Premio Racconti per Corti 2019 “Il supplente” di Andrea Masotti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2019
Stanza di un appartamento di periferia. Una donna scarmigliata e una bambina attendono davanti alla porta di un bagno.
– Quando esci?
– Ho quasi finito.
– La pasta si raffredda.
– Caterina, poi iniziare tu.
– Noi abbiamo finito.
Ripresa all’interno del bagno. Un uomo si guarda allo specchio tirandosi una calza femminile scura sulla testa. Sotto la calza brilla un orecchino e lui cerca di coprirlo con la mano.
– Allora te ne vuoi uscire da lì!
– Arrivo…
– Maria deve lavarsi i denti.
– Non li lava mai!
– Il dentista ha insistito. Ha detto che le vengono dei buchini con tutte le caramelle che mangia.
– Sì papà. Altrimenti nascono i vermini. (risponde Maria)
– Due minuti e sono fuori.
Toglie l’orecchino, poi tira giù la calza, guarda ancora e infine la toglie e con una smorfia di disgusto la annusa. La mette in tasca e rimette a posto l’orecchino.
– Senti Claudio, faccio una passeggiata con Maria fino ai giardini. Non trovo le mie calze. Sono in bagno?
– Non le vedo. Tutta questa fretta…
– Lo sai che Maria domani consegna il tema di italiano. Deve ancora copiarlo.
– Perché, ci sono anche dei temi in spagnolo? ( lui sovrappensiero digrigna i denti facendo una smorfia cattiva allo specchio)
– Quanto sei sciocco…
Controlla una mappa disegnata su cui sono segnate strade, semafori, direzioni da prendere. Loro escono sbattendo la porta e lui dal bagno passa in corridoio. Sul tavolo della cucina si intravede un piatto di spaghetti.
– Il bagno è libero. È quello che volete? O volete solo vedermi? Sono sempre io. Stasera sono io, perché domani sarò un altro. (sottovoce)
Controlla un pacchetto di bollette arretrate. Riportano delle cifre segnate a penna. Apre il portafogli e ci sono solo due banconote da cinque euro. Scende in cantina, apre e prova una targa da sovrapporre a quella originale della vecchia moto. Prende il cellulare e compone un numero.
– Adriano?
– Ah… Sei pronto per domani?
– Mi serve un giubbotto da motociclista.
– Devi andare a una sfilata? ( si sente ridere)
– Ho solo la giacca a quadretti. Quella che uso quando vado alle scuole. Mi possono riconoscere.
– In dieci minuti spariamo tutti e due. Spariamo nel senso che non ci vedono perché coi taglierini non si spara.
– A me non ci pensa nessuno, ma nessuno proprio perché faccio il supplente e un professore è insospettabile. Un dottore conosce i veleni, un ingegnere sa progettare una bomba, ma un professore è sopra ogni sospetto.
– Sta tranquillo.
– Ah, se i ragazzi a scuola lo sapessero! Mi rispetterebbero di più. La smetterebbero di fare casino a lezione. Claudio Capelli, ahah il prof che ha la giacca a quadretti, sempre la stessa d’inverno e d’estate.
– Ti presto il giubbetto io. A domani, ti aspetto.
Poi apre uno scatolone e armeggia fino a che trova un taglierino. Controlla il funzionamento infine lo ripone nella scatola insieme alla targa e risale nell’appartamento. Caterina rientra con il volto scuro.
– Te ne stai per conto tuo… non parli nemmeno con tua figlia.
– Lo sai che qui va tutto storto. Zio Ezio poi, l’hanno sfrattato o sta ancora in casa?
– Ezio? È in casa. Almeno per adesso. Ha detto che piuttosto che lasciarla si butta.
– Risolveremo tutto.
– Oggi devi tornare a scuola?
– Sì, alle tre devo fare lezione. (indossa una giacca a quadretti e controlla i documenti scolastici in una cartella).
– Ezio vorrebbe vederti.
– So già cosa vuole dirmi. “Ah tu che sei un professore ci devi aiutare.” Ma che significa? Sono solo un supplente squattrinato” “Hai anche l’orecchino d’oro. I soldi li hai”
– Claudio, parli da solo?
