Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2019 “Attilio” di Linda Barbarino

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2019

Attilio ha perso la faccia.

Gli è caduta a terra il giorno in cui suo padre a pranzo davanti a tutti i parenti ha detto che lui la notte prima s’era pisciato a letto.

E non è che la faccia gli è caduta e basta, lui l’ha persa proprio perché quei resti insignificanti sparsi sotto il tavolo se li è presto pappati il gatto e Trementina, la domestica, con la scopa ha fatto il resto.

In un attimo gli hanno fregato tutto: occhi respiro voce, solo le orecchie gli rimanevano attaccate a sentire Gisella, la cuginetta di cui era innamorato, ripetere forte a cantilena lenta: “Ha pisciato il letto! Ha pisciato il letto!”

Pietro, quello con cui giocava sempre, fu svelto però a salvargli l’occhio, almeno uno. Dopo un po’ mentre tutti facendo finta di niente e ridendosela sotto i baffi continuavano a mangiare, prese per un braccio il povero Attilio  e se lo portò in bagno: “Tiè, rimettiti st’occhio! Lascialo perdere a tuo padre!”

Attilio l’abbracciò e pianse con un solo occhio che poi, sarà stato per la botta presa, cominciò a scivolargli tra le lacrime e Pietro ancora lì svelto a non farlo cadere nel lavabo, a ripescarlo in un batter d’occhio, bravissimo, che quasi Attilio non credeva al suo occhio.

Allora Attilio se lo tenne in mano l’occhio e dopo un po’ si calmò, provò a respirare di sollievo, a tirare indietro il moccio ma gli mancava il naso, le narici che sua madre aveva ripescato dalla spazzatura non gli servivano a niente. Si rimise l’occhio per piangere e per la disperazione si sbattè la testa contro il muro e poi anche la nuca e il davanti della nuca cioè niente. Alla fine era sfinito ma si sentì meglio perché un chiodo gli penetrò dentro facendogli uscire un sacco di sangue, lo fece sfiatare e a gli lasciò anche un buco per mangiare.

Attilio non andò più a scuola, quei giorni e i giorni avanti. Si vergognava; c’aveva un cerchio al posto della faccia con tanto spazio bianco e un buco al centro, quello del chiodo e poi l’occhio, quando riusciva a farlo stare fermo. La cosa non era facile: l’occhio era capace, bavoso come una lumaca, di fare avanti e indietro più volte da un orecchio all’altro, di mettersi a  saltare, zampettare in tondo e girare girare come una biglia impazzita fino a ficcarsi nel buco e non farlo respirare, il povero Attilio.

Non c’era verso di tenerlo d’occhio, l’occhio. Alla fine decise di infilarselo in tasca.

Lo prendeva solo quando gli serviva.

In casa non fecero fatica ad accettare la novità, a riconoscerlo anche se non c’aveva la faccia. Tutti, anzi, trovarono qualcosa di familiare in quel cerchio tondo che finiva giù in un triangolo.  Attilio grazie a Dio prima di perdere la faccia assomigliava tanto a nonno Serafino, lo stesso identico mento lungo che quello si nascondeva con un bel pizzetto.

Attilio non usciva mai di casa, non si faceva vedere da nessuno e anche se avesse voluto c’era sempre sua madre a fermarlo: “Con che faccia ti presenti, gli diceva, con che faccia glielo dici alla gente che ti sei pisciato addosso e che per questo hai perso la faccia?“

Lui non ribatteva, dal buco non gli usciva più niente anche se gli sarebbe piaciuto vomitare un sacco di parolacce, dirle che se non fosse stato per quel cazzo di gatto che si mangiava i resti, lui la faccia avrebbe potuto recuperarla, almeno in parte, e poi non era una bella cosa da dire che s’era pisciato addosso.

Ormai anche ad avercela la faccia, avrebbe avuto sempre la faccia di uno che s’è pisciato addosso.

 

 

 

 

 

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4 commenti »

  1. Surreale, comico, cattivo! Potrebbe essere la sceneggiatura per un cartone, mentre leggevo mi sono vista il film.
    Bravissima

  2. Entrambi i tuoi protagonisti (ho letto anche di Martino) mi sembrano incastrati tra un quadro di Dalì e un romanzo di Stephen King, con una spruzzata di commedia alla de Filippo!
    Il ciò significa che i tuoi racconti mi sono piaciuti molto: a tratti ho sorriso, a tratti ho dovuto però togliermi di dosso il senso di inquietudine 😉

  3. Grazie! Bello e sorprendente leggere i propri racconti con gli occhi degli altri!

  4. Stra stra brava! Uno stile personale e coinvolgente . Bellissima anche questa storia!

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