due giornali contemporaneamente?»
«Non è questo il punto! Il problema è che non sta leggendo il giornale lei, per cui stiamo perdendo tempo tutti e due.»
«Ma è lei che l’ha voluto. Da parte mia non potevo certo rifiutarmi, è una questione di rispetto verso il cliente!»
Il turista glielo consegna e torna alla rivista. Finalmente il parrucchiere arriva all’ultima pagina, ma proprio in quel momento squilla il suo cellulare.
«Ok, venga pure fra cinque minuti» e poi, rivolto al turista: «purtroppo ho preso una prenotazione, quindi se vuole essere il secondo le conviene prenotare subito.»
«Non è giusto! C’ero prima io di quello che ha telefonato!»
«Purtroppo non è così semplice.»
«Cioè?»
«La prenotazione deve essere telefonica, come c’è scritto fuori. Non certo per un mio pallino, ma per comodità dei clienti i quali, in caso contrario, dovrebbero venire qui di persona a prenotare per poi tornare una seconda volta all’ora della prenotazione. E’ una questione di rispetto verso di loro.»
«A che ora finirà di servire quello che viene fra cinque minuti?»
«Alle dieci e ventidue.»
«Quindi posso prenotare per le dieci e venticinque, così ha tempo di spazzare per terra?»
«Va bene.»
«Però devo telefonarle!»
«Per forza.»
«Ma scommetto che non posso telefonarle stando dentro al negozio.»
«Naturale! E’ assurdo telefonare a qualcuno quando lo si ha davanti, sarebbe demenziale!»
«Quindi devo uscire dal negozio per telefonarle.»
«Bravo!»
Esce e chiama il numero di cellulare. É libero, ma squilla a vuoto, così torna dentro al negozio.
«Perché non risponde?»
«Ah, era lei!»
«Certo che ero io! Sono uscito apposta per telefonarle, non ricorda?»
«Avevo paura che fosse un altro cliente che le sarebbe passato davanti. Per questo non ho risposto, per rispetto verso di lei.»
«Ma così non ho potuto prenotare! Non mi sembra il giusto modo di rispettarmi.»
«Ma come potevo essere sicuro che non fosse un altro? Purtroppo siamo partiti con il piede sbagliato, ma la colpa è solo sua che non ha prenotato ieri. Ci siamo infilati in un vicolo cieco.»
«Non è detto. Adesso esco e le telefono stando proprio davanti alla vetrina, così mi vede.»
Esce a inizia a comporre il numero, ma proprio allora il cellulare del parrucchiere squilla al di là della vetrina e lui risponde. Una rabbia cieca si impossessa del turista che se ne va imprecando.
«No, Amalia» dice allora il parrucchiere alla moglie, uscendo sulla soglia «Non c’è bisogno che riagganci come ti avevo chiesto. C’è stato qui uno strano tipo, ovviamente forestiero. Il rompiscatole mi ha fatto perdere un mucchio di tempo perché non aveva prenotato, ma proprio quando stava per farlo se ne è andato via tutto incazzato. Cose da pazzi! Comunque, già che siamo al telefono, ne approfitto per confermarti la mia, di prenotazione. Ci vediamo a casa per pranzo all’una in punto come sempre. Due persone, io e te, e il nostro cane di piccola taglia. Il cognome lo sai, buona giornata!»
Divertente e fluido, esprime in breve tempo molti aspetti delle relazioni umane: dal pensiero e la sua struttura, gli stereotipi, la difficoltà di comunicare a più livelli, il modo di stare nel mondo con prospettive diverse. Bello!
Una vicenda umoristica condotta con dialoghi paradossali. Ha trovato un cliente pacifico per fortuna, altrimenti volava qualche cazzotto… Molto divertente.
Molto divertente, mi ha fatto sorridere fin dall’inizio! Complimenti!
Ciao Giorgio, molto divertente il tuo corto! Tra l’altro non l’ho trovato più di tanto assurdo. Mi è capitata una cosa simile anni fa in un ufficio in cui bisognava parlare per telefono. Mi sono ritrovata a parlare dal cellulare con la persona dietro il vetro! Assurdità della burocrazia… Bello!
Complimenti, lo avrebbero interpretato magistralmente Carlo Campanini e Valter Chiari.
Racconto dell’assurdo… fa sorridere e con tutti i dialoghi sarebbe facilmente rappresentabile in un corto. Perché non lo hai presentato in quella sezione? il tema incomunicabilità è di grande attualità e tu lo hai affrontato con ironia.
Una gag che mi ha fatto pensare ad Ale e Franz oppure, indietro nel tempo, a Chiari e Campanini. Leggermente assurdo come sono le spesso le relazioni umane guidate dalle paranoie dei loro protagonisti. Divertente da leggere e da immaginare. Complimenti gentile Giorgio 🙂
Ma che sciocca che sono! E’ proprio ella giusta sezione dei corti! Scusa non lo avevo notato. Ti rinnovo i complimenti
Grazie a tutti dei commenti. Ale e Franz non so chi siano, ma Campanini barbiere e Chiari cliente sarebbero perfetti!
Qui non si può non tifare per il cliente! Questo barbiere capovolge tutti gli stereotipi letterari che lo prevedono accogliente, empatico, filosofico e sornione. Questo è cavilloso, scostante e insopportabilmente logico. Ho pensato sarà perché il cliente è forestiero e vuole liberarsene, ma poi si dimostra irrecuperabile anche nel breve colloquio con la moglie, e rileggendo il racconto all’inizio c’era già un doppio avvertimento nel “sicuro?” e nel “buona fortuna” del passante. Bravo Giorgio, al personaggio non ci si affeziona ma ai tuoi dialoghi si’.
Grazie del commento, Marco.
D’accordo con i commenti precedenti. E’ uno sketch esilarante che riflette perfettamente le dinamiche di base della comicità con i due personaggi l’Augusto (il barbiere) e il Bianco (il cliente). Se interpretato da buoni attori potrebbe star bene sia in teatro che su schermo. Mi ha fatto ricordare la comicità delle trasmissioni radiofoniche della domenica mattina di molti anni fa. Bravo!
Grazie del commento, Danilo.