– Papà, mi leggi la brutta copia del tema? (si avvicina la bambina)
– Sì, Maria. Che tema è?
– “Un incidente dovuto alla distrazione.” Ho già scritto due pagine e domani a scuola devo consegnarlo alla maestra. Ho raccontato di quando ti sei scontrato all’incrocio. Quando hai litigato con uno che ti ha dato un pugno.
– Con quel delinquente!
– Sì, proprio quella volta che ci hai raccontato del delinquente. (si vede Claudio silenzioso incupirsi).
Esce dalla cucina.
– Maria, hai ancora mal di gola?
– Sì. ( la bambina spalanca la bocca ) aaaa Vedi? Posso stare a casa domani?
– Claudio, abbiamo detto che va a scuola. È meglio che non manchi la mattina del tema. (interviene la mamma).
– Non bisogna trascurare il mal di gola. La nonna dice che può far venire i reumatismi. (dice Claudio)
– Maria non ha la febbre.
– Vuoi proprio aspettare che peggiori? Domattina l’accompagno dalla dottoressa. Telefono ad Adriano, dovevamo vederci perché ha dei giubbini in pelle scontati. Gli dico che non posso, spero che non si incazzi.
– Per quello sei così preoccupato… Maria non sta poi così male.
– Sì, in fondo stiamo bene. Oggi va tutto bene. Domani non so.
Dei tre corti che hai presentato, tutti intensi, questo è quello che più mi ha colpito. Bello, asciutto e teso, e anche molto adatto alla trasposizione in video. Il finale è tutto in quel “Sì in fondo stiamo bene”. Complimenti.
Marco ti ringrazio per esprimerti come lettore nei confronti dei miei testi e di molti altri. Il forum arricchisce proprio per questo.
Grazie a te e a tutti: tanti racconti che ti prendono. Leggere, scrivere, commentare: succede a tanti qui di… “Non poterne fare a meno”!
: )
Con questo commento, Marco, mi hai fatto venire le lacrime agli occhi per la commozione, giuro!
C’è davvero tanto in questo testo. Emozioni palpabili, disperazione, tema sociale, tema genitoriale, solitudine, denuncia. Mi è piaciuto molto.
Complimenti Andrea, uno spaccato di vita che riassume altre milioni di vite, un corto che racchiude nel suo essere breve drammi che a molti appaiono infiniti. Leggendo ho ben visualizzato le scene, mi è piaciuto molto.
Grazie a Monica e Silvia per aver lasciato le vostre impressioni. La figura del professore, un teorico, delegato a educare i giovani eppure ben poco gratificato, é una delle più sorprendenti nella nostra società.
Bel racconto intrigante. Il professore o supplente che sia che indossa sempre la stessa giacca a quadretti, subendo gli sberleffi degli studenti … quante volte è capitato a scuola anche a noi, quando eravamo ragazzi che ancora non conoscevamo il mondo con i suoi problemi di disoccupazione, di risparmi per far quadrare i bilanci familiari. I sacrifici. Stringere la cinghia. E poi l’unico bagno da liberare, i turni per essere tutti puntuali. Che ricordi! Sembra una vita più vera, o forse nel ricordo tutto appare più autentico, più bello. Infine lo zio Ezio che sa pure lui dell’orecchino, così come pure “la mamma”. Il finale aperto, come piace a me. Bravo!
Il tuo realismo è davvero evocativo: ho potuto vedere le sequenze della trama, trasposte in immagini vivide.
Complimenti.
Uno spaccato della realtà, con quella voglia di rivalsa che attanaglia i giusti: fin dove si è disposti ad arrivare, pur di raggiungere quel po’ di gioia e tranquillità che sembra spettare a tutti di diritto? Al nostro professore sembra che discendere la china dell’illegalità possa risolvere tutti i suoi problemi ma… siamo sicuri che sia così? Chissà 😉
Grazie Michela, il corto è stato iscritto all’edizione precedente… chissà che qualche regista non sia interessato ai supplenti? Come in altre occasioni qualcuno è spinto all’illegalità dalla disperazione, ma il nostro professore proprio non ci riesce, per fortuna